21. Better Than Love

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CAPITOLO 21

Better than love*


Louis

Dopo soli quattro giorni dentro quell'edificio stavo già meditando il suicidio dal quindicesimo piano, luogo nel quale era situato il mio minuscolo ufficio. Era già tanto che me ne avessero dato uno, ma se per esempio ai piani alti mio padre aveva un occhio di riguardo per me, ai piani bassi non era così, anzi. Ogni impiegato, pensando che io fossi il solito figlio di papà raccomandato, mi guardava con disprezzo, lasciandomi i compiti più irrisori. Avevo fotocopiato l'equivalente in carta di metà foresta amazzonica, portato caffè a tutti i piani e archiviato ogni documento relativo ai tre anni precedenti. Il tutto senza un attimo di respiro, ma non potevo lamentarmi troppo visto che non vedevo così assiduamente mio padre come avevo immaginato prima di iniziare.

Invece era il non vedere Harry a crearmi molti problemi. L'ultimo nostro incontro era stato la domenica prima e quattro giorni mi erano sembrati un'eternità di ore accumulate, accatastate che avevano perso ogni senso. Quel giorno però era ancora vivido, come se tutto quello che era stata continuasse a passarmi davanti.

Prima cosa mi aveva rivelato quella cosa del pestaggio. Non riuscivo nemmeno a credere come un ragazzo di diciotto anni potesse prendere parte a quel gioco così cruento e cosa peggiore, che lui lo volesse. Desiderava provare dolore fisico, lo scuoteva, lo faceva sentire vivo e per me era incomprensibile. Danneggiare il suo corpo già profondamente segnato, quando era la testa quella che doveva essere aiutata. Tutto ciò mi rendeva triste, così come triste era lui per la lontananza di Zayn. Mi accorgevo quando pensava a lui dallo sguardo cupo al ricordo di qualche particolare, al suo silenzio sull'argomento. Però avevo apprezzato moltissimo che si fosse aperto con me, che si fosse confidato, perché io volevo che lo facesse, volevo che mi dicesse ogni cosa, per quanto possibile.

Secondo, non potevo togliermi da davanti agli occhi le immagini di noi due che facevamo sesso. Dio, da dove mi fosse venuto il coraggio di saltargli addosso non lo sapevo proprio, ma a giudicare dalla sua reazione, gli era piaciuto. Non avrei mai potuto credere che soddisfare Harry mi avrebbe provocato tutto quel piacere, che sfidarlo e giocare con lui avrebbe reso le cose molto più piccanti. Era stato così, era stato epico, non solo sesso, non ancora amore, ma di certo si avvicinava molto di più al secondo.

Mi fermai davanti al computer portandomi un dito sulle labbra al ricordo di quei baci, dal sapore del suo corpo, salato, all'odore della sua pelle e all'intensità del suo sguardo mentre urlava il mio nome, mentre il suo piacere cresceva e quella bocca lavorava per lui.

Fui colto di sprovvista dal bussare alla mia porta, cadendo vertiginosamente nel mondo alternativo al nostro, dove ero gay in segreto e con problemi a relazionarmi con la mia famiglia. Da quando poi ero così sentimentale?

Una risposta c'era e aveva le sembianze ricce di un adone greco e la passione di una furia.

-Avanti!-

Vidi entrare Freddie, il ragazzo che mi era stato assegnato come tutor aziendale e che poi era anche uno degli assistenti di Mark. Alto e moro, capelli lunghi qualche centimetro e occhi di un intenso blu, più scuri dei miei, forse anche più belli. Mi sorrise e si sedette, il suo tono sempre amichevole mi portò a pensare che fosse l'unica persona che non mi era ostile all'interno dell'edificio.

-Questi sono i dati delle entrate e uscite dell'azienda. Devi farne dei grafici precisi e piuttosto attraenti visivamente. Tuo padre mi ha detto che ti piace l'arte quindi non sarà troppo difficile, no?-

No Sound but the WindOnde histórias criam vida. Descubra agora