CAPITOLO QUINTO - parte 1

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Gli agenti salirono con cautela, facendosi cenni silenziosi tra loro, finché non raggiunsero finalmente l'ultimo piano.
Liu si guardò intorno e deglutì nervosamente, facendo scorrere gli occhi sulle pareti ammuffite.
Parte del tetto era crollata, e numerose tegole rotte albergavano sul pavimento marcio e impolverato.
-Due da quella parte, due da questa-. I sussurri degli agenti erano appena percettibili.
Si divisero in gruppi, ed esplorarono attentamente ogni stanza come avevano fatto con ogni piano inferiore.
Liu stava per aggregarsi al gruppo che si dirigeva verso destra, ma un grido improvviso lo fece bloccare di colpo.
-Fermo dove sei! In ginocchio, mani dietro alla testa!-.
Il cuore del ragazzo mancò un colpo; nonostante lo sperasse, non si aspettava che lo avrebbero trovato davvero.
Il suo sogno era stato appena realizzato.
Le sue gambe iniziarono a tremare come foglie secche esposte al vento, mentre nervoso si avvicinava alla stanza da cui era provenuto il grido.
Ma aveva davvero il coraggio di guardare?
Un attimo di indecisione lo fece barcollare.
Rimase fermo, nel mezzo del corridoio, con lo sguardo basso.
Stava per rivedere suo fratello, dopo sette anni. Stava per compiere la sua missione.
Respirando affannosamente si avvicinò all'ingresso della stanza, e ciò che vide all'interno gli mozzò il fiato.
Tre agenti puntavano le pistole contro a Jeff.
Il killer era in piedi al centro della stanza, con le mani lungo i fianchi.
La felpa bianca che indossava era piena di schizzi di sangue secco, e dal cappuccio calato sulla testa spuntavano ciuffi dei suoi lunghi capelli corvini.
Le spalle si alzavano ed abbassavano compulsivamente, dando sfogo ad una risata maniacale che allargava la sua bocca in un sorriso sadico.
Gli occhi chiarissimi erano puntati sugli agenti davanti a lui, e brillavano di una follia crudele e sfrenata. Rideva follemente, senza quasi prendere fiato, e reggeva nella mano destra il suo coltello, ancora coperto del sangue della sua ultima vittima.
Liu rabbrividì, e si sentì scosso da un violento tremore.
-Getta l'arma! Immediatamente!- gridò uno degli agenti, tenendo la testa del killer nel mirino.
Fu allora che Jeff si voltò lentamente in direzione dell'uomo che aveva parlato, e continuando a ridere disse con voce folle:
-Perchè non torni a dormire, agente?-. Scattò verso di lui come un leone che si lancia su una gazzella, e lo accoltellò al petto procurandogli una ferita piuttosto profonda. Gli altri due agenti spararono; un colpo andò a vuoto, mentre un altro colpì il killer alla spalla.
-Si metta a riparo, agente Woods!- gridò poi uno di loro.
Non appena Jeff udì quelle parole, si bloccò di colpo e la sua risata cessò improvvisamente.
Rimase in piedi, immobile, mentre i poliziotti continuavano a tenerlo sotto tiro.
Liu sentì un brivido attraversare il suo corpo quando suo fratello voltò lentamente la testa verso di lui. Deglutì e fece un passo indietro.
Jeff adesso lo fissava con aria strana; l'espressione sul suo viso era cambiata, ma non era possibile capire che cosa stesse provando.
Rabbia?
Paura?
Stupore?
Quei due occhi folli fissavano il volto di Liu con tale intensità che sembrava potessero trapassarlo, ed il sorriso sulla sua bocca tagliata era svanito lasciando spazio ad una specie di ghigno.
Liu si sentì ad un tratto assalito da una terribile debolezza; si appoggiò ad un pilastro, per non rischiare di cadere. La sua testa iniziò a girare, e la vista si sfocò all'improvviso.
Respirava a fatica, ed il suo cuore aveva inizato a battere all'impazzata come volesse balzare fuori dal petto.
-Ammanettatelo- disse con un filo di voce, annaspando -Chiamate la centrale-.
Si trovò costretto ad uscire dalla stanza e sedersi a terra, nel corridoio. Portandosi le mani al petto tentò invano di calmarsi.
Quello sguardo... Faceva paura.

Jeff e Liu - La nostra stella Where stories live. Discover now