Capitolo 39-Arpie

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Attraversare il mio primo portale... Beh non fu come me lo immaginai, per niente.
Ci dirigemmo verso la piazza principale, dove proprio come aveva detto Philippe, una grande statua di un elfo, con un serpente arrotolato su una gamba, mi guardava dall'alto. Delle radici maestose erano strette intorno alla base circolare della statua, formando un fitto muro.
Capii subito che si trattava di Nesios, con i capelli leggermente lunghi, che scendevano morbidi coprendo la maggior parte delle orecchie a punta. Gli occhi verdi lucenti, di una qualche pietra particolare, forse smeraldo, riflettevano la luce del sole.
- Ti piace?- chiese Philippe alle mie spalle. Annuii silenziosa. Quella statua maestosa non aveva nulla a che fare con la magnifica fontana di Anthia.
Erano due stupende statue e non vedevo l'ora di poter vedere le altre.
- É stata costruita dal miglior scultore di qui...-
- Si vede.- dissi quasi sussurrando.
-Andiamo, stiamo per aprire il portale, serve molta energia per tenerlo aperto abbastanza a lungo per permetterci di passare.-
Annuii e lo seguii attraverso la piazza, volgendo spesso lo sguardo alla statua di Nesios.
Ci mettemmo tutti disposti in semicerchio dinanzi ad un muro di una casa.
- Lo apriremo qui. Pronta?- chiese Philippe rivolto a Shira.
- Si certo.-
- Aspetta! Dovete prendere questi.- disse Arianna vedendoci in contro con in braccio Adam. Ci porse quattro collane circolari, ognuna di una pietra diversa: un rubino rosso, uno smeraldo, un diamante e uno zaffiro. Le pietre blu,rossa e verde si illuminarono indicando.rispettivamente me, Ramon e Philippe.
- Aumenteranno il vostro potere degli elementi e vi aiuteranno a trovare Sarah.- io annuii prendendo la collana con lo zaffiro e legandola al collo con lo spago nero che Arianna aveva preso appositamente.
- Grazie.- dicemmo tutti prima di rivolgere la mia attenzione nuovamente sul muro.
Shira parlò per prima.
- Sto per aprire il portale, preparatevi.- disse alzando le mani con i palmi rivolti verso il cielo e cantilenando in una antica lingua, forse latino.
Il perimetro di un rettangolo si illuminò sul muro, prima di riempirsi tutto di luce gialla. Fui costretta a socchiudere gli occhi per evitare di venire accecata, mentre la luce gialla pompava energia.
Lentamente delle figure iniziarono a prendere forma nel portale. Non riconobbe niente all'inizio, poi notai la statua di Anthia delimitarsi all'interno.
Poi iniziai a riconoscere tutto, le case, i mattoni rosati, le persone che passeggiavano tranquille, l'acqua zampillava dai lupi della statua. Scintillava alla luce potente di quella splendida mattinata.
- Quella é Lycamoon vero?- chiesi io rivolta a Ramon, vicino a me, ma già sapevo la risposta.
- Si.- non poté continuare che Philippe ci interruppe - Dobbiamo andare, non durerà a lungo.- presi Kalila per le redini e cosi facemmo tutti, poi seguii Ramon e Shadow all'interno del portale. Sembrava di entrare sotto l'acqua, mi muovevo leggermente a rallentatore, ma immediatamente con la mano tastai qualcosa di meno "acquoso":l'aria di Lycamoon.
Uscii quasi saltando dal portale, e il nitrito di Kalila allemie spalle mi fece intendere che non era contenta di averlo fatto.
Mi feci avanti per permettere agli altri di passare. Wow... Mi ero aspettata di peggio.
Le persone di Lycamoon si girarono verso di noi, che eravamo sbucati da un muro come se niente fosse.
Ramon parve scocciato da tutti quegli sguardi.
- Che c'è, non avete mai visto un portale!?- disse infatti urlando alla gente.
Ognuno abbassò lo sguardo.
Piano piano tutti uscirono dal portale, per ultimo Philippe, che ci superò e si diresse verso la fontana.
-dove hai visto esattamente il marchio?- chiese Philippe.
- Qui.- dissi io indicando la fronte di uno dei lupi.
Lui posò i polpastrelli nel punto esatto che avevo indicato e gli occhi gli si inondarono di luce verde. Quella strana luce illuminò anche le sue dita, e un cerchietto attorno ad esse.
I capei gli si alsarono al vento, mentre le foglie degli alberi si iniziavano ad " allungare" verso di lui. Spuntarono nuove foglioline sui rami e i sassolini lentamente iniziarono a muoversi verso di lui. Mi allontanai permettendo ad essi di rotolare e sistemandosi a cerchio attorno a lui. I fili d'erba si allungarono e poi... Di colpo... Tutto si fermò. I sassolini smisero di rotolare, l'erbetta stoppò la sua crescita e le foglie appena nate bloccarono la loro danza.
- La maledizione era molto forte, ma sono riuscito a debellarla.- era stanco, molto stanco e le goccioline di autore scendevano dalla sua fronte.
Tutti i presenti, rimasti immobili, si dedicarono ad un grande applauso, fissando però ancora straniti quell'elfo sconosciuto.
Ero rimasta scombussolata anche io: come aveva fatto? Aveva letteralmente alterato il corso naturale della natura, lo aveva velocizzato.
- Grazie mille Philippe.- disse Nick con le lacrime agli occhi. Ramon annuì in segno di consenso ed io non potei non saltargli letteralmente addosso, abbracciandolo felice.
- Ci hai salvati!- dissi estasiata.
Lui annuì modesto.
- Si... Beh si.- gli applausi si fecero più forti, e Diana urlò: stasera una festa! In onore del nostro salvatore Philippe!!!-
E tutti gridarono di gioia.
***
La festa si svolse proprio nella piazza, tra canti e balli la sera tardi tutti eravamo un poco brilli.
Alcuni non avevano bevuto affatto, compresi io e Ramon. Lui si era nutrito da una sacca che Diana aveva in casa, ed era in pieno delle sue energie per quel pranzo in onore di Lycamoon e di Philippe.
Dei tavoli erano stati disposti attorno alla fontana e un grande banchetto attendeva di essere divorato dai famelici lupi. I licantropi mangiavano molto più degli umani, ed infatti il pranzo fu molto consistente. Ero contentissima.
- Vuoi ballare?- disse Ramon poco prima di un Walzer.
- Io non so ballare.-
-pazienza, ballerò io per tutti e due.- disse prendendosi per i fianchi e soevandomi. Diana mi aveva come al solito prestato un suo vestito, lungo sino alle ginocchia e blu, in tinta con la pietra che portavo al collo. Era con una sola spallina circondata da piccoli diamantini finti che brillavano ad ogni mio movimento.
Mi aggrappai stretta al collo di Ramon, mentre lui mi posava lentamente al suolo, difronte a lui.
Lui ballava magnificamente, danzava quasi fluttando sulle note di quella magnifica musica. Io lo seguii tentando di non inciampare. Mi muovevo seguendo i suoi passi e la sua bravura nascondeva il mio essere impacciata. Ballammo finché la musica non finì, sempre così vicini, il suo fiato che mi solleticava il volto, i suoi occhi fissi nei miei, e stavamo quasi per baciarci, incuranti dei commenti altrui, quando successe l'irreparabile:
Delle grida, ma non umane, si abbatterono su di noi. Erano tre, tre creature volavano nel cielo.
Sembravano delle donne, con delle strane ali e delle enormi zampe di un quila. Erano orrende.
Una si scagliò su di me, sfiorandomi solo poco prima che Ramon mi gettasse a terra.
- Attenta!- urlò sovrastando le grida di quelle bestie volanti.
- Cosa sono?- chiesi io spaventata, ancorandomi a lui.
- Arpie! Alleate con i cacciatori!- non feci in tempo a rispondere che una altra zampata mi ferì il braccio, facendomi sanguinare abbondantemente. Notai i canini di Ramon allungarsi, fissando il liquido rosso sgorgare copiosamente dalla mia ferita.
Poi si voltò e afferrò l'arpia poco prima che si schiantasse nuovamente su di me. La morse al collo, resistendo ai suoi artigli e ai suoi tentativi di morderlo. Dopo poco gli staccò la testa, gettandola a terra.
Era ancora sporco di sangue quando mi prese in braccio e si catapultò in casa di Nick. Un altra arpia urlò e si gettò su di noi arrabbiata per la morte della compagna.
Ramon aprì la porta con un calcio, gettandomi all'interno e afferrando la creatura per le zampe. Questa si dibbatté furiosamente, tendando di volare via, ma lui la prese da un ala e le torse il collo. Lasciò il suo cadavere a terra e poi di rivolse a me.
- Stai bene?-
- Si...- dissi terrorizzata.
Un altro grido attirò la mia attenzione. L'arpia rimanente di scagliò su Nick, impegnato ad aiutare una ragazza ferita gettata a terra. Lo prese per le spalle e urlando in modo raccapricciante lo portò via, allontanandosi nel cielo.
Fu questione di istanti: Ramon fece spuntare le ali in un attimò e volò veloce all'inseguimento di suo fratello. Uscii dalla casa e lo seguii con lo sguardo, salendo veloce per la montagna onde evitare di perderlo di vista.
Ramon attaccò la bestia sulla schiena, lei urlò e cercò di scappare. Poi lasciò Nick cadere nel vuoto e si rigirò, colpendo furiosamente con una zampa Ramon alla spalla, e poi lo morse all'ala nera, imbrattandola di sangue. Ramon urlò di dolore e incapace di volare cadde anche lui verso la terra lontana. L'arpia scese in picchiata, prendendo il corpo di Nick svenuto e ferito poco prima che cadesse, e volando via.

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