Capitolo 48- Significati.

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Buffo il fatto che io fossi più veloce da civetta che da vampira, nonostante le dimensioni ridotte ero molto più veloce in quel momento, mentre gracchiavo superando Ramon e volteggiando sopra i grandi pini del bosco di Lycamoon.
- Come mai proprio la civetta?-
Chiesi telepaticamente a Ramon.
- È?-
-Cioé con tutti i volatili che ci stanno... Perché proprio una civetta delle nevi? Così a caso?-
Il corvo nero arrestò il suo volare e planò piano verso i lupi sotto di noi.
Pensavo non mi avrebbe risposto più invece, mentre lo seguivo, la sua voce roca ma altezzosa parlò come al solito nella mia testa.
-Ogni animale ha un significato, non tutti i vampiri si trasformano in un volatile, ma spesso diventano l'animale che più li rappresenta.-
- E perché mai la civetta dovrebbe rappresentarmi?-
Chiesi sonceramente curiosa.
- Beh... La civetta, insieme al gufo, rappresenta la chiaroveggenza, ma i due rapaci hanno significati opposti:
Il gufo é simbolo di morte, di fine, veniva paragonato spesso al tramonto, mentre la civetta significa vita, la luce che invade le tenebre. É anche simbolo di saggezza, i Romani e i Greci la veneravano poiché era sacra alla dea della sapienza.-
Rimasi interdetta da quelle parole. Io rappresentavo la luce? Bene che scaccia il male? La vita non era un film, lo avevo capito molte volte a mie spese, ma non potei essere contenta per quella rivelazione.
Io sarei stata almeno un pò portatrice di felicità in quei paesini distrutti da una guerra che andava avanti ormai da troppo tempo.
Le grandi mura della città si intravidero all'orizzonte, come al solito i due ragazzi ritti nelle torrette accanto al cancello si voltarono verso di noi, squadrandoci dall'alto in basso, chiaramente non notando noi due che volavamo alti.
Notai che uno dei due, quello alto e biondo di sinistra, stava dicendo qualcosa ma io non ci feci caso poiché superai guardie e cancello dietro a Ramon.
Le sue ali sbattevano più frenetiche delle mie e non poté non sorgermi un dubbio.
- Che significato ha il corvo?-
Un silenzio tombale cadde su di noi.
Continuammo a volare superando quello spiazzo senza alberi dinanzi al cancello e lo seguii anche quando in modo leggiadro si appollaio su un grande ramo di una quercia, mentre aspettavamo gli altri.
Riprese a parlare dopo un pò, forse era un argomento a lui poco gradito.
- Il corvo simboleggia gli opposti, é sia simbolo di resurrezione come di morte. Accompagnatore degli dei, si, ma più che altro é un portatore di brutte notizie, preannunciava spesso la guerra.-
Rimasi in silenzio, probabilmente il fatto che si trasformava in un corvo per lui non era altro che una prova del fatto che era un mostro.
Stringendo gli artigli sulla corteccia del ramo e aiutandomi con le ali per non perdere l'equilibrio zampettai vicino a lui, posandomi con tutto il peso sul suo fianco. Poi lui girò la testa di lato e subito dopo un cigolio attirò la mia attenzione: un piccolo cancelletto, alla base dei grandi portoni delle mura, si aprì lasciando passare una Diana, tornata umana, visibilmente scocciata, un lupo che sbuffava freneticamente dietro di lei e Philippe che se la rideva.
- Tsk, non mi ha riconosciuto!- urlava Diana in preda all'esasperazione.
- Come faceva? Eri in forma di lupa!-
Disse Philippe trattenendosi a stento dal ridere.
- Cosa centra! Sono la beta di questo branco e quel cretino non mi ha riconosciuta!-
Philippe non poté ribattere perché Diana tornò la lupa rossiccia di sempre e si acquattò sulle zampe.

Philippe non si fece attendere e immediatamente, borsone in spalla, salì in groppa alla lupa che veloce corse verso gli alberi.
Stavo quasi per cadere quando Ramon spiccò il volo, lasciandomi per qualche momento sola sul grosso ramo.
L'odore forte della foresta era magnifico, sarei rimasta li giorni e giorni a rilassarmi tranquillamente, ma il gracchiare impetuoso di Ramon mi distolse dai miei pensieri.
Aprii le ali e le agitai freneticamente, lasciando la presa delle unghie su quel pezzo di legno.
I segni delle mie zampe sfregiavano l'antica quercia ma non me ne feci una colpa, continuando a volare verso Ramon.
- ti amo, lo sai vero?-
Gli dissi telepaticamente, affiancandolo col leggerezza.
- Sono un mostro, non dovresti amarmi.-
Tentai di sbuffare ma dal mio becco uscì solo un fischio acuto.
- Io amo proprio questo mostro, guarda un pò.-
-Anche io ti amo, sempre, qualsiasi cosa accada.-
Avrei tanto voluto sorridere in quel momento, ma col becco era impossibile.
-Bravo, era questo che volevo sentirmi dire.-
Poi lo superai con grazia, mi abbassai quasi a sfiorare i lupi e volai, evitando i rami più bassi degli alberi, vicino a Diana.
Lei corse più veloce, ma io la raggiungevo sempre, spesso anche superandola.
Poi intervenne Matt, cosa che, sinceramente, non mi sarei mai aspettata.
Corse più veloce di Diana poiché non stava portando nessuno, ci misi un pò ma lo superai, nonostante fosse comunque sempre dietro di me.
Poi successe l'inimmaginabile.
Arrivò Ramon, dall'alto con una picchiata e mi superò.
Dovetti arrestarmi per via di un grosso tronco caduto, ma non mi arresi. Superai il tronco con una grazia felina, volai attaccata alle calcagna del corvo, ma lui era più furbo di me: si muoveva a zig zag tra gli alberi secolari, spesso sembrava addirittura luccicare di blu.
Era seriamente enorme.
Mai visto corvo più grande in vita mia... Sarà stato lungo sui 70cm, e per non parlare delle enormi ali...
Io non ero da meno però, poco più piccola, forse dieci o cinque centimetri, il mio unico problema era che non sapevo volare bene a zig zag. In spazi aperti ero molto piu veloce.
Con un lampo il corvo mi passò davanti, forse a prendermi in giro, e sembrò seriamente tutto blu. Mi ritrovai a pensare per la seconda volta che non avevo mai visto corvo più enorme.
-Non sono un corvo qualunque... Sono un corvo imperiale, dove abitavi te, in quel punto dell'Italia, non ci sono altri esemplari.-
Disse Ramon finalmente deconcentrandosi dal suo volo.
Sfuttai il momento e con un rapido gesto lo superai.
Uno spiazzo si stava per aprire dinanzi a noi, il rumore delle nostre ali e delle zampe dei lupi era accompagnato dallo scrosciare di un fiume. La strada non era la stessa che facemmo per arrivare a Mageen.
Appena gli alberi diminuirono io riuscii a superare nettamente il corvo imperiale alla mia sinistra, ma un lupo rossiccio con un Philippe sopra concentrato al massimo, mi superò tranquillamente.
Poi notai le mani di Philippe illuminarsi di verde. Stava utilizzando la magia! Maledetto.
Guardai Ramon in quei piccoli occhietti neri e facemmo muto accordo di DOVER superare quei due.
Ci separammo, il a destra e lui a sinistra e ci addentrammo nel bosco che dinanzi a noi ricominciava.
Poi però Diana si arrestò di colpo.
Tornò lentamente umana e mi larve che quella trasformazione era meno dolorosa della mia, dove le braccia dovevano letteralmente scomparire.
- Come mai lì non c'erano alberi?-
Chiese la ragazza Diffidente.

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