Capitolo 5- sul treno

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Quando arrivai alla stazione mi vennero subito incontro Clary ed Elena. Avevo ancora il fiatone e sentivo il rombo dei motori del bus che si allontanava.

-Dafne tutto a posto?- annuii, sapevo che se avessi provato a parlare avrei iniziato a piangere. Avevo paura, tutte le persone che c'erano alla stazione mi guardavao e io nascondevo lo sguardo dietro i capelli. Fissavo i miei piedi, andavano uno dietro l'altro, cercavo di evitare di calpesare le varie cicche buttate a terra.

Ero terrorizzata. Ramon poteva essere ovunque.

- Dafne come mai così silenziosa oggi?- mi chiese Elena, con la pelle olivastra e i capelli scuri si distingueva perfettamente da Clary, pallida e con una lunga cascata di cricci capelli rossi che le ricadevano sulle spalle.

Alla fine loro erano le mie uniche vere amiche.

Sentivo il fiscio del treno, era arrivato.

- Sta arrivando il treno.- dissi evitando di rispondere alla loro domanda. Potevo sentire i loro sguardi su di me, che mi trafiggevano la schiena, avevano capito che c'era qualcosa che non andava in me.

Mi feci largo tra la folla e salii sul treno. Aspettai che salirono anche loro e andammo a cercarci tutte insieme un posto a sedere.

C'era anche Ramon, lo sentivo.

Percepivo il suo sguardo.

Trovammo solo un paio di posti liberi. Feci sedere Elena e Clary, per me non era un problema rimanere in piedi, e poi era solo per una fermata!

La brusca frenata del treno mi fece quasi cadere.

- Non possiamo essere già arrivate!- esclamò Elena.

Mi avvicinai titubante alla finestra. Era vero, eravamo più o meno a metà strada.

- Perchè si è fermato?- chiesi io evidentemente preoccupata.

- Si ferma spesso quando è in anticipo- disse Clary, calmando Elena, ma non me.

La gente iniziò a mormorare, sentivo i bisbigli. Li capivo alla perfezione, come se tutti stessero parlando a me.

- Non siamo in anticipo, non c'era motivo di fermarsi- disse una donna.

- Può essere che l'orologio del capo treno vada male- disse invece un uomo.

- Ma no che non va male!!- gli rispose una ragazza.

Poi il treno ripartì. Così dal nulla, riprese la sua corsa.

Ti sei preoccupata per nientepensai

La gende si risedette tranquilla, e tutto procedette come al solito. Dopo poco arivammo alla stazione.

Le porte si aprirono e noi scendemmo.

- Clary vhe fai, oggi vieni con noi?- Chiesi

- No... Prendo con mi sorella.- Rispose lei.

Insieme ci dirigemmo verso il lurido sottopassaggio che ci avrebbe condotte alla strada.

Per nostra fortuna fuori non pioveva.

Ci separammo una volta arrivate nella stradina dove, nel mio "incubo" Ramon aveva tentato di uccidermi. Al solo pensiero un brivido mi percosse, ed Elena se ne accorse. Ma non disse niente.

-Dafne non puoi capire cos'è successo ieri! Io e Francy eravamo al.....- continuò a parlare per un po, mentre io me ne facevo i fatti miei.

Con i piedi mi misi a calciare un sassolino, mentre con la mente vagavo tra le nuvole. Non avevo paura. Percepivo che in quel momento Ramon non c'era. Lo capivo dall'aria, da come mi sentivo.

Quando Ramon era nei paraggi io lo CAPIVO. Mi sentivo osservata in ogni mia mossa, studiata in ogni movimento. Come se fossi un un'enorme sfera, che qualcuno vedeva dall'alto. Come se la mia vita fosse una recita, con il pubblico che applaudiva.

Un vento freddo mi scompigliò i capelli, che mi andarono davanti agli occhi. Lì rimisi subito in ordine, e raggionsi Elena che mi aveva sorpassato.

- Dafne, oggi sembri un po... come dire imbambolata.... ma mi stavi ascoltando?-

- si, certo che ti ascoltavo!- dissi mimando un atteggiamento offeso. Scoppiammo a ridere e tutta la tensione che si era creata volò via.

Passammo davanti alla fermata del bus che aveva preso Clary.

Vedemmo il pullman fermarsi e decidemmo di aspettare che lei scendesse. Iiziò a scendere una folla enorme, ci aspettavamo di vedere Clary con sua sorella Melanie, ma quando scese solo lei e l'autobus ripartì ci preoccupammo.

- Melanie!- urlò Elena, quasi stordendomi un orecchio. Lei era poco diversa da sua sorella, un po più alta, senza lentigini e poco più magra, ma avevano gli stessi ricci rossi e gli stessi occhi verdi.

Melanie si girò e quando ci vide ci corse incontro.

- Dov'è Clary?- gli chiesi io iniziando a temere seriamente per la sua salute.

- Pensavo stesse con voi!- ci rispose lei.

- A noi ha detto che prendeva il bus con te...-disse Elena pensierosa.

- Guarda se ti ha chiamato, forse non l'hai sentita.- Le dissi io.

- Vero!- mi rispose.

- STUPID- commentai io sarcasticamente.

- C'è un messaggio- disse dopo un po.

Voltò il suo telefono verso di noi, in modo che potessimo leggerlo.

Ele dì anche a Dafne che sono tornata a casa, avevo un po di nausea. Non preoccupatevi domani vengo. <3 <3 <3

-Ottimo- dissi io, sempre sarcastica.

- L'interrogazione di matematica è una malattia molto diffusa...- Continuai.

Le due risero, poi io ed Elena continuammo verso la scuola.

Iniziammo a vedere l'edificio avvicinarsi. Un gruppo di studenti attendeva l'apertura dei cancelli, ed un chiasso bestiale riempiva la strada.

DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN

- Dafne, la campanella! corri oppure arriveremo tardi!-

Iniziammo a correre verso il rosso edificio.

 

 

 

 

The Winged WolfWhere stories live. Discover now