Cap 37

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Non so se ci hanno inseguiti.
Forse ci hanno provato. Oppure non hanno osato, dal momento che abbiamo con noi il figlio del direttore.
In ogni caso, non ci avrebbero mai raggiunto. Non c'è nulla che possa egualiare la velocità di un lupo quando corre, possente e maestoso, lasciandosi alle spalle posti e persone in un lampo.
Corriamo forse per un paio d'ore, poi siamo costretti a fermarci.
Jeis e Dow sono disabilitati dal periodo di prigionia, e Nive è ancora una cucciola. Non reggerebbero un minuto di più.
Ci accampiamo vicino al fiume che abbiamo seguito all'andata, e subito io e Alexander scivoliamo giù dalla schiena del lupo nero.
Faccio una carezza alla mia partner, prima di raggiungere il lupo di mio fratello che si è accasciato al suolo.
-Jeis!- esclamo, preoccupata. -Come stai?-
Lui lancia un mugolio sofferente, e io mi giro verso Alexander.
-Dice che non ha niente di rotto, e i tagli guariranno. Ma deve riposare- traduce lui, mentre fa scendere il figlio del direttore tenendogli sempre la spada rigorosamente puntata alla gola.
Dow soffoca un gemito, mentre scende a sua volta. -Tu.. Lo capisci?- domanda.
Lo afferro mentre traballa, rischiando di cadere, e gli metto una mano sulla fronte. Sobbalzo.
-Ma tu scotti!- esclamo. Le ferite devono essersi infettate, causandogli una forte febbre. -Come sei riuscito a viaggiare finora?-
Lui strizza gli occhi, come disturbato dalla luce -Dovevo- rantola. -O ci avrebbero... Presi. E non volevo vanificare tutti gli sforzi della mia sorellina per liberarmi...-
La testa inizia a ciondolargli, e il peso che scarica su di me aumenta. Sta perdendo conoscenza.
-Alexander!- chiamo, spaventata. Lui si gira e con un'occhiata verufica la situazione, quindi assicura in fretta il nodo con cui a legato il nostro ostaggio a un albero ed è subito da me.
-Stendiamolo- dice, stendendo una coperta per terra. Poi mi aiuta a depositarci mio fratello.
-Gra.. zie- bisbigla lui, prima di svenire completamente.
Mi vengono le lacrime agli occhi. So che le infezioni e la febbre spesso possono essere più pericolose della ferita stessa. E non riesco a vedere mio fratello in queste condizioni.
-Lux, guardami- Alexander mi prende il viso fra le mani, facendomi trasalire. Mi fissa con i suoi occhi neri rassicuranti -Ascoltami. Non devi avere paura, va bene? Non è nulla di veramente grave. La febbre è dovuta alle ferite e allo sforzo che ha fatto, ma tenendolo a riposo e con l'aiuto dei medicinali andrà tutto a posto a breve. E tuo fratello starà bene. Te lo assicuro-
Prendo un respiro profondo e annuisco. Lui fa un mezzo sorriso e ritira le mani dal mio volto.
-Brava piccola- dice -Ascolta, mi occupo io di lui va bene? Continuare a guardare le sue ferite ti farà agitare di nuovo. Tu pensa a Ashton, Jeis e Nive. Anche loro hanno bisogno di cure. E poi sarà il caso di occuparci anche di noi stessi. Non so tu, ma io non sono poi così messo bene-
Mi sale un groppo in gola fissandogli il volto, ancora imbrattato di sangue. Oltre il taglio sulla fronte deve sicuramente averne altri, anche se non ne noto di evidenti grazie al cielo.
Quanto a me, la spalla ha ripreso a pulsarmi, ma non ho nulla di preoccupante. Incredibilmente ne siamo usciti quadi incolumi.
-Mi occupo dei lupi- decido, e prendo una vorsa dei medicinali, mentre Alexander si china su Dow.
Inizio da Jeis, che è ancora accovacciato vicino alla riva e sta dando tante piccole leccate al fiume, come se volesse bere ma non ne avesse davvero voglia.
-Buongiorno ragazzone- lo saluto, sprofondando nel suo pelo per avvolgerlo in un abbraccio. Lui smette di leccare l'acqua e concentra la lingua su di me, facendomi ridere.
Tiro fuori un paio di bistecche che miracolosamente erano ancora in fondo allo zaino, e gliele offro mentre inizio a medicarlo. Inutile dire che le divora.
Come forma fisica in realtà è perfetto. Anzi, è nettamente più grosso di prima. L'impotenza, il dolore e la preoccupazione per Dow lo hanno mantenuto in forma.
È quasi avvillente notare i benefici di questi disastri. Sembrano contro natura.
Curo le abrasioni che si è provocato strattonando le catene con una pomata, e disinfetto con cura ogni ferita. È Jeis stesso a indicarmi quelle che non vedo a causa del pelo.
Quando finisco, mi giro verso Ashton e Nive. Alexander sta ancora medicando Dow, mentre il figlio del direttore è seduto e ci guarda con attenzione, ma quasi beffardo.
Mi cresce la voglia di prenderlo a pugni. Ma ho cose più importanti da fare.
Guardo Nive. Ha il muso pieno di sangue non suo, ma ha anche riportato delle ferite. Mi inginocchio davanti a lei e inizio ad accarezzarla.
-Sei stata bravissima lo sai?- mormoro -Grazie di tutto quello che hai fatto per me-
Lei si esprime con un mormorio di gola beata. Sorrido.
-Co tutta questa terra rischi di infettarti le ferite- dico poi -E ormai il suo scopo è stato raggiunto. Lavatela via, va bene? Mi manca già vederti del tuo colore naturale. Nel frattempo io penso al tuo Ashton-
Lei scodinzola e subito si avvia al fiume. Io mi giro verso il lupo nero, che mi aspetta paziente. Abbraccio anche lui.
-Come stai?-
Mi ripaga con un latrato basso e dolce. Sorrido ancora. È un angelo, un angelo nero. Sono felice per Nive.
Tratto con attenzione i tagli procurati dale lance,e tutti gli altri che ha riportato.
Quando finisco, Nive è già uscita dal fiume e mi sta aspettando pazientemente.
Con sorpresa noto il nostro ostaggio fissarla con insistenza, e un'espressione strana negli occhi.
-Che diavolo hai da guardare? Gli ringhio quasi contro, mentre inizio a esaminare millimetro per millimetro la mia cucciola.
-Oh, nulla- risponde lui beffardo. -È solo che hai assaltato una delle maggiori prigioni del regno con un lupo bianco. Davvero inaspettato.
Se mio padre si è accorto del suo vero colore, prenderà un infarto-
Lo guardo male, mio malgrado incuriosita.
-E perchè mai?- chiedo, secca.
-Ma come? Non lo sai?- chiede -Del lupo bianco che secondo la profezia dovrebbe distruggere questo regno. Te lo sei scelta bene il partner-
Impietrisco. Non è possibile.
Non può esistere una profezia del genere. E se esiste.. Si riferisce a Nive?
Guardo la mia cucciola che ricambia, tranquilla. Poi guardo Ashton.
Non possono riferirsi davvero a loro. Non ci credo.
Se fosse vero, è come se fossero destinati a essere nemici, eppure...
Una mano sulla spalla mi riscuote.
-Se la tua profezia è vera, direi che hanno iniziato bene- commenta Alexander. Poi ignora il prigioniero e si rivolge a me. -Dai, vieni. Ti curo le ferite-
Annuisco e ci spostiamo, il più al sicuro possibile dallo sguardo del rosso.
Lavoriamo in silenzio. Prima lui si occupa di me, con cura, e poi ricambio il favore.
-Dici che stava mentendo?- chiedo alla fine, mentre gli passo una pezzuola bagnata sul ciso per eliminare le tracce di sangue -Esiste davvero una profezia simile?-
-E chi lo sa- sospira lui. -Se anche fosse, non per forza si riferisce a Nive. Prendi Ashton. La profezia del lupo nero esiste, ma chi assicura che si parli di lui? Lo conosco, so che non lo farebbe mai. Tu conosci Nive-
Annuisco, mordendomi il labbro. -Hai ragione-
Ma non riesco a togliermi questa sensazione dala testa.
Alexander allora, semplicemente sorride. -Dai, vieni qui-
E mi abbraccia, come prima di iniziare l'assalto. Io mi rilasso, e stranamente mi trovo ad accoccolarmi addosso a lui.
-Sono felice che tu non sia morta sai?- mormora lui.
-Anche io sono felice di non essere morta- scherzo. E poi, più seria -.. E che non sia morto tu. Quando quel soldato ti è venuto incontro, ho pensato...- scuoto la testa -Non ho pensato, in realtà. Ho semplicemente avuto paura. Non sai quanta-
Mi stringe più forte. -Sono ancora qui piccola-
Annuisco. -Sei ancora qui- e mi rilasso fra le sue braccia.
Rimaniamo fermi così per un tempo indefinito. A un certo punto mio fratello lancia un gemito, e apre gli occhi.
Si guarda intorno, spaurito. Poi si ricorda dov'è, e immediatamete i suoi occhi volano a cercarmi. Gli sorrido.
Dopo qualche attimo, ricambia.
-Sono svenuto da tanto?-
-Qualche ora- rispondo io.
Annuisce, e si guarda intorno. -State tutti bene vero? Non si è ferito nessuno troppo.. Nel tirarmi fuori?-
-Nulla di irreparabile- assicuro ancora.
Lui sospira, apparentemente più sollevato. È ancora debole, ma ha ripreso colore. Presto starà bene.
Sospira. -Okay, ultima domanda- chiede poi, e questa volta suona abbastanza divertito.
Guarda il mio corpo ancora abbandonato fra e braccia di Alexander, e il suo che mi stringe. Poi si rivolge direttamente a lui e sorride.
-Alexander, giusto? Per caso devo chiamarti cognato?-
Dannazione. Non so per quale motivo arrossisco furiosamente. Dovevo lasciarlo in prigione.

Wolf's Knights - BrothersWhere stories live. Discover now