Cap 32

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Ci stacchiamo dal muro e ci avviamo verso la porta della prigione, questa volta senza premurarci di non fare rumore. Anzi.
Ne facciamo un bel po'.
Alexander si lascia andare in una fragorosa risata e inizia a camminare ondeggiando, con un'andatura da ubriaco. Io mi aggrappo al suo collo come se non riuscissi a rimanere in piedi senza reggermi, e faccio eco alla sua risata.
La guardia del cancello della prigione si sporge per vedere che succede. Lo guardo per un attimo, confermando l'opinione che Alexander aveva di lui: un tricheco grasso e flaccido.
-Amico!- urla nel frattempo il mio compare, alzando con una mano la bottiglia nella direzione dell'uomo.
Lui lo guarda qualche secondo prima di riconoscerlo.
-Ma guarda un po'!- esclama poi. -Sei il ragazzino fortunato con i dadi! Quello..- si guarda intorno furtivi e abbassa la voce -Quello che mi ha preso la cartina. Che ne dici di ridarmelo ragazzo? Così, in segno di amicizia!-
-Ma certo!- esclama Alexander allegro, sbiascicando le parole, mentre io rimango appesa a lui esibendomi ogni tanto in una risatina. Il viso del mio compagno è brillante, euforico. Se non sapessi che lui non sorride mai così, lo crederei reale.
Comunque, è un ubriaco molto convincente.
Si fruga nelle tasche con mani tremanti, per tirare fuori il foglio di pergamena.
-Ecco amico!- esclama, ritratto vivente dell'ubriachezza. -Tu.. Sei un eroe no? Servi la patria amico...-
-Puoi dirlo forte moccioso- si atteggia il tricheco. -È un lavoro duro il mio, bada bene! Che credi ci stia a fare a quest'ora in questo posto ingrato?-
-Hai.. Hai perfettamente ragione amico!- replica il mio compare -Ti meriti un premio perchè sei.. Perchè sei un eroe. Ecco!-
E gli allunga la bottiglia mezza vuota che abbiamo preparato per l'occasione.
L'uomo la prende un po' titubante. -Beh.. Sarei in servizio stasera..-
È il mio turno. Mi separo da Alexander con pochi passi incerti, e inciampo volutamente finendo fra le braccia dell'uomo.
Lui mi afferra fulmineo prendendomi con una mano sul sedere. Il suo sguardo scivola lascivo sulle curve del mio corpo.
Reprimo un brivido per il suo sguardo da animale, e mi costringo a fare il mio sguardo più provocante mantenendo la mia aria da ubriaca.
Alexander intanto ridendo e ondeggiando si accascia contro il muro.
-Che male c'è? Dai divertiamoci..- sussurro io sensuale strisciandomi contro la guardia. -Sei un eroe.. Lo meriti...-
Lui si passa la lingua sulle labbra, avido. -Sai una cosa dolcezza? Hai ragione.. Divertiamoci- dice con voce roca, e finisce il vino voracemente, in pochi sorsi.
Poi getta la bottiglia a terra spaccandola, e si pulisce la bocca con la manica.
Pochi attimi dopo sono appesa al muro, con un suo braccio sempre sul mio sedere e l'altra mano a stringermi il seno.
-Che spreco.. Un bel bocconcino come te insieme a quell'incapace- dice, eccitato -Ma non preoccuparti cara.. Ci penso io ora.. Vedrai che saprò come farti divertire piccola zoccola-
Mi sforzo con ogni fibra del mio corpo per non irrigidirmi o rispondere in maniera violenta. Sto agendo in questo modo per un buon motivo. Non ci saranno problemi. Devo salvare mio fratello. E dovrò sopportarlo ancora per poco.
Però non c'è un sola cellula di me che non si ribelli al suo tocco molesto, che non voglia scappare da qui.
Il tricheco sorride e avvicina il volto al mio, mentre la mano si infila sotto la mia gonna. Questa volta mi irrigidisco davvero, inorridita. Questo no. Non riesco a muovermi.
Era già troppo il resto, ma anche questo.. No.
Alexander sembra pensarla allo stesso modo, ed estrae una freccia dalle pieghe del mantello, e tenendola come un pugnale si avvicina di soppiatto alla sua schiena. Ogni traccia di indifferenza, ilarità o falsa ebbrezza sono sparite dal suo volto, sostituite da rabbia e odio allo stato puro.
Nive, alla nostra destra, fa per uscire dal vicolo, i denti già scoperti in un ringhio. Ashton subito dopo di lei.
Eppure, grazie al cielo nessuno di loro è costretto a intervenire.
Prima che anche solo si avvicinino, l'uomo si blocca con un'aria fra lo stupito e il preoccupato.
Questa volta, non trattengo nessuna emozione. Semplicemente sorrido, mentre lui si stacca da me e si porta le mani alla gola, la faccia che assume un colorito cianotico.
Cade in terra senza emettere un suono. Io mi accovaccio davanti a lui senza smettere di sorridere.
-Non sono interessata a quel tipo di divertimento- Dico amabile, prendendogli l'anello delle chiavi dalla cintura -Mi accontenterò di queste-
Ma ormai non può sentirmi più.
Mi rialzo e subito Alexander mi affianca. -Stai bene?- domanda.
Faccio un cenno affermativo. -I miei complimenti, hai distillato un veleno perfetto- dico poi.
Lui sorride amaro. -Non abbastanza veloce. Lux, quell'uomo ti stava.. Voleva..-
-Ma non lo ha fatto- ribatto posandogli un dito sulla bocca. -Il piano ha funzionato. Il veleno ha funzionato. E abbiamo la chiave. Ora pensiamo a Dow e Jeis-
Sta zitto un attimo, poi annuisce.
Ritiro il dito, soddisfatta.
Non posso ancora credere di essere stata proprio io a ideare un piano simile. Offrire il mio stesso corpo come assicurazione per rendere la strategia più efficace.
Eppure, era il modo più rapido per raggiungere il nostro scopo.
Sto diventando una brava stratega. Dow sarebbe fiero di me.
E probabilmente anche papà.
Questo pensiero mi scalda dentro mentre cerco la forza di proseguire.
La trovo. Respiro. Ho la chiave del portone.
Sono pronta per la prossima tappa.

Wolf's Knights - BrothersWhere stories live. Discover now