Don't say anything tonight if you're gonna say goodbye

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Morire è semplice, è rapido, paradossalmente indolore e calmo.

Quando una pallottola ti trapassa una spalla tutto quello che senti addosso è fuoco e la tua anima, che insieme al tuo corpo, si dilania, e a quel punto speri davvero di morire.

Speri di chiudere gli occhi e addormentarti, speri che qualcuno stacchi il tuo interruttore e faccia finire tutto, che semplicemente spenga tutto quel dolore.

Ma una cosa sola era rimasta attaccata alla corteccia celebrale di Louis: due occhi verdi paralizzati e inondati di lacrime che lui quella volta non sarebbe riuscito a fermare; il rombo lontano di quella maledetta jeep e quel ragazzo che è divenuto ragione della sua vita e di molte sue azioni che lo implora di non chiudere gli occhi, di restare con lui, ancora un po', solo un po'.

E prima di chiudere gli occhi, Louis l'aveva sentita la volontà di reagire, per Harry, ma non era stato abbastanza forte, il buio era calato su di lui e aveva deciso di seguire quella luce che sapeva di salvezza e silenzio.

Louis non era mai stato un tipo pacato, silenzioso, non era mai stato uno di quei topi da biblioteca costantemente chini sui libri. Era dotato di un'intelligenza e di una vivacità fuori dal comune che l'avevano reso la più grande benedizione mai arrivata lì a Wenchi.

Louis era pieno di vita, era sempre stato una persona luminosa e forte, determinata.

Per questo, nel momento in cui aprì gli occhi quasi gli venne da ridere.

Era vivo, fottutamente vivo.

Ancora un'altra volta Louis Tomlinson era riuscito a farla franca e a sottrarsi alla meschinità del destino. Portò in avanti la mano sinistra a carezzare quell'ammasso di ricci che si era addormentato su una delle sue gambe. Avere la fortuna di riperdere le mani in quei ricci morbidissimi lo fece quasi piangere. Passò le dità tra ogni groviglio e scese poi a carezzare una delle guance scavate del più piccolo. Gli era sempre piaciuto da pazzi guardarlo dormire, ma ora lo stava letteralmente consumando.

Ad un tratto il corpo del riccio scattò e il ragazzo si risvegliò tirando su la schiena.

Quando finalmente riuscì a rivedere gli occhi di Louis sentì di non essere mai stato così contento in vita sua, si sentì la persona più forte e anche quella più debole al mondo.

Louis riuscì a vedere quel sorriso quasi imbarazzante squarciare le fossette di Harry e riempirgli gli occhi di una luce incandescente, nuova.

"Sei..stai..tu.." farfugliò il più piccolo ad un tratto lontano dal corpo di Louis, impaurito e soprattutto incredulo. Louis sentì gli occhi bagnarsi nel risentire di nuovo quella voce, il cuore cominciò a correre veloce, come mai prima.

Era vivo, vivissimo e Harry era proprio lì, sano e salvo, accanto a lui.

"Si" sussurrò il più grande con una voce inaspettatamente roca "Anche tu sei bellissimo, sai?" gli chiese ridendo quasi tra le lacrime. La sua risata era fioca e debole, ma era una risata, una di quelle per cui Harry era sicuro avrebbe dato tutto pur di poterla risentire.

Il riccio scosse la testa e si beò del ritorno del suo ragazzo "Sei impossibile" asciugò una lacrima che stava solcando bastarda la sua guancia.

"Harry" sussurrò il più grande "Ti prego vieni qui" quasi supplicò.

Solo in quel momento il più piccolo parve rendersi conto della distanza che li divideva e ne odiò ogni più piccolo millimetro. Si avvicinò al più grande e chinandosi lentamente catturò le labbra secche di Louis tra le sue bagnandole e ridando loro un po' di quel calore e colore originari.

I Was HereWhere stories live. Discover now