18. Hope

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MIKE'S POV


Will era morto.

L'unica persona che riusciva a capirmi meglio di chiunque altro, in tutto l'universo, se ne era andata per sempre. E io non potevo riportarlo indietro.

La sera più tardi, Lucas mi portò Eleven, dato che non sapeva dove andare.

Anche se in quel momento ero molto - molto - arrabbiato con lei, compresi che- beh, non aveva una casa. Quindi ero in un certo senso, costretto(?) ad ospitarla...?

Insomma, la accolsi di malavoglia e poi...non la calcolai minimamente.

Finche lei non rese molto difficile ignorarla.

Mi ero rintanato nel mio seminterrato e avevo preso la mia raccolta di disegni di Will.

Li volevo rivedere tutti. Dal primo all'ultimo. Avrei voluto guardarli ed imprimerli a vita nella mia memoria. Volevo fare in modo di ricordarli tutti, così mi sarei per sempre ricordato di Will. Della nostra vita insieme. Avevamo passato più tempo insieme che separati in dodici anni di vita.

Quando perdi una persona che fa così tanto parte di te, è come se un pezzo della tua stessa anima andasse in frantumi.


Will era morto.

Eppure c'era una parte di me che ancora non voleva crederci.

c'era ancora quel pezzetto di anima che condivido con Will, che non era morto come lui. E anche se tutti mi dicevano che se ne era andato, quella nostra connessione non ci voleva credere. Avrei potuto avere il suo cadavere davanti ai miei occhi in quel momento, ma quella parte non ci avrebbe creduto lo stesso.

È che io...tenevo a lui...così tanto. Io tengo a lui, così tanto. Così tanto da far quasi paura, a volte.

Guardavo i disegni di Will, uno per uno, accarezzandoli delicatamente, come se fossero state opere d'arte. Per me lo erano davvero.

La pace e l'equilibrio che ero riuscito a trovare in quel momento tragico furono spezzati da Eleven.


«La vuoi smettere, per favore??» Lo sciabordio della radiolina si interruppe ed io tornai a guardare i disegni di Will, consapevole che non ce ne sarebbero stati altri. Quello era tutto ciò che mi rimaneva di lui.

Poi ripartirono le onde della radio disturbate.

«Sei sorda?!» Non mi guardò neanche. Così, anche se forse lei non poteva capire, iniziai a parlare.

«Pensavo che fossimo amici, sai? — finalmente alzò lo sguardo — ma gli amici si dicono la verità. E sicuramente non si mentono a vicenda. — mi salì la rabbia — mi hai fatto pensare che Will stesse bene, che lui fosse ancora là fuori, ma lui non c'era. Lui non c'era! — sospirai, abbassando lo sguardo sui disegni del mio migliore amico — Forse pensavi di aiutare, ma non è così. Mi hai ferito. Lo capisci? Quello che hai fatto fa schifo. — le intermittenze continuavano a tremare — Lucas aveva ragione su di te. Dall'inizio.»

E poi tornai definitivamente ad ignorarla, accarezzando i disegni di Will.

Gli ultimi disegni di Will.

Passai una mano su uno schizzo del nostro party. Noi quattro. Il party senza di lui non sarebbe mai stato lo stesso.


Ma ad un certo punto, arrivò una voce a tirarmi fuori da quel baratro buio che mi stava ingoiando lentamente.

«So come on and let me know...»

Alzai immediatamente la testa. Avrei riconosciuto quella voce anche schiacciato dalla pressione di tutto l'oceano. E quella sensazione che mi diceva che era ancora vivo, quella cosa che mi faceva andare lo stomaco sottosopra, si risvegliò. 

Lui è ancora vivo, è ancora vivo!

Sarei riuscito a riconoscere quella voce cantare quella canzone ovunque.

Will era ancora vivo. Mi sentii luccicare gli occhi. C'era ancora speranza! 

Lo sarei andato a cercare fino in capo al mondo.

«Should I stay or should I go? Should I stay or should I go now?» Posai i disegni e mi alzai subito dal divano, con un sorriso che mi stava nascendo sulle labbra. E mi avvicinai ad El.

«Should I stay or should I go now?»

Quella voce sembrava così piccola e spaventata, come se stesse cercando di non farsi sentire.

El mi porgeva il walkie-talkie ed io non sapevo neanche più cosa pensare. A lei le stava scendendo un rivolo di sangue dal naso.

Guardai lei e la radiolina come se fossero state degli esseri sovrannaturali. Beh...era, almeno in parte, vero.

«If I go there will be trouble...and— afferrai il walkie-talkie — if I stay it will be — premetti il tasto per parlare con lui — double.»

«Will, sei tu? Sono Mike! Mi ricevi? Passo.»

Ma la sua voce era scomparsa. No, dannazione! «Will ci sei? Will!»

Niente da fare. Will e la sua voce erano scomparsi. Si poteva sentire solo le onde radio di un walkie-talkie preso a basso costo da RadioShack. Abbassai il walkie-talkie e le onde si interruppero.

«Era...era...?» Non avevo il coraggio di dirlo. Ammetterlo ad alta voce sarebbe stato come perderlo una seconda volta. Volevo solo che si salvasse. Dove sei Will? Dove sei?

El mi guardò, accennando un sorriso.

«Will.»

Il cuore mi si inondò di speranza.



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⏰ Last updated: May 08 ⏰

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The Chronicles of Will the Wise -BylerWhere stories live. Discover now