16. Il portale

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Giorno 3 — (Notte-...credo?)


Arrivai illeso fino a casa Wheeler. Nel cielo non avvistai alcun pipistrello demoniaco.

Ad un certo punto mi dovetti nascondere da uno di quei mostri più piccoli, ma quella volta stetti ben attento a non fare rumore.

Quando finalmente misi piede dentro casa Wheeler udii degli echi. Mi avvicinai al salotto e dalla televisione si poteva vedere delle particelle dorate tremare.

«La ricerca del dodicenne Will Byers si è conclusa nella tragedia. Il corpo di Byers è stato ritrovato nell'acqua di questa cava dalla polizia di stato, questa sera...»

...

Cosa...?

Cosa?

Ma io non sono morto.

O...forse lo sono? E questo è solo l'inferno per punirmi?

Ci pensai. Mi diedi un pizzicotto. Pensai di nuovo. Potevo ancora sentire la fame e la sete e la determinazione di uscire da quel buio. Mi chiesi se avrei mai rivisto la luce del sole. Se sarei mai riuscito a sentire del calore sulla mia pelle. Tossii un paio di volte per colpa dell'aria malsana.

No, non ero morto.

Non so spiegarmelo, ma per qualche ragione sapevo di essere ancora vivo.

Le vittime del mostro non ce l'avevano fatta, e se loro non c'erano riusciti, io dovevo sopravvivere per tutti quanti.

Per il signor Harry e per Barb.

Solo che...Mike, mamma, Jonathan...

Loro non lo sapevano. Non sapevano che ero ancora vivo! Come avrei fatto a farglielo capire? A quel punto si dovevano già essere tutti arresi.

Come potevo aggiustare le cose?

Scesi nella versione demoniaca del seminterrato di Mike e mi sedetti sulle scale, sempre pronto all'azione.

La barretta semi ammuffita di quella mattina e il sorso d'acqua non mi bastavano già più. Mi sentivo la testa girare per lo sforzo di scappare e lo stomaco stringersi su sé stesso.

Era arrivato il momento di aprire il pacco di Reese's Pieces.

Tirai fuori la confezione. King Size - Reese's Pieces - E.T's favorite candy!

C'era ancora la pubblicità di quel film sopra.

Aprii il pacchetto, presi tre caramelle al cioccolato e burro d'arachidi e le mangiai. Il sapore era sempre buono come mi ricordavo (neanche fossero passati cento anni...) e sperai che la sete non arrivasse subito.

Chiusi il pacco con una molletta che avevo nello zaino (non so cosa ci facesse lì) e mi appoggiai per terra, la schiena sul divano di Mike.

«One day is fine and next is black...» iniziai a canticchiare. Guardavo il soffitto e pensavo che ormai la speranza stava svanendo. Ogni ora, ogni giorno che passava. Più tempo spendevo in quel luogo, più sentivo che stavo perdendo me stesso.

«So if you want me off your back...» è stupido. Ma sperai che qualcuno potesse sentirmi. Non mi era ancora chiara tutta la 'cosa delle luci e delle voci'.

«So come on and let me know

Should I stay or should I go?

Should I stay or should I go now?

Should I stay or should I go now?

If I go there will be trouble

And if I stay it will be double-»

The Chronicles of Will the Wise -BylerWhere stories live. Discover now