13. Screams

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Giorno 2

Venni svegliato da una sensazione. Quanto avevo dormito? Non c'era modo di saperlo. Avevo ancora il fucile in braccio, avevo dormito in quella posizione e adesso il mio corpo ne sentiva le conseguenze. Mi sentivo rigido come un palo della luce.

Misi la sicura al fucile e afferrai la torcia, accendendola.

Iniziai a sentire delle voci. A quel punto qualcosa nel mio cervello fece 'click'.

Spensi la torcia. Le voci scomparvero. Provai a riaccenderla e ricominciai a sentire le voci.

«Via libera»

Ma quella non era la voce di Jonathan. Ne della mamma. Era uno sconosciuto. Volevo avvertirli, ma avevo problemi più grossi in quel momento. Avevo appena capito una cosa importante.

Andai vicino alla lampada nel soggiorno e provai ad accenderla. Ovviamente non funzionò. Tuttavia, portai la mano alla torcia e illuminai la zona.

Una povere dorata era sospesa a mezz'aria. Come incantato mi protesi per toccarla e semplicemente sapevo che stava accadendo qualcosa. Non poteva essere una coincidenza. Sentivo un formicolio piacevole sulla mano. La polvere sembrava muoversi come leggendomi nel pensiero.

Che assurdità.

Forse questo poteva essere a mio vantaggio. Però dovevo provare a capire quali erano le conseguenze nel...dall'altra parte.

Lo stomaco mi brontolava. Avevo la gola secca. Ma non potevo permettermi di sprecare risorse vitali.

Forse potevo...si, potevo andare in città! La mia bici era rimasta abbandonata accanto alla strada. Potevo vedere se c'era qualcosa che mi potesse aiutare.

Tolsi la sicura al fucile e uscii di casa.

Mi incamminai con molta discrezione al limitare del bosco.

Lì abbandonata per terra, c'era la mia bici. Montai in sella e iniziai a pedalare silenziosamente. Un nugolo di creature stava volando in un turbine nel cielo lontano da lì. Annotai mentalmente di tenermi lontano da quella zona tempestosa.

In pochi minuti riuscii a raggiungere il paese. Entrai in casa di Mike alla ricerca di qualcosa, qualunque cosa. Poi sentii delle voci.

«Conosci...Will?»

Mike era con qualcuno, immagino. Non con i nostri amici, poco ma sicuro. Passai oltre, sapendo che non mi avrebbe potuto aiutare in ogni caso.

Girai per tutta la città. Era inquietante quanto questa fosse uguale alla mia Hawkins. Era proprio come me la ricordavo. Ogni dettaglio.

Con tutto quel buio non riuscivo mai a capire che ore fossero. Ma sperai che fosse passato abbastanza tempo e mia madre fosse arrivata a casa.

Io continuai a camminare con il fucile in mano, la bici trascinata nell'altra.

Sentii uno sciame di versi terrificanti, volare proprio sopra la mia testa.

Mi nascosi, in men che non si dica, in un negozio. Abbandonai la bici sul marciapiede e restai muto.

Sembravano la versione mutante di pipistrelli diabolici.

«Quante diavolerie nasconde questo posto?» Pensai, reprimendo un brivido.

Quando lo sciame passò, uscii dal mio nascondiglio-

Per poi tornarci immediatamente, perché c'era un mostro proprio dall'altra parte della strada.

Aveva lo stesso aspetto di quello che mi aveva preso, ma era più piccolo.

Mi spostai dietro il bancone. Il piede mi scivolò sulla melma e colpì uno scaffale. Non so quanti barattoli, di non so cosa, caddero. Ma furono abbastanza, perché il mostro entrò nel negozio, in agguato.

The Chronicles of Will the Wise -BylerWhere stories live. Discover now