22. Mani vuote

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"Ti chiedo scusa amore miose non amo le parole quanto amo teTi chiedo scusa amore miose parlo di dolore, ma non so cos'è

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"Ti chiedo scusa amore mio
se non amo le parole quanto amo te
Ti chiedo scusa amore mio
se parlo di dolore, ma non so cos'è

[...]

E ti chiedo scusa se mi aggrappo alle
tue dita e divento una matita
e continuo a scrivere..."

Mani vuote - Angelina Mango

Torino era in lacrime quel pomeriggio di metà maggio. Un temporale si era abbattuto sulla città, costringendo Nelly ad esiliarsi in casa ad annoiarsi. Il grande libro di diritto commerciale che doveva studiare non la rallegrava, e il fatto che Andrea quella sera avrebbe tardato la inquietava anche più di quei tuoni rumorosi. Dopo l'allenamento mi fermo dal barbiere, poi ti raggiungo a casa tua, questo citava il messaggio del ventisette bianconero, che apparentemente non celava nessun alone di mistero. Nelly, però, era spaventata. Non sapeva di cosa si trattasse, ma c'era qualcosa dentro di lei che le suggeriva di rimanere in allerta.

Non dubitava di Andrea, non ne aveva mai avuto motivo, eppure quel giorno fu difficile ignorare i segnali che il suo inconscio le inviava. Non l'aveva visto agitato in quei giorni, ad eccezione di un episodio in cui si era innervosito per una piccolezza. Nelly aveva scrollato le spalle e aveva fatto finta di niente, pensando si trattasse solo di ansia provocata dall'arrivo imminente della partenza per la Germania. Poteva aspettarselo, in fin dei conti mancavano poche settimane e sarebbe arrivata la resa dei conti. Con quella maglia azzurra addosso avrebbe dovuto dare prova delle sue qualità, ma soprattutto dare conferma alla bella stagione con addosso la maglia della Juventus.

Eppure quel pomeriggio una strana sensazione avvolgeva Nelly, rendendola particolarmente inquieta e nervosa, al punto da costringerla a vagare da una stanza all'altra della sua casetta. Aveva provato a intrattenersi con lo studio, leggendo alcune pagine della sua lettura corrente di quel mese, ma niente era stato in grado di rasserenare la sua anima. Era come se qualcosa o qualcuno le stesse inviando dei segnali, quasi fossero dei campanelli d'allarme. Il tempo scorreva lento, non aveva mai avuto la stessa percezione come quel giorno da quando stava lì. Torino le piaceva proprio perché non aveva modo di notare quanto il tempo scorresse inesorabile. Ma non quel giorno. Quel giorno le lancette si muovevano troppo piano, e definire Nelly snervata era forse troppo poco.

Non voleva essere assillante, non voleva scrivere ad Andrea per chiedergli dove fosse o se stesse bene, ma quando la sveglia sul suo comodino segnò le sette e mezza di sera qualcosa aveva detto a Nelly di afferrare il telefono, andare contro la sua stessa natura e inviargli un messaggio. Era entrata su Whatsapp di fretta, notando una serie di messaggi inviati da Mia, e si promise di risponderle dopo aver scritto ad Andrea. Tutto bene? gli aveva genuinamente scritto lei, sperando in una risposta affermativa, poi tornò sulla chat di Mia e la mascella le toccò quasi terra. Le mani cominciarono a tremare e il telefono cadde sul letto, mentre Nelly si portò istintivamente una mano sulla bocca, quasi volesse trattenere un conato di vomito.

SOTTOVOCE | ANDREA CAMBIASOWhere stories live. Discover now