5. En e Xanax

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"In due si può lottare come dei giganticontro ogni dolore, e su di me puoicontare per una rivoluzione"

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"In due si può lottare come dei giganti
contro ogni dolore, e su di me puoi
contare per una rivoluzione".

En e Xanax - Comete

Giugno 2006

«È piccola, ha bisogno di noi due insieme. Non puoi andartene.»

Silvia lanciò un'occhiata alla piccola Nelly, stretta nelle sue coperte intenta a sonnecchiare, poi si lasciò sfuggire un sospiro per trattenere le lacrime.

Guardò il marito raccogliere i suoi vestiti e lanciarli senza un minimo di cura dentro una valigia, rendendosi conto solo dopo anni in realtà che aveva mischiato il suo sangue con quello di un mostro.

«L'hai voluta solo tu questa figlia. Porta persino il nome di tua madre, Eleonora, e la chiami pure Nelly come lei. Dio mio, la tua famiglia ti ha proprio mangiato il cervello.»

Era stata la sua famiglia a presentarglielo, a convincerla di aver trovato per lei la persona giusta. Silvia, però, era giovane. Giovane ed ingenua.

«Tu non ti sei mai opposto, ho pensato andasse bene anche a te.»

Leonardo rise amaramente. «Non me n'è mai fregato niente. Non so neanche se è mia. Non vedi che non mi assomiglia, è uguale a te e alla tua famiglia.» borbottò sprezzante.

Prese le ultime cose e si fermò sull'uscio della porta, guardando un'ultima volta la moglie. «Ti farò avere a breve le carte del divorzio dal mio avvocato.»

Dagli occhi di Silvia cadde una lacrima, pensando alla sua bambina. «Cosa le dirò quando mi chiederà di te?» gli chiese poi, ingoiando l'ennesimo boccone amaro.

«Se non sei codarda, dille la verità. Dille che di reale nel nostro matrimonio non c'è mai stato niente, che abbiamo sbagliato dall'inizio. Ma non lo farai, continuerai ad illudere te stessa e lo farai anche con lei.» rispose duro, indicando Nelly ancora dormiente sul letto dei genitori.

Leonardo se ne andò senza esitare. Silvia, invece, fino all'ultimo sperò che il marito si voltasse e si rendesse conto dell'errore che stava commettendo.

Passarono diciotto anni, ma nessuno aveva mai varcato quella porta per tornare indietro.

Nelly si guardò allo specchio, passandosi una mano sul viso provato dalle poche ore di sonno. Si asciugò le lacrime, poi prese un lungo respiro: era lunedì, una settimana era appena cominciata e non nel migliore dei modi.

Ripensò poi ad Andrea, a quanto bene le stesse facendo quel ragazzo e a quanta paura avesse di rovinare tutto con lui solo per colpa dei suoi traumi. Non lo vedeva da tre giorni e una strana sensazione di malinconia l'aveva avvolta.

Si erano sentiti in chat, lui le aveva fatto promettere una cena dopo che sarebbe tornato dalla trasferta. Il pensiero di condividere una parte della serata con lui l'aveva fatta sorridere, così aveva accettato.

SOTTOVOCE | ANDREA CAMBIASODove le storie prendono vita. Scoprilo ora