<Non sembri spaventato o sorpreso.> osservò, incrociando le braccia sul petto.

<Perché non lo sono.> risposi con estrema sincerità. <Ho affrontato situazioni peggiori.> conclusi.

<Aspetta un attimo.> disse prima di superarmi e avviarsi verso un punto imprecisato dietro di me.

Mossi il collo cercando di alleviare la sensazione di stanchezza che mi avvolgeva, mentre il corpo pulsava come se fosse stato ridotto in frantumi.

<Eccomi> affermò con un'eccessiva dose di entusiasmo, posizionandosi di fronte a me. <La riconosci?> domandò, alzando una parrucca rossa.

<Una parrucca?> chiesi, non capendo a cosa si stesse riferendo.

<Davvero non ricordi?> chiese con stupore. <Perfetto. Ti racconterò una storia.> aggiunse, battendo le mani come una bambina.

Si mise la parrucca in testa. <C'era una volta un uomo> disse, iniziando a girare attorno a me. <Che per assicurarsi il sostegno di un'intera fazione, decise di sfruttare una bambina, scopandola e manipolandola prima di esiliarla in un altro paese. Quella stessa donna trascorse tutti gli anni successivi a pianificare la sua vendetta, decidendo come avrebbe reso la vita di quell'uomo un inferno come lui aveva fatto con lei.>

Si posizionò di fronte a me, sistemando la parrucca rossa sulla sua testa. <Si avvicinò così all'unica donna che sia mai riuscita a sottomettere quell'uomo. Le raccontò come la sua vita fosse stata distrutta da lui, notò le ferite sulle braccia e usò il suo dolore per manipolarla, spingendola ad eseguire qualsiasi cosa le dicesse.>

<Hai sfruttato l'unica donna che ti abbia mai creduta e sostenuta. Lo consideri un successo?> domandai, interrompendo il suo stupido racconto.

<È tua la colpa.> affermò. <Non avresti dovuto permetterle di entrare nella tua vita.> tolse la parrucca e si avvicinò a me. <Diamond è una brava ragazza, ma la mia vendetta era più importante. Avresti dovuto insegnarle a non essere così ingenua. Mi sono presentata come una vittima indifesa e lei ha voluto incarnare la giustizia.> alzò le spalle. <Ha fatto tutto da sola. L'unica cosa che le avevo chiesto era il titolo di Alpha, per poterti annientare.>

<E cosa aspetti a vendicarti?>

<La mia vendetta è già iniziata. Ti ho scopato, Eros. Ho abusato del tuo corpo, ti ho frustato e ferito. Sono venuta su di te mentre ti abbandonavi a me, pensando che fossi Diamond. Quella droga ha fatto il suo effetto, hai persino visto tua madre.> dichiarò con noncuranza, gettando la parrucca a terra.

Risi di fronte alle sue affermazioni. <Credi davvero che mi interessi? Se desideravi fare sesso con me, potevi semplicemente chiederlo. Avrei soddisfatto la tua richiesta e avremmo evitato tutto questo spreco di energie.> mentii, comprendendo il motivo della stanchezza nel mio corpo e il dolore diffuso che lo accompagnava.

<Posso farti una domanda? Cos'ha Diamond che io e Isabel non abbiamo?>

<È vera.> risposi senza nemmeno pensarci.

Lei non inganna, non pianifica, non mente per ottenere quello che vuole. È migliore di tutti noi, è migliore di me.

Diamond è l'unica donna che sia riuscita a farmi ritrovare mia madre in lei. La sua gentilezza, la sua innocenza, la sua onestà. Incarna tutti gli ideali che mia madre ha cercato di trasmettermi; per me, Diamond rappresenta la perfezione, sia estetica che morale.

La mia little red rose è una delle poche donne in questo mondo che sarebbero disposte ad aiutare una psicopatica come Victoria in nome della giustizia.

The Promise 2Where stories live. Discover now