Diamond 13

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Non è cieco chi non vede, è cieco chi si fida.
Mira Light


Viva. Mi sono sentita viva.
In completo possesso del mio corpo.

Lo abbracciai appena varcai la soglia della porta, correndo verso di lui per stringerlo a me. Sentii i suoi battiti e il suo calore diffondersi nel mio corpo. In quell'istante, tra le sue braccia e con il suo profumo che mi avvolgeva, tutti i miei pensieri svanirono, assaporando quel momento di completo silenzio.

Ogni preoccupazione svanì, sentendomi bene tra le sue braccia, in pace con me stessa.

"Faremo un gioco."

Disse, poi nascose il recipiente dorato e mi invitò a trovarlo entro 7 minuti, un minuto per ogni mio indumento.

All'inizio un senso di ansia mi colpì, la sudorazione aumentò e il battito accelerò, consapevole di come ho ridotto il mio corpo.

Mi chiese di togliere la felpa, e quando vide i miei tagli, si avvicinò a me e li baciò. Tremavo, temendo il rifiuto, il pentimento, e l'allontanamento. Ma mi sbagliavo. Emilien mi guardò, e il calore delle sue labbra circondò ogni mia ferita, riscaldandomi dentro e portandomi tranquillità.

Quello che per lui fu solamente un gesto, per me rappresentò l'accettazione da parte dell'unico uomo che abbia mai amato con tutta me stessa. Mi sentii bene, ritrovai la pace in quell'attimo. Chiusi gli occhi, sentendo il suo calore diffondersi dentro ogni taglio, rendendo quelle ferite un po' meno brutte, un po' più accettabili. E rendendo anche me un po' più accettabile.

Mi chiese di togliere la maglietta e io lo feci, restando in reggiseno, diventando completamente rossa di fronte a lui. Mi sentii in enorme imbarazzo, strinsi le braccia al petto, sperando che la smettesse di osservarmi con quelle maledette iridi.

"Togli i pantaloni."

A quelle tre semplici parole, sentii il mondo crollarmi addosso. Con molta esitazione, abbassai gli occhi, incapace di immaginare la sua reazione. Mi guardò attentamente, scrutandomi fino a posare lo sguardo sul rossore sulle mie cosce. Rimase indeciso se parlare o meno, rimanendo un momento in silenzio prima di dire: "3 minuti", riavviando il cronometro. Un sospiro di sollievo mi sfuggì, riprendendo a respirare. Mi voltai e tornai a cercare.

Mi baciò i tagli.
Decise di ignorare le ustioni causate dall'acqua calda.

"E se non riuscissi a trovarlo entro i 7 minuti?" gli chiesi, particolarmente incuriosita da quel gioco.

"Sarai mia, Diamond. Ti troverò e ti scoperò ovunque tu sia e in qualsiasi posizione ti trovi."

A quella risposta, la paura prese il controllo del mio corpo, il mio cuore accelerò battendo forte nel petto. Tuttavia, decisi di ignorare quelle parole e partecipare comunque al gioco.

Corsi, cercando in ogni angolo. Dovevo trovarlo. Avevo paura, non volevo rivivere quei ricordi dolorosi, non volevo che la mia mente associasse quel dolore anche a lui, non a Emilien.

Trovai il recipiente nel frigorifero. Salii su una sedia per raggiungerlo, rischiando di cadere.

"Tranquilla, non ti lascerò."

Mi prese prima che potessi cadere e mi adagiò con delicatezza sul tavolo. Lo abbracciai stretto, inspirando il suo profumo mentre lottavo contro le voci che pian piano mi stavano riempiendo la mente, suggerendomi di scappare, di non permettere a lui di farmi del male come gli altri uomini.

Prese il recipiente e lo aprì, era colmo di fragole. Ne prese 4, una dopo l'altra.

"Il mostro della tua infanzia."

The Promise 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora