Eros 3

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Mai permetterò ad alcuno di ferire le persone che giudico meritevoli della mia protezione.
Eros Knight


Isabel.
La mia ninfetta mentì nel momento in cui, ingenuamente, le chiesi informazioni sulla mia Helianthus, mi disse che si era diretta in Germania, affermò il falso per tenermi lontano da Diamond.

Mai avrei immaginato di varcare la soglia del suo portone con una tale rabbia nei suoi confronti, lei che da sempre fu il mio rifugio, l'unica che sia riuscita a trasformare l'odio e il dolore che annientò la mia infanzia in sollievo.

La prima donna della quale fui completamente ossessionato, l'unica che con un solo bacio sia mai riuscita a strapparmi dalle braccia del tormento, trasportarmi verso il piacere più sfrenato.

Con lei da sempre mi sentii libero, mi appoggiò in tutto ciò che feci e mi seguì in ogni mia pazzia, lasciò la sua famiglia trasferendosi in Brasile con me, legò il suo destino al mio riservandosi esclusivamente a me.

Fui il primo con il quale provò ogni piacere legato al sesso, il primo che baciò, il primo che amò, la sua prima e unica relazione. Io fui il primo per lei in ogni ambito e riconosco l'importanza di un simile atto. Mai trovò conforto in braccia che non fossero le mie, mai mi tradì neppure col pensiero.

Ero consapevole del fatto che fossi l'uomo che da sempre bramò e mai mi sottrai al suo volere, concessi il mio corpo a lei, la presentai alla fazione come mia, ma mai le avrei perdonato un simile tradimento.

Se i miei dubbi si fossero rivelati fondati, in quel momento...

Spero che non lo siano.
Spero di sbagliarmi.
Spero di averla solamente fraintesa.

<Isabel Ghellen!>

La vidi scendere, con estrema tranquillità, le scale che conducevano al piano superiore, indossando solo un semplice vestitino di pizzo nero con una scollatura profonda che circondava il suo seno prosperoso. I capelli neri umidi erano sciolti e lunghi fino alle spalle, le lentiggini contornavano perfettamente gli occhi nocciola e le labbra carnose.

<Amore> sussurrò lei sensualmente, lasciandomi un bacio sulle labbra, i suoi capelli emanavano un aroma di vaniglia. Inclinai la testa per incrociare il suo sguardo; senza tacchi, era ancora più bassa del solito. Dovette mettersi in punta di piedi per tentare di raggiungere la mia altezza.

<Dov'è tuo fratello?> le chiesi con tranquillità, esercitando un notevole autocontrollo, lei distolse lo sguardo abbassando il capo <Sembri teso, lascia che provi a farti stare bene.> affermò, alzando il maglioncino nero per toccare delicatamente i miei addominali, sentii i suoi capezzoli turgidi al di sopra della stoffa e le labbra che mi posarono un bacio sul collo.

Intrecciai le dita nei suoi capelli ancora umidi a causa di una precedente doccia, stringendo la presa e costringendola a inclinare il capo <Ti ho fatto una domanda.> dissi, percependo la rabbia prendere lentamente possesso della mia mente <Rispondi.> conclusi a poca distanza dalle sue labbra. <Sai che mi fai eccitare da matti quando sei arrabbiato?> sussurrò per poi prendere la mia mano e posizionarla fra le sue gambe, facendomi sentire quanto fosse bagnata per me, emettendo un sospiro di desiderio nel momento in cui le mie dita furono a contatto con la sua intimità.

Mi allontanai immediatamente, sentendo il mio controllo vacillare. Lei era la mia ninfetta, non mi sarei mai perdonato se l'avessi resa la vittima del mostro che covavo al mio interno. Lo stesso mostro che stava per uccidere Luke fra le sue stesse mani oggi.

The Promise 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora