10. Whitechapel

148 19 3
                                    

Essere in grado di avere una buona notte di sonno era un lusso che non avevano avuto per molto tempo, da quando il mondo era diventato un caotico incubo apocalittico in cui letti comodi, lenzuola pulite e sonno ininterrotto erano ricordi lontani.

Louis si svegliò quando il sole del mattino cominciò a filtrare attraverso le tende lacerate e il suo corpo tremò. Grugnì flebilmente, sentendosi disorientato per un momento mentre cercava di mettere insieme gli eventi che li avevano condotti in quella stanza.

Si sollevò lentamente sui gomiti e poi strofinò il volto con le mani in un inutile tentativo di cancellare la stanchezza. Lanciò un'occhiata alle sue spalle e notò i residui della loro passione sparsi nella stanza: i suoi pantaloni e le mutande di Harry abbandonati su una poltrona.

Non poté fare a meno di lasciar ricadere la testa sul cuscino in modo drammatico, i suoi pensieri un groviglio di emozioni e ricordi. Proprio quando stava cominciando a chiedersi dove fosse sparito Harry, sentì un chiaro rumore di movimenti: il fruscio di un tessuto, una cerniera e un leggero tonfo seguito da un'imprecazione borbottata. Alcuni momenti dopo la testa di Harry sbucò dalla porta a due battenti parzialmente aperta.

"Non potevi almeno coprirmi con una coperta?" chiese Louis con la voce ancora rauca dalla notte precedente.

"No" rispose Harry in automatico con un sorrisetto sulle labbra mentre si appoggiava contro lo stipite della porta, totalmente sfacciato nella sua nudità. "Non con una vista del genere."

Louis grugnì di nuovo e arrossì lievemente sulle guance, poi tastò alla cieca alla ricerca della coperta per nascondersi dallo sguardo insistente di Harry. Dopo essersi avvolto il corpo, si sedette sul bordo del letto e tentò di domare i suoi capelli arruffati.

"Cristo, puoi vestirti?" borbottò a bassa voce.

Harry ridacchiò, addentando una barretta ai cereali che probabilmente aveva rubato dallo zaino di Louis. "Non dirmi che non ti piace quello che vedi."

"Potresti non piacermi tu," ribatté Louis, stringendosi la coperta attorno e lasciando dondolare le gambe dal bordo del letto con cautela per poi gemere alla fitta di dolore improvviso che sentì alla base della schiena, "ma fisicamente parlando vedo il fascino." Con occhio critico lo scrutò dalla testa ai piedi prima di alzarsi e oltrepassarlo, dirigendosi verso il bagno. Sperò disperatamente che ci fosse dell'acqua corrente ancora funzionante in quell'hotel abbandonato.

"Neanche mi inviti?" chiese Harry in tono provocatorio.

"Fottiti" urlò Louis in risposta e quel battibecco alleviò momentaneamente la tensione che aleggiava ancora nell'aria.

Nonostante la precarietà della loro situazione e l'incertezza del mondo esterno, c'era un qualche tipo di scintilla tra loro, una connessione che si opponeva al caos attorno a loro e offriva un barlume di speranza in mezzo all'oscurità.

Qualcosa che avevano momentaneamente dimenticato era il fatto di non essere soli nell'hotel. Dopo aver finito di vestirsi ed essersi preparati per affrontare la giornata e i loro compagni sopravvissuti, Louis afferrò saldamente la maniglia della porta per bloccare Harry.

"Se dici a qualcuno quello che è successo, ti uccido" lo avvertì Louis con un tono estremamente serio.

Harry non sembrava minimamente sorpreso. Guardò solamente Louis mentre era intento a raccogliere i capelli ribelli in una crocchia come era solito fare. Il modo in cui Harry flesse i bicipiti attirò l'attenzione di Louis, che si distrasse per un secondo. Prima che Harry potesse rispondere, però, due forti colpi alla porta interruppero il momento. I due uomini si scambiarono sguardi colpevoli e sui loro volti era riflesso lo sconcerto per essere stati beccati in un momento intimo e vulnerabile. Louis indietreggiò e poi spinse Harry verso la porta, come se sperasse di nascondersi dietro di lui.

Requiem for the Dawn - Italian TranslationWhere stories live. Discover now