XXV.DAPHNE

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DAPHNE non pensava che avrebbe mai provato sollievo nel vedere Leo Valdez. Ma eccola lì. Che lo vedeva seduto al tavolino attraverso gli occhi di Timeo e sospirava contenta. Quando Jason li aveva chiamati sul ponte, non riusciva a crederci. Le loro supposizioni erano basate su una zattera, non poteva aspettare che attraccassero. Quindi mandò avanti i suoi occhi, che perlustrarono la cittadina finché non lo trovò in cima alle fortificazioni della città. Era seduto in un bar all'aperto affacciato sul mare, beveva una tazza di caffè ed era vestito in modo diverso dal solito. Aveva una camicia bianca aperta sulla maglietta del campo greco, dei jeans larghi pieni di tasconi e un vecchio giubbotto mimetico.

Leo alzò lo sguardo, vide Timeo e gli fece un cenno. Daphne confermò che Leo fosse lì.

Quando lo raggiunsero, Piper lo abbracciò così di slancio che per poco non lo buttò giù dalla sedia. <<Leo! Santi numi, dove sei stato?>>

<<Valdez!>> Hedge sorrise. Poi si ricordò di avere una reputazione da difendere e si sforzò di guardarlo torvo. <<Se ti azzardi a sparire un'altra volta in questo modo, teppistello, giuro che ti stendo per un mese!>>
Frank gli diede delle pacche sulla schiena così forti da farlo sobbalzare. Perfino Nico gli strinse la mano. Hazel gli stampò un bacio su una guancia. <<Pensavamo che fossi morto!>> Leo sorrise. <<Ehi, ragazzi. No, no, sto bene>> Jason lo abbracciò, arruffandogli i capelli. Daphne si tenne in disparte per i saluti. Le bastava sapere che ci fosse ancora speranza, che ne avessero trovato almeno uno. Sentiva di star respirando di nuovo.

<<Rosier>> Leo le fece un cenno strano, il suo sorriso si spense leggermente. Daphne fu presa alla sprovvista dal suo cognome, niente battute? Ghigni? Aveva passato una settimana a pensare che quando l'avrebbero trovato - si, quando, perché si rifiutava di perdere un altro del loro equipaggio - le avrebbe detto qualcosa di stupido tipo "ti sono mancato?" O "ammetto che hai pianto per me". Invece, niente del genere. Daphne annuì, abbozzando un sorriso, e Leo prese di nuovo posto al tavolo con gli altri che lo seguivano.

Non li guardava negli occhi, e teneva le mani perfettamente immobili sul tavolo. Leo non teneva mai le mani ferme. Tutta la sua energia nervosa si era prosciugata, per essere sostituita da una sorta di nostalgica malinconia. Daphne non sentiva nemmeno le vibrazioni del suo piede che sbatteva periodicamente sul pavimento sotto al tavolo.
Daphne si domandò come mai quell'espressione gli sembrasse familiare. Poi si rese conto che Nico Di Angelo aveva la stessa aria dopo aver affrontato Cupido fra le rovine di Salona.

Entrambi sembravano avere problemi sentimentali.
Mentre gli altri prendevano le sedie dai tavoli vicini, Daphne vide Jason che si chinò verso Leo e gli strinse una spalla. <<Ehi, amico, cos'è successo?>> la romana fece finta di essere persa nei propri pensieri, con lo sguardo rivolto a Piper che tirava una sedia dall'altro tavolo, ma le sue orecchie erano rivolte alla loro conversazione. Leo lanciò un'occhiata al gruppo. Il messaggio era chiaro: "Non qui. Non davanti a tutti." Timeo gracchio sulla sua spalla, impaziente, e Daphne sbuffò facendolo sciogliere nel fumo.

VIDI | leo valdezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora