XIII.HAZEL

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TUTTO odorava di veleno.

Due giorni dopo aver lasciato Venezia, Hazel non riusciva ancora a liberarsi il naso dal tanfo pestilenziale di eau de mostro-mucca.

Certo, il mal di mare non aiutava. L'Argo II solcava l'Adriatico, una splendida distesa di azzurro; ma Hazel non riusciva ad apprezzarlo, per colpa del costante rollio della nave. Sul ponte, cercava di tenere lo sguardo fisso all'orizzonte, sulle bianche scogliere che sembravano sempre trovarsi a pochi chilometri di distanza verso est. Cos'era quella, la Croazia? Hazel non ne era certa. Ma non vedeva l'ora di tornare sulla terraferma.

La cosa che la nauseava di più però era la donnola.
Durante la notte, Gale - la donnola di Ecate - era comparsa nella sua cabina. Hazel si era svegliata da un incubo pensando: "Cos'è questa puzza?" e aveva trovato quella bestiaccia pelosa ritta sul suo petto, che la fissava con gli occhietti neri e luccicanti. All'inizio pensava che fosse uno degli animali di Daphne, e che per qualche strana ragione la figlia di Somnus fosse nella sua cabina a guardarla attraverso quelle iridi animalesche, ma quando la donnola passò gas si rese conto di chi fosse davvero.

Non c'è niente di meglio che svegliarsi urlando, balzare giù dal letto e mettersi a saltellare in cabina con una donnola che ti zampetta fra i piedi, squittendo e scoreggiando.

Gli altri erano accorsi a vedere se stesse bene. Era stato difficile spiegare la presenza dell'animale. Leo si era sforzato molto per non uscirsene con una delle sue battute, Hazel se n'era accorta perché si era nascosto il volto con la camicia e Daphne gli aveva tirato un pugno così forte sul braccio da farglielo addormentare. Da allora, Leo si era solo lamentato per il colpo, e Hazel non aveva sentito alcun commento sul suo nuovo animale da compagnia.

Quella mattina, dopo che la confusione era cessata, la figlia di Plutone aveva deciso di rivolgersi a Hedge, visto che lui sapeva parlare agli animali.

Trovò la porta della sua cabina accostata e udì il satiro che parlava come se fosse al telefono con qualcuno... solo che non c'erano telefoni a bordo. Forse stava inviando un messaggio-Iride? Hazel sapeva che i Greci li usavano molto. <<Ma certo, tesoro>> stava dicendo Hedge.

<<Si, lo so, piccola. No, è una notizia fantastica, ma...>> La sua voce si interruppe per l'emozione, e a un tratto Hazel si sentì una persona orribile a starsene li a origliare. Se ne sarebbe andata, ma Gale squitti, costringendola a bussare.

Hedge fece capolino sulla porta, accigliato come al solito, ma con gli occhi rossi. <<Che c'è?>> brontolò.
<<Ehm... mi scusi>> disse Hazel. <<Sta bene?>> Il satiro sbuffò, spalancando la porta. <<Che razza di domanda è?>>

Non c'era nessun altro nella stanza.

<<Io...>>Hazel cercò di ricordarsi perché si trovava li. <<Mi chiedevo... non è che potrebbe parlare con la mia donnola?>> Hedge socchiuse gli occhi. Abbassò la voce. <<Stiamo parlando in codice? C'è un intruso a bordo?>>

VIDI | leo valdezTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang