Capitolo 29.

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Roma, 1978.

Il frenetico bussare alla porta fece schiudere un occhio a Gabriele. Era assonnato e dannatamente infastidito dal classico baccano a cui oramai era abituato. "Lo faccio per preservare la mia salute mentale e la mia vista" aveva affermato Margherita, per evitare di entrare nella camera e trovare "scenari imbarazzanti", chiaramente parole sue.

Gabriele si lasciò andare ad un lungo sbadiglio, ma percependo un braccio stretto al suo addome spalancò gli occhi. Si voltò di poco, il giusto per vedere una massa di capelli biondo cenere riversarsi sul volto serenamente dormiente di Edoardo. Gabriele sorrise al pensiero della notte trascorsa con il ragazzo, ma non ebbe tempo di godere di quel ricordo che i colpi irruenti di Margherita sul legno della porta si intensificarono.
<<Edo.>> Gabriele scosse il ragazzo, che biascicò un "ancora un pochino".
Il rosso lo guardò sconcertato, chiedendosi come riuscisse a dormire così beatamente nonostante il baccano.
<<Edo, svegliati. Sbrigati.>> Gabriele mise più forza nell'agitare il corpo del ragazzo, ma non diede alcun segno di risposta.
<<Io sto entrando.>> la voce di Margherita, appositamente talmente forte, fece raddrizzare Gabriele. Il rosso guardò la maniglia della porta inclinarsi verso il basso. Si irrigidì intimorito e con uno scatto del capo riportò di nuovo lo sguardo verso il biondo.
<<Oh al diavolo, mi perdonerà più tardi.>> mormorò Gabriele tra sé e poi, con un gesto irruente, spinse il ragazzo per terra.
Edoardo strabuzzò gli occhi, svegliandosi di soprassalto. Guardò confuso Gabriele, non nascondendo l'imprecazione che stava proprio sulla punta della sua lingua ma che rimase lì, quando realizzò la situazione in cui si trovava.
<<Sotto il letto. Ora.>> sussurrò con foga Gabriele.
Il biondo non se lo fece dire più di una volta e rotolando su se stesso scomparse dalla vista del rosso.

<<Buongiorno splendore.>> Gabriele tirò un sospiro di sollievo, vedendo Margherita irrompere nella sua stanza sorridente e ignara di tutto.
<<Ti vedo agitato.>> affermò, inclinando il volto e scrutando il ragazzo con fare sospetto.
<<Non ho avuto un risveglio gradevole.>> disse indispettito Gabriele, mettendosi seduto. Margherita sorrise sotto i baffi.
<<Lo faccio per un benessere reciproco, lo sai. Io non necessito di consultare uno psichiatra per la vista di un mio paziente in atti osceni e tu eviti una sana dose di imbarazzo.>> fece spallucce, per poi iniziare a gironzolare nella stanza come al suo solito.
Gabriele alzò gli occhi al cielo, rilassando la schiena alla spalliera del letto.
<<Sei pure rosso in volto, sai?>> domandò Margherita.
<<Hai sognato il signorotto?>>
Gabriele ritirò lo sguardo con terrore.
<<Potremmo evitare di parlare di lui?>> chiese il ragazzo, cercando di omettere la paura delle frasi che avrebbe potuto pronunciare la sua dolce e cordiale infermiera.
<<Parli sempre di lui. Di quanto sia divertente, romantico, intelligente, furbo...>> iniziò ad elencare senza neppur prendere fiato.
<<Margherita.>> la richiamò il ragazzo.
<<Alto, bello e modello.>> concluse con voce acuta, facendo perfino un saltello.
Gabriele si passò una mano sul volto, sospirando.
<<Abbiamo finito?>> domandò ill ragazzo.
<<Be' per non parlare della tua ossessione nei confronti del blu celeste dei suoi meravigliosi occhi.>> pronunciò con tono melodrammatico.
<<Va bene. Ora abbiamo decisamente finito.>> sentenziò Gabriele al limite dell'esasperazione. Non osava immaginare come Edoardo stesse sghignazzando lì sotto.
<<Sei così esagerato. Sei semplicemente innamorato.>>
<<Margherita, basta!>> strillò il rosso, non sapendo neppure decifrare il calore che sentì avvampare nelle sue guance.
La dolce infermiera rise di gusto per poi sospirare.
<<Qui c'è la colazione.>> con le mani sui fianchi, schioccò un'occhiata al vassoio lasciato ai piedi del letto. Poi diede le spalle al ragazzo, avanzando verso la porta.
<<Grazie.>> disse Gabriele, sentendosi per la prima volta sollevato all'idea di vederla andare via.
<<Ah tesoro.>> fece lei, voltandosi.
<<La prossima volta devi dire ad Edoardo di mettere sotto il letto anche i suoi piedini, va bene?>>
Gabriele si affogò con la sua stessa saliva, mentre Margherita lasciò la stanza, ridendo a crepe pelle.

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