Capitolo 24.

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Roma, 1978.

A svegliare Gabriele in quella mattina di inizio aprile non fu il cinguettio degli uccellini, che tanto allegramente cantavano in quelle giornate primaverili. No, niente affatto.
L'artefice di quel risveglio sgradevole fu Margherita e la violenza con la quale aprì le tende della finestra lasciando i raggi solari illuminare tutta la camera e accecare il ragazzo.
<<Perché non puoi più entrare in questa camera dicendo un classico "buongiorno"?>> biascicò il rosso, coprendosi il volto con il cuscino.
<<È mezzogiorno, che buongiorno dovrei darti?>>
Gabriele tolse il cuscino dalla faccia per sbirciare l'orario segnato dal suo orologio da parete, nel mentre che Margherita continuava a girovagare nella stanza.
<<Non mi hai svegliato neppure questa mattina!>> esclamò il rosso, mettendosi seduto. L'infermiera si fermò e si voltò verso il ragazzo.
<<La tua puzza di cloro mi ha fermata giusto in tempo.>> Margherita incrociò le braccia sotto al suo petto e Gabriele spalancò gli occhi.
<<Cloro? No... ti sbagli.>> mormorò il ragazzo, simulando una finta sicurezza che fece aggrottare le sopracciglia dell' infermiera.
<<Ho cambiato fragranza di sapone, sarà... sicuramente quello.>> aggiunse.
Margherita sospirò.
<<Hai finito di dire scemenze?>> posò le mani sui fianchi larghi e lo guardò con fare annoiato.
<<Non posso tenerti niente nascosto.>> sbuffò il ragazzo.
<<Non devi tenermi niente nascosto.>> sorrise lei.
<<Piccolo nuotatore notturno... con la speranza che tu fossi solo e che tu non abbia inquinato l'acqua dove le vecchiette stanno facendo riabilitazione con i vostri spermatoz->>
<<Margherita!>> esclamò Gabriele, rosso in volto.
L'infermiera ridacchiò, per poi lanciare verso il ragazzo una vestaglia.
<<Ricomponiti, sta per arrivare la tirocinante.>>
<<La tirocinante?>> domandò confuso il ragazzo.
<<Sì, la tirocinante. Volevi un ragazzo? Non ti soddisfa abbastanza il signorotto?>>
<<Margherita!>> la riprese subito Gabriele, stremato dal suo essere così diretta.
<<Facevo per dire.>> la donna alzò le braccia in senso di difesa, senza omettere un ulteriore risata di scherno.
<<Ricomponiti, stiamo per arrivare!>> esclamò lei, per poi chiudere la porta.
Gabriele poggiò la testa alla spalliera del letto e sospirò. Era proprio in un covo di matti.

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