Capitolo Tredici.

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Hunter

La sua immagine, con i capelli scuri legati in delle treccine e il corpo fasciato da un completino che le avrei strappato a morsi.

I suoi occhi pieni di innocenza che mi guardavano, come se volesse odiarmi, ma so bene che nonostante siano anni che ci prova, non ci riuscirà mai davvero.

Lei mi appartiene, e lo sa in cuor suo.

Dovrei pentirmi di averla toccata in quella maniera? Si.

Lo rifarei? Si.

Sarei andato oltre? Cristo, si.

Non riesco a resisterle, la odio, la disprezzo, ma non riesco a resisterle.

Esco dalla doccia di Theo con lui e Thomas ancora a dormire.

Sembrano due bradipi, Dio santo.

Prendo i boxer puliti dal cassetto di Theo, insieme a dei pantaloni di tuta grigia, per fortuna abbiamo la stessa taglia.

Esco dalla camera e vado in cucina, ho fame, così prendo del succo e un pacco di biscotti.

Mi vibra il telefono nella tasca dei pantaloni, lo prendo e lo accendo.

Un numero sconosciuto.

Apro il messaggio.

Sconosciuto: Tornerà da me.

Schiudo le labbra, momentaneamente sotto shock. Non capisco, chi mai potrebbe essere?

Mi sono fatto abbastanza nemici, soprattutto per la persona che era e che è mio padre, ma non "devo nessuno a nessuno".

Sospiro, e un pensiero mi balena in testa. Sarà David che ha trovato il modo di vedere me e Lola?

Impossibile, non c'era nessuno, me ne sono assicurato prima di assaporare il suo dolce sapore così innocente e buono.

Mi lecco il labbro inferiore al solo pensiero.

Spengo il telefono quando sento sbattere la porta di una camera, ma mi giro troppo lentamente, perché ora sono contro il muro della cucina con le mani di Thomas al collo.

« Come cazzo hai potuto! » Mi urla contro, ed io per un attimo non capisco, poi realizzo.

Dal suo telefono ancora acceso, sul pavimento, si sente un grido, un grido che bramo da anni, un grido che ho procurato io.

L'infame pagherà.

Con un gesto veloce, mi libero dalla sua presa e per fare in modo che mi lasci parlare, lo blocco contro la parete.

« Mi dispiace, okay? Non perdonarmi, ma sai come sono fatto. » Inizio. Ma non posso perdere il mio migliore amico per una scopata. « Le starò lontano. » Dico con fermezza, e lui annuisce.

È visibilmente incazzato, e ora non posso fare tanto.

L'ho leccata a sua sorella, non che possa in realtà fare qualcosa per rimediare se non starle effettivamente lontano.

Lascio andare Thomas e lui, sospirando sonoramente, se ne va e si chiude in bagno.

Spero solo non faccia casini, anche se so che tra poco si calmerà.

A ruota si sveglia Theo e viene in cucina, salutandomi con un cenno del capo, e si versa anche lui del succo, facendomi ricordare del mio bicchiere sul tavolo ancora pieno.

Bevo il succo all'interno del bicchiere e riprendo il telefono, archiviando quel numero sconosciuto.

Probabilmente è lo stesso numero che ha inviato il video di me e Lola a Thomas.

Forse ti odio - CollideWhere stories live. Discover now