Capitolo Dieci.

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Lola

Il mattino dopo mi sveglio sudata e con il fiato corto per via del sogno che avevo fatto, mi ha destabilizzata.

« Papà! Basta! Lasciami! » Grido dimenandomi in ogni modo possibile, cercando di scappare dalla sua presa, che si stringe intorno alle mie braccia come un cobra che stringe la morsa.

« Meriti di essere punita. » Risponde lui, come se non fossi sua figlia, e inizia a spogliarmi. Non so che fare, dovrei lottare, salvarmi, invece riesco soltanto a lasciarlo fare, lasciargli prendere l'ennesimo pezzo della mia anima, l'ultima che mi è rimasto.

Ormai convinta del fatto che per me non ci sarebbe stata più via di scampo, qualcuno si scaglia su di noi e mi toglie quel mostro di mio padre da dosso.

Una presa ferrea intorno alla gola di papà e un ringhio pieno di rancore e ira esce da quella di chi lo sta strangolando, facendomi rabbrividire.

Mio padre scompare all'improvviso, e l'immagine di quella figura, che mi ha salvata, sparisce con lui dopo aver solamente sussurrato: « Con me sei al sicuro, Bambina. » Sparendo completamente.

Non ho idea di chi sia quella figura, o magari si, ma spero vivamente di sbagliarmi perché non riuscirei a sopportarlo.

Riprendo il respiro e lo regolarizzo, alzandomi poi dal letto e dirigendomi verso il bagno. Ho bisogno di una doccia e di rilassarmi.

Entro in doccia subito dopo essermi spogliata e ci passo le ore li, incurante per un po' del fatto che James e Riley dormissero ancora, e lascio che l'acqua mi scorra bollente e lenta sulla pelle, bruciandola e arrossandola, ma rilassandomi completamente.

Magari lui ti salverà dal buio, mi dice una voce, ed io la caccio via prima del tempo.

È il migliore amico di mio fratello, sarebbe troppo, troppo strano, e lui non accetterebbe mai una cosa simile.

Eppure il suo sguardo, il suo tocco, le sue labbra su di me, il modo in cui mi guardava ieri sera, mi piaceva così tanto da volerne ancora.

Scuoto il capo e chiudo il getto dell'acqua, sbuffando, e metto l'accappatoio, tornando in camera.

Poggio l'accappatoio sul letto e mi siedo su quest'ultimo, non mi importa di essere nuda in questo momento, tanto James e Riley non sarebbero entrati senza bussare.

Odio perdermi nei miei pensieri, ma a volte non riesco a farne a meno.

E se mio fratello non avesse conosciuto Hunter?

Adesso con chi avrei passato l'infanzia?

Quel ragazzo mi avrebbe stuprata?

Deglutisco e mi alzo dal letto, decidendomi finalmente di vestirmi, così prendo una t-shirt con un pantalone di tuta e scendo di sotto, trovando James sveglio e Riley ancora dormiente.

« Chi te lo ha fatto? » Chiede, più cupo del solito, indicando un marchio che speravo poter cancellare da dentro l'anima.

« Nessuno, mi sono scottata con la piastra »

Non è geloso, semplicemente non vuole che io o Riley passiamo la nostra serata con qualcun altro, che sia un amico, un amica o qualche ragazzo. E lo capisco.

« La piastra ti lascia morsi? » Chiede, ed io muoio dentro. In effetti non ho colpe, non l'ho voluto io e non ho chiesto nulla a nessuno, ma non nego il piacere che mi ha dato la cosa.

« Non è colpa mia, ecco... Hunter e Thomas ieri sera sono tornati a casa, forse per prendere qualcosa, ma ad un certo punto Hunter si ferma davanti a me e mi fa questo » Dico indicando il succhiotto e il morso, lievemente evidente, rispetto alla sera prima.

Forse ti odio - CollideWhere stories live. Discover now