Capitolo Tre.

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Hunter

Coglione.
È questo quello che sono per aver salvato Lola e credere che lei possa provare altro che ribrezzo per me. Le ho sempre fatto dispetti, l'ho sempre presa in giro, ma l'ho sempre richiamata, anche se solo a me stesso, mia.

E solamente mia. Per questo quando ho visto quel coglione che provava a farsela, anzi peggio, stuprarla, sono andato su tutte le furie e non ci ho visto più. L'ho salvata e lei non mi regala neanche un 'grazie'.

Sono in classe e nei pensieri ho lei, il suo viso spaventato davanti a quel ragazzo poco più piccolo di me e l'espressione visibilmente stanca quando la presi in braccio per portarla a casa mia priva di sensi.

L'ho fatta dormire in camera mia, l'ho fatta entrare nella mia intimità e nessuno l'ha mai fatto, neppure quelle ragazze che mi porto a casa: le caccio prima che possano aprire bocca appena finisco con loro.

A distrarmi dai pensieri è il professore di matematica, non amo quella materia ma mi riesce abbastanza facilmente e proprio per questo cerco di colmare i crediti con essa.

« Signor Lively, risponda alla domanda. » Dice il signor Jhonson.
« Può ripetermela, per favore? » Rispondo, e lui ripete la domanda.

Fortunatamente rispondo in modo affrettato ma corretto, e così riesco a negare l'evidenzia che voleva portare allo scoperto, cioè che sono distratto dalle due sere precedenti.

Ora non so lei dove sia, o peggio con chi sia, cosa stia facendo, ma finchè non arriva nessuna chiamata al mio migliore amico significa che sta bene, no? E poi oggi, dato che Thomas sta da me per qualche giorno, dovrebbe venire a pranzo per passare anche un po' di tempo per lui.

Tornato a casa trovo Thomas sul divano intento a cercare qualche film da vedere, la cucina in disordine - probabilmente è tornato prima a casa dall'università e ha provato a cucinare qualcosa - e una coperta mezza sul divano e mezza sul pavimento.

« Potevi pulirla la cucina, Tommy. Sembra un porcile. » Dico, andando in essa per ripulire il casino che aveva lasciato li, e lui risponde con un « Prossima volta. » svogliato dal divano. Ridacchio e mi do alle pulizie di quel porcile, ho bisogno di una doccia.

Ho appena finito con la cucina, cosi salgo al piano superiore e mi rintano nel bagno, un paradiso per me dopo una mezza giornata all'università e una notte insonne a causa di quella peste maledetta.

Al pensiero di lei, scuoto il capo e mi sfilo i pantaloni della tuta insieme alla felpa, e poi entro nel box doccia, aprendo il rubinetto e regolando la pressione dell'acqua e la temperatura.

Ho bisogno di una doccia bollente. Inizio col lavarmi il corpo, cerco di levarmi lo sporco che posso levare, anche se lo sporco che sento dentro non posso lavarlo con dell'acqua e del balsamo o del sapone. Dopo passo ai capelli.

Dopo ore sotto la doccia, esco e mi sistemo un accappatoio in vita, andando in camera, e mi sbrigo a vestirmi.

Detesto il freddo, soprattutto quello dopo una doccia calda e rilassante, più o meno. Infilo i boxer puliti, un pantalone della tuta grigia e resto senza maglietta, dato che la signora Hanny doveva ancora passare a fare le pulizie e avevo solo una felpa che avrei messo quella sera e i pigiami.

A distrarmi dallo studio è stato il campanello della porta, ma Thomas è sotto la doccia, ciò significa che devo andare ad aprire io e onestamente non ho voglia.

Mi alzo svogliatamente e scendo al piano di sotto, andando verso la porta, e quando la apro effettivamente realizzo che avrei preferito restarmene chiuso a chiave in camera con chimica che con questa maledetta bambina rompi palle.

« Entra. » Le dico, il mio tono è apparentemente gentile, ma è ugualmente una sorta di ordine, considerando che li fuori c'è il gelo e io non lo sopporto.

Lei fa come dico e chiamo Thomas dal salotto, avvisandolo che Lola è arrivata, e la lascio li andando in cucina a sistemare la tavola e ad apparecchiare.

La cena sembra andare tutto bene, non c'è ancora stato nessun riferimento alla sera prima e ne sono contento.

« Lols, come va con David? Perché non l'hai invitato? »
« Ha detto che doveva andare a studiare da un amico, domani ha un compito. »
« Va bene allora » Risponde Thomas e cade il silenzio. Davvero si studia dagli amici per un compito? Ma soprattutto, è davvero da un amico? Sto zitto perché David sta con Lola dal primo anno, e non voglio distruggerle l'umore, o meglio, non in questo modo.

« Allora Lola... Come va con Mister Microcervello? » Chiedo, alludendo al ragazzo di qualche sera prima, non quello che voleva stuprarla ma uno del suo corso di filosofia che l'altra sera stava parlando con lei.

« Nickolas non ha un microcervello e non c'è nulla tra me e lui, grazie a Dio. E amo David »
Quell'affermazione mi ha fatto bruciare il sangue nelle vene. Non sarebbe appartenuta a quel pallone gonfiato neanche se mi avessero pagato.

Lei mi apparteneva quando avevamo undici e diciannove anni, ed ero solamente il migliore amico di suo fratello. Non che ora fossimo qualcosa di più o di diverso, ma col tempo capirà di appartenermi.

Stasera, sfortunatamente, Lola Winter, si, lei, resterà a dormire qui nella stanza degli ospiti ed è accanto alla mia. Che incubo. In effetti potrei farle un dispetto e portare una delle ragazze che mi faccio a casa così da non farla dormire, ma meglio escludere questa opzione. Per ora.

Sono le quattro del mattino ed io sono ancora sveglio, cosa che ormai va avanti da settimane, non riesco mai a dormire, quindi appena sorge il sole prendo un caffè e mi preparo per l'università.

Ma c'è qualcosa di diverso nell'aria, qualcosa che a malapena percepisco, è una sensazione familiare che ho sempre provato in compagnia di sole due persone. Una delle due è sul divano, ma non ha mai emanato qualcosa di così forte.

L'altra è nella camera accanto alla mia, e questa realizzazione mi gela il cuore.
Proprio quando mi rassegno, un urlo squarcia l'aria e mi manda il cuore in tilt.


Spazio autrice:

Chissà che cosa succederà ora... Vi dico solo che la piccola Lola è in pericolo. 🤫

Forse ti odio - CollideOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz