𝑻𝒂𝒓𝒕𝒂𝒓𝒖𝒈𝒉𝒆 𝒎𝒂𝒓𝒊𝒏𝒆🐢

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«L'acqua ti piace proprio, non è vero?» urlai sperando che il vento le portasse all'orecchio le mie parole

«Tantissimo» mi rispose lei tuffandosi di nuovo fra le onde tappandosi il naso con le dita

Nonostante avesse già vent'anni era ancora un bambina sotto sotto, una ragazzina che non aveva ancora imparato a trattenere il respiro sotto la superficie acquosa senza farsi entrare l'acqua nei polmoni. Era adorabile nel suo modo di fare, nel lanciarsi a destra e manca tra l'azzurro cristallino del mare osservando il fondale cercando le conchiglie più belle e luccicanti

«Felix guarda!» gridò d'un tratto

Mi alzai di scatto dalla sabbia su cui ero sdraiato, credevo avesse visto una medusa o qualcosa che potesse farle del male. Sbarrai gli occhi stupefatto quando vidi nuotare accanto a lei una tartaruga marina

«Non muoverti Rosie» sussurrai facendo un passo in avanti «Non fare movimenti bruschi»

Non avevo paura che l'azzannasse, le tartarughe non sono famose per la loro aggressività ma temevo che il modo di fare un po' impacciato di Rosie la spaventasse e la facesse scappare. Lei però sembrava sapere alla perfezione cosa fare, come se le venisse naturale: mise una mano appena sopra la superficie dell'acqua e aspettò che l'animale si avvicinasse a lei. Trattenne un urletto di gioia quando il muso della tartaruga sfiorò la sua pelle e iniziò a girare intorno come una ballerina di danza classica e, contrariamente a quanto potessi mai immaginare, la tartaruga girava insieme a lei

«È strano che si comporti così» dissi preoccupato avvicinandomi al bagnasciuga

«No affatto» mi rispose lei «Sente la mia essenza, è più normale che le piaccia starmi vicino»

«La tua essenza?» le chiesi alzando un sopracciglio «Che significa?»

«È una di quelle cose irrazionali che il tuo rigido cervellino non capisce Felix» disse sorridendomi

In effetti c'erano molte cose di lei che trovavo alquanto bizzarre e prive di senso, come l'andare in giro a piedi scalzi o credere che le nuvole fossero fatte di zucchero filato. Il mio modo di ragionare era più schematico, più rigido e razionale rispetto al suo: spesso mi parlava di mondi paralleli, teorie sull'anima e strane altre cose come miti o leggende e finivo sempre con lo sbattere la testa da qualche parte quando partiva a parlarmi di sopranaturale e cose varie

«Quando morirò diventerò una di loro» disse Rosie continuando a girare in tondo su se stessa

«Non sono della stessa opinione» ribattei socchiudendo le palpebre

«Ti farò cambiare idea» mi rispose facendo l'occhiolino

Ripensando a quei momenti mi resi conto che forse non aveva del tutto torto, dopo la sua morte quel posto dove andavamo a nuotare fu nominata proprio "baia delle tartarughe" e divenne una zona protetta col divieto di balneazione e di transito.

Chissà forse era solo frutto del caso, forse quei rettili acquatici avevano scelto di nidificare in quella baia senza una ragione specifica, attratti dalle alghe o dalla tranquillità del posto.

Ma mentre osservavo affascinato le uova schiudersi nei nidi sabbiosi e le piccole tartarughine correre impacciate verso le onde, un po' dell'essenza di Rosie la sentivo per davvero.

Short dark storiesWhere stories live. Discover now