22) Il vecchio castello comunale

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Culona e Marco sedevano uno di fronte all'altro al tavolo da pranzo dei genitori di lei. La luce calda della stanza non riusciva a scaldare l'atmosfera che era divenuta fredda e piena di tensione non detta. I genitori di Culona si lanciavano sguardi preoccupati l'uno verso l'altro, percependo il peso del silenzio tra la madre e il figlio.
La cena era stata preparata con cura, piatti tradizionali che avrebbero normalmente suscitato conversazioni affettuose e ricordi condivisi, ma quella sera ogni tentativo di dialogo sembrava arenarsi prima ancora di iniziare. I nonni, saggiamente, avevano scelto di non intervenire, di lasciare che la questione si risolvesse da sé, tra Culona e Marco.
Quando Marco mise l'ultima forchettata di cibo in bocca, si alzò, ringraziando i nonni per la cena con un cenno del capo e un "Grazie, era tutto buonissimo" che suonava meccanico. Senza aspettare una risposta, si incamminò verso la sua stanza. Culona osservò il figlio allontanarsi e sentì la pressione del momento. Sapeva che non poteva lasciare che le cose rimanessero così, che c'era bisogno di un gesto, di un'apertura che potesse ricostruire il ponte tra di loro. Si alzò, scambiando uno sguardo con i suoi genitori che le diedero un cenno di incoraggiamento, seppur tacito, poi seguì Marco. Arrivata alla porta della camera di Marco, bussò leggermente prima di entrare. Il suono della musica proveniente dalle cuffie di Marco riempiva la stanza. Lui era sdraiato sul letto, con lo sguardo fisso al soffitto, chiaramente imbronciato. "Posso?" chiese Culona, con un tono che cercava di essere il più neutro e invitante possibile. Marco annuì senza dire una parola, senza nemmeno guardare verso la madre. Culona chiuse la porta alle sue spalle, si tolse le ciabatte e si sdraiò accanto a lui sul letto. Per qualche momento non disse nulla, lasciando che fosse il silenzio a parlare, mentre cercava di trovare le parole giuste.

Culona, con gesti familiari e pieni di affetto, iniziò a massaggiare dolcemente la pancia di Marco. Era una pratica che avevano condiviso spesso, anche prima di rendere più intimo il loro rapporto. Marco, che fino a quel momento aveva mantenuto una certa rigidità, permise a sua madre di continuare, un segno silenzioso ma significativo che la barriera tra di loro stava iniziando a cedere. Le mani di Culona si spostarono con delicatezza sul petto di Marco, poi sui fianchi e infine sulle spalle, aree in cui il ragazzo tendeva ad accumulare tensione. Marco si lasciò andare alla sensazione rassicurante del tocco di sua madre, la musica nelle sue orecchie forniva una colonna sonora che accompagnava il momento di riavvicinamento. Il massaggio, con la sua ritmica e la sua pressione calibrata, non solo allentava i nodi di stress nel corpo di Marco, ma sembrava lavorare anche sui nodi emotivi che lo avevano tenuto lontano da sua madre. La camera si riempì di un'energia più leggera, e anche se nessuna parola era stata ancora scambiata, il contatto fisico stava lentamente ricostruendo il ponte di comprensione e fiducia che si era incrinato tra di loro.

Culona, attraverso il suo gesto, trasmetteva un messaggio semplice ma potente: nonostante gli errori, i malintesi, e il tempo perduto, l'amore di una madre per suo figlio rimane immutabile e pronto a cercare il perdono e la riconciliazione. "Amore, la mamma ha avuto un'idea" riprese Culona, cercando di incontrare lo sguardo di Marco. "Sarebbe?" rispose lui, con un filo di interesse. "Adesso usciamo, io e te. Ti porto in un posto speciale dove recuperiamo quello che abbiamo perso oggi" propose Culona, sperando di catturare completamente l'attenzione di suo figlio. "Dici sul serio?" chiese Marco, un po' scettico ma visibilmente colpito dal cambio di programma e dall'improvviso entusiasmo di sua madre. "Sì, amore. Ma sarà un segreto. La mamma ti farà un regalo speciale" disse Culona, con un sorriso che cercava di essere complice e rassicurante al tempo stesso. Marco si sedette sul letto, togliendosi le cuffie e mettendo da parte la musica. C'era una luce di aspettativa nei suoi occhi, quella luce di un bambino che attende una sorpresa con un misto di eccitazione e impazienza. La tensione sembrava dissolversi come nebbia al sole, e per la prima volta in quella giornata, Culona vide suo figlio aperto a lei, pronto a lasciarsi alle spalle le incomprensioni.

Culona Per SempreWhere stories live. Discover now