02) Vecchi sentieri, nuovi passi

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Il passato di Culona, come un'eco lontana che si rifiuta di svanire, tornò subito a far capolino nella sua vita. La sua reputazione di un tempo era ben conosciuta, e nonostante gli anni e il cambiamento, alcuni uomini non potevano dimenticare l'immagine di quella che era stata. E non erano solo quelli della sua età; anche i giovani, cresciuti con i racconti dei loro padri e fratelli maggiori, la guardavano con una curiosità mescolata a desiderio.
Culona si trovava di fronte a una scelta: poteva tornare a quegli antichi modi, lasciandosi sedurre dalla lusinga di essere ancora desiderata, o poteva rimanere fedele alla donna che aveva provato a lasciarsi alle spalle il passato. Era un bivio difficile, poiché la tentazione era forte, ma il pensiero di Marco, e di come la sua decisione avrebbe potuto influenzarlo, le forniva un chiaro promemoria delle sue priorità.

Culona era consapevole che qualsiasi passo falso avrebbe potuto causare turbamento in Marco, che aveva già dovuto affrontare tanto. La tentazione di lasciarsi andare era un sussurro che Culona doveva zittire per il bene di suo figlio e del lungo cammino che avevano intrapreso insieme.
Già dalla prima uscita, il mattino seguente, ci furono un susseguirsi di incontri, alcuni freddi e distanti, altri inaspettatamente calorosi. Culona affrontò ogni sguardo e ogni commento con una forza ritrovata, consapevole che il giudizio altrui non definiva più chi era. La sua storia, con le sue imperfezioni e le sue cicatrici, era stata anche un viaggio di crescita e resilienza.

Si fermò al bar di Luca, intenzionata a fare colazione con un buon cornetto e un caldo cappuccino. L'amico di un tempo le disse con un tono gentile ma diretto: "Culona, sai che ci sono stati molti pettegolezzi sul tuo conto, ma nessuno può negare la donna che sei diventata, e il modo in cui hai cresciuto Marco da sola."
"Grazie, Luca " si limitò a rispondere lei.
Fu allora che si avvicinò Anna, un tempo sua acerrima nemica, con un sorriso malizioso. Si erano odiate, per tanti anni. Anna non era mai riuscita a perdonare Culona per averle portato via il suo amato Lorenzo. Roberta le aveva tentato di spiegare, più volte, che per lei Lorenzo era stato solo sesso e non aveva alcuna intenzione di sottrarlo al suo amore.

"Guarda chi è tornata, Culona. Allora erano vere le chiacchiere che giravano da ieri. Si vociferava che fosse tornata la più grande troia del paese. Che coraggio tornare, dopo tutto quello che hai fatto qui."
"Va via, Anna. Non intendo dar vita ad una volgare discussione da bar con te".
Tuttavia, Culona notó gli sguardi di tutti i clienti addosso. La stavano giudicando, ridevano di lei. Si alzò dal suo tavolino e decise di affrontare coloro che la giudicavano ancora. "Il mio passato appartiene a me," disse con fermezza agli uomini che la osservavano. "E ho scelto di non viverci più. Sono madre e il mio impegno è nei confronti di mio figlio e della vita che abbiamo costruito. Vi prego di rispettare questa mia decisione."

La risolutezza di Culona non passò inosservata. La notizia della sua ferma posizione si sparse. In pochi, però, credevano in un suo reale cambiamento. Per loro, Culona restava la ragazza facile con cui divertirsi. La giovane con cui bastava scambiarsi qualche sorriso per vederla cedere e donare il proprio corpo.
Culona pagó il conto e andò via, sotto gli sguardi provocatori dei presenti.
Arrivando a casa, Culona si trovò davanti a un quadro familiare che aveva evitato per un tempo che sembrava infinito. La madre, con uno sguardo che riusciva a mescolare delusione e sollievo, la scrutava come se cercasse di leggere nelle pieghe del suo volto i segreti che avevano tenuto le loro vite a distanza per così tanti anni.

Marco era uscito. L'eco della sua risata che giungeva dalla piazza dove il pallone rimbalzava tra i piedi agili dei suoi coetanei, lo manteneva all'oscuro della tensione che si stava consumando tra le mura di casa. La madre di Culona, con una voce che tremava tra la fermezza e la fragilità, pose la domanda che aveva serbato nel cuore per oltre un decennio: "Perché ora, Roberta? Perché tornare dopo tutto questo tempo? Perché riaprire certe ferite?"
Culona sentì il peso di quelle parole come un onere che aveva cercato di eludere, ma che ora la costringeva ad affrontare la realtà che aveva lasciato alle spalle. La spiegazione era lì, sulla punta della lingua, ma le parole si rifiutavano di formarsi. Un "grave problema", una verità che non poteva essere rivelata, era l'unico frammento di sincerità che riuscì a offrire, un indizio criptico di un puzzle che la madre non poteva completare. D'altronde, Culona doveva assolutamente preservare il benessere di suo figlio Marco e, per essere sicura di ciò, doveva tenere per lei il terribile motivo che l'aveva portata a lasciare la Slovenia, dove si era rifugiata negli ultimi tempi, per tornare nel suo vecchio paese natio.

Tra le mura di quella casa, le due donne lasciarono che le loro emozioni si scontrassero, una discussione animata che era tanto uno sfogo di emozioni represse quanto un tentativo disperato di ricostruire un ponte distrutto dal tempo e dalle scelte. I rimproveri e le difese si intrecciavano con i ricordi e le speranze, mentre la sera avvolgeva il mondo esterno, lasciando che dentro quella casa si svolgesse una battaglia intima e personale. Nessuna delle due poteva negare l'amore che ancora, nonostante tutto, le legava, un filo tenace che resisteva nonostante l'abbandono e il silenzio. E mentre Marco giocava, ignaro delle correnti emotive che si agitavano a pochi passi da lui, due donne cercavano di trovare un modo per avvicinarsi di nuovo, un passo alla volta, in mezzo ai detriti di un passato non dimenticato. Un passato che, nonostante i tanti anni passati, continuava a presentare il conto.

Culona Per SempreWhere stories live. Discover now