21) La pisanica

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Culona uscì di casa con il peso del mondo sulle spalle. La mattinata trascorsa lontano da Marco e il motivo celato dietro a quella lontananza erano diventati il fulcro di un litigio che aveva lasciato entrambi feriti e distanti. Il litigio era stato una rara eccezione nella loro relazione, che si fondava su una comunicazione sincera e aperta. Marco aveva desiderato comprendere, aveva voluto condividere quel pezzo della vita della madre che lei aveva scelto di tenere nascosto, ma Culona non poteva concedergli quella verità. Il silenzio scelto per proteggerlo era stato interpretato come un tradimento, una violazione della loro solida promessa di condividere tutto. La gravità della situazione che aveva costretto Culona a mantenere il segreto aveva creato una barriera improvvisa tra lei e suo figlio. Marco, sentendosi escluso, aveva reagito con rabbia e frustrazione, arrivando a colpire Culona con frasi che riecheggiavano le chiacchiere del paese sulle sue abitudini libertine e l'assenza di una figura paterna, temi dolorosi che la donna sentì particolarmente. Culona aveva risposto d'impulso, ferendo Marco con frasi che miravano ai suoi gusti sessuali, un attacco diretto alle sue sensibilità. Ora, mentre si incamminava verso l'incontro con Alessandro, il rimorso per quelle parole dette nell'impeto del litigio si aggiungeva al disagio per il segreto non svelato.

La consapevolezza della situazione complessa in cui si trovava, e la necessità di mantenere il silenzio per ragioni che andavano oltre la loro relazione, era un fardello difficile da portare. Eppure, Culona sapeva che avrebbe dovuto trovare un modo per ricucire il rapporto con Marco, per spiegargli che il suo silenzio era una forma maldestra di protezione, e non un rifiuto o un abbandono. Con la speranza di poter scoprire qualcosa con Alessandro, Culona si proponeva di tornare a casa e cercare di ristabilire il dialogo con Marco, magari non rivelando tutto, ma offrendogli abbastanza per dimostrare che il loro legame era ancora forte e che la sua assenza non era una mancanza di fiducia o d'amore. Culona guidava ancora turbata dal confronto con Marco, ma sapeva che ora doveva concentrarsi sull'incontro con Alessandro. La villa, lontana dal brusio del paese e immersa in un'oasi di tranquillità, era simbolo delle emozioni contrastanti che la legavano al suo passato. Superato il cancello, un tangibile senso di separazione dal resto del mondo avvolse Culona mentre parcheggiava l'auto e si avvicinava alla porta d'ingresso. Alessandro la accolse con un'espressione di lieve irritazione per l'attesa.

Indossava una maglietta a maniche corte e, proprio come Marco poco prima, soltanto un paio di mutande. Era chiaro che il caldo non risparmiava nessuno.
"Scusa per il ritardo, ho avuto una discussione con Marco" si scusò Culona, entrando. La sua voce tradiva ancora il residuo emotivo del litigio, una nota di amarezza che Alessandro avrebbe certamente colto. Alessandro, ascoltando, avrebbe potuto mostrare un misto di comprensione e preoccupazione. Forse avrebbe messo da parte il suo fastidio per il ritardo, riconoscendo il disagio di Culona e offrendole un attimo di conforto. Allo stesso tempo, una parte di lui poteva essere curiosa o anche preoccupata per la natura del litigio, consapevole che momenti di tensione in famiglia possono avere ripercussioni che vanno oltre il singolo evento. L'incontro con Alessandro aveva ora l'opportunità di diventare un momento di riflessione e, forse, di supporto per Culona, che si trovava a navigare le acque complesse delle relazioni familiari e dei sentimenti non risolti del passato. Culona, seguendo l'invito implicito di Alessandro a rendere l'incontro più confortevole nonostante il caldo opprimente, si liberò delle scarpe e del vestitino, rimanendo in mutandine, gesto che rifletteva la familiarità e l'intimità condivisa in passato. "Non hai un po' di aria condizionata?" chiese, con la speranza di alleviare l'incomodo calore.

"No, non l'abbiamo mai voluta montare. È una costruzione vecchia, non c'era proprio modo di farlo" Alessandro rispose, con un tono che suggeriva una sorta di rassegnazione alle caratteristiche della casa. Mentre parlava, versava whisky in due bicchieri, aggiungendo ghiaccio per offrire almeno un sollievo temporaneo dalla calura estiva. Il suono del ghiaccio che si scontrava con il vetro forniva un sottofondo rinfrescante alla scena. Culona prese il bicchiere che Alessandro le porgeva, forse con un lieve tremito nelle mani, ancora agitata dal litigio con Marco e dalla tensione che l'aveva accompagnata fino a lì. Il fresco del bicchiere era un piccolo ma benvenuto conforto. La villa, con la sua mancanza di moderni agi come l'aria condizionata, sembrava riflettere una scelta di vita, una preferenza per il naturale e l'autentico che era in netto contrasto con le esigenze di comfort immediate del mondo esterno. In quel momento, per Culona, il whisky fresco era un piccolo ma necessario punto di stabilità. Mentre Alessandro e Culona cercavano di assaporare il pregiato whisky, la donna decise che era giunto il momento di svelare tutto ciò che aveva scoperto in mattinata. Estrasse il cellulare dalla borsa e, senza esitare, fece partire la registrazione che aveva realizzato in gran segreto durante l'incontro con Mattia.

Culona Per SempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora