CAPITOLO 8

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Il giorno dopo i membri del cast erano fortemente in tensione. Aggiornavano di continuo le pagine di notizie e gossip in cerca di qualche novità.

Emma scese per la colazione e si sedette al solito posto, al solito tavolo. Bevve un semplice caffè e prese due fette di pane tostato con della marmellata.
Inaspettatamente, anche Georgie venne a fare colazione.
Emma era tremendamente infastidita.
Aveva scritto a Jenna quella mattina ma lei le aveva detto che non sarebbe scesa, era troppo arrabbiata e se avesse avuto nuovamente il ragazzo davanti ai suoi occhi probabilmente gli avrebbe dato un pugno sul naso.

Quando il moro si sedette accanto a lei salutò senza ricevere risposta. Hunter monitorava la situazione sott'occhio e Joy non perdeva l'occasione di guardarlo con sopracciglio alzato.
<<Emma, vorrei scusarmi per il mio comportamento di ieri.>> parlò Georgie dopo un paio di minuti di assoluto silenzio.
Emma si alzò con tutta calma e sistemò la sedia sotto al tavolo.
<<Il fatto che tu non ti sia scusato con tutti noi dimostra la tua scarsa maturità. Non parlerò della tua professionalità perché ci sarebbe tanto da dire. Ma pensa bene a ciò che hai fatto ieri, non solo nei miei confronti. Le scuse, per adesso, puoi tenerle per te.>> disse con una calma che sorprese anche lei.
Salutò Hunter e Joy che combattevano con sé stessi per reprimere una risata e uscì dalla sala da pranzo, dirigendosi verso la terrazza della hall.

Doveva prendere un po' d'aria. Questa situazione incognita faceva stare male anche lei.
Ogni volta che succedevano queste cose c'era il rischio di cambiare l'intero assetto di una serie televisiva, se non pure la cancellazione di essa se determinati termini erano stati violati.
Nei fascicoli di ognuno di loro c'erano dei documenti sensibili e sperava tanto che non fossero state diffuse informazioni troppo importanti.

Volse lo sguardo sulla superstrada che si intravedeva da lontano che dava sul mare. Vide un puntino nero sfrecciare tra le curve e si ricordò di ciò che aveva visto il giorno prima alla reception.
Afferrò il telefono e mandò un messaggio, per poi dirigersi all'amministrazione.

EMMA: Vestiti baby, ci penso io a te.

Jenna optò per un outfit casual. Quando si era svegliata era dell'idea di non voler uscire per tutta la giornata fino a quando non si sarebbe saputo qualcosa, ma nel momento in cui Emma le mandò il messaggio non avrebbe mai potuto dire di no, ovviamente.

Inoltre pensò che fosse una buona idea per distrarsi un po'... infondo ci sarebbero volute ore prima che qualche novità uscisse fuori.

Così si fiondò in doccia, indossò una felpa nera larga con dei jeans e delle sneakers bianche.
Mise la giacca e scese di corsa alla reception dove la ragazza le aveva detto che l'avrebbe aspettata.
Trovò Emma appoggiata al bancone che stava scrivendo sul suo cellulare.
Le si avvicinò con passo felino e le sollevò il viso mettendole due dita sotto il mento.

"Chiamarla semplicemente per nome no eh, Jenna?" pensò tra sé.

Emma sorrise.
<<Ciao splendore, pronta ad una nuova avventura?>>
<<Non sono sicura, mi dici che hai in mente? Devo preoccuparmi?>>
Emma le fece segno con due dita di seguirla ed uscì fuori la struttura, svoltando verso il parcheggio dell'hotel.

Un dipendente appena la vide le consegnò delle chiavi e dopo aver fatto un altro po' di strada si ritrovarono davanti un gioiello.
Emma aprì lo sportello del passeggero di una Maserati decappottabile rossa degli anni 60 lucidata a nuovo.

<<Oddio Emma...>>

<<Madame..>> con un ampio gesto della mano la invitò ad accomodarsi.
Jenna era incredula, quella macchina era stupenda e sorrise quando Emma entrò al lato del guidatore.
<<Volevo noleggiare una moto ma ho pensato che forse non è proprio il caso per sperimentare...>> disse inserendo le chiavi nel quadro.
<<Effettivamente la dispersione di documenti sensibili è più gestibile rispetto alla morte di due protagoniste...>>
Emma la guardò con una faccia imbronciata e Jenna iniziò a ridere.
<<Dai, mio cavaliere, dov'è che mi porti?>> domandò appoggiando il braccio al sedile del guidatore.
<<Allacci le cinture signorina. Si vola.>>

Emma mise in moto e il rombo di quel gioiello le fece venire i brividi.
In famiglia suo padre era particolarmente appassionato di auto, quindi ne sapeva abbastanza.

Voleva regalare una giornata diversa alla sua amica, sapeva che era particolarmente in tensione per l'accaduto e questa sarebbe stata un'ottima occasione per svagarsi un po'.

Avrebbe fatto bene ad entrambe.

I WISH I HAVE YOU - Jenna and EmmaDonde viven las historias. Descúbrelo ahora