CAPITOLO 6

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Emma uscì a passo svelto dalla stanza e sapeva dal rumore dei tacchi che Jenna la stava seguendo in ligio silenzio.

Probabilmente starà pensando al fatto che sono fuori di testa …” pensò lei “Ma chi diavolo me l’ha fatto fare? Non potevo semplicemente rispondere alla domanda come una persona normale? Mi ha chiesto come stesse, non quanti capelli avesse in testa, perché cavolo ho agito cosi?”

Avrebbe voluto volentieri darsi uno schiaffo da sola, ma la cosa avrebbe attirato troppo l’attenzione della mora che camminava dietro di lei e quindi lasciò perdere, per quel momento …

<<Emma!>> si sentì chiamare, ma la voce non apparteneva a lei ed ebbe la conferma quando si girò e trovo poco più dietro Jenna la sua agente. Era passata a salutarla durante la cena, dove la scintillante manager le aveva comunicato che lei, insieme agli altri colleghi, avrebbero lasciato l’albergo dopo aver firmato tutti i contratti; da lì in poi, svolte le pratiche burocratiche,  tutto il lavoro era in mano agli attori.

<<Camille, buongiorno.>> la salutò seguita da Jenna che le diede due baci sulla guancia. Camille era stata colei che aveva segnalato Emma ai produttori, la conosceva da allora e la reputava per certo una delle più competenti. Entrarono tutte e tre in ascensore per scendere al piano di sotto.
<<Oggi giornata piena fanciulle, siete pronte a mettere le vostre firme sopra un contratto nuovo di zecca? Sono sicura che vi piacerà!>> disse con entusiasmo la 32enne dai capelli ricci biondi che le cadevano morbidamente sulle spalle.
<<Niente spoiler per noi?>> domandò Emma speranzosa.
<<Niente di niente tesoro, mi dispiace.>> rispose l’agente scuotendo la testa, che ovviamente era già al corrente di tutto <<Adesso andate a fare colazione, ed Emma, cambiati per l’amor del cielo.>> concluse ridendo con una faccia buffa.
<<Hey! Guarda che mi sono vestita velocemente per la colazione, ho già il cambio pronto. Mi sono organizzata … diciamo.>>
A quel punto Jenna scoppiò a ridere. Emma la guardò e sorrise genuinamente. Adorava il suo sorriso e riusciva sempre a metterla di buon umore.

<<Non credo che tu abbia abbinato degli outfit in valigia prima di partire come ti avevo consigliato, vero?>> domandò retoricamente Camille che ricevette un sorriso finto da parte di Emma in risposta, colpevole di non aver ascoltato.
La sua manager era sempre stata un tipo molto sistematico e precisino, cosa che Emma apprezzava moltissimo considerando il suo lavoro e il fatto che ogni cosa era sempre pianificata nei minimi dettagli, il problema era che lei era completamente l’opposto, cosa che puntualmente faceva ruotare affettuosamente gli occhi al cielo alla donna.
<<Oh Emma cara, sei sempre la solita …>> quando le porte si aprirono la bionda si rivolse verso Jenna <<Conto su di te, sistemale quegli outfit o le navette partiranno tutte le mattine in ritardo per aspettarla!>>
<<Ci penso io Camille, è in buone mani!>>

"In buone mani, eh?"

Quando uscirono dall’ascensore la donna si recò alla reception per delle informazioni e le due attrici si incamminarono verso la sala da pranzo.
<<Hai davvero un outfit veloce da indossare dopo?>> domandò Jenna per spezzare il silenzio.
<<Certo che si, ma da domani credo di aver bisogno di una stilista che abbini dei capi per me. Ci stai Ortega?>> domandò Emma. Sapeva che a Jenna piaceva fare questo tipo di cose, non era la prima volta che l’amica le dava una mano con abbinamenti e cose varie ed era felice se questo avesse comportato spendere più tempo insieme.
<<Yes, my baby.>> rispose l’altra facendole un occhiolino.
Emma era sicura di aver sentito il suo stomaco rigirarsi per un attimo.
Si sedettero al tavolo. Hunter era già con una tazza di tè caldo tra le mani, che leggeva qualcosa. come al solito con aria solare il ragazzo salutò, indicando delle buste nere appoggiate ai calici delle postazioni da pranzo.
<<È il programma della nostra giornata.>> disse lui come a rispondere alle loro espressioni interrogative.
Emma aprì la busta e quando vide l'orario di arrivo della navetta strabuzzò gli occhi. Controllò l'ora sul cellulare e si accorse che sarebbe arrivata tra 45 minuti
"Merda!"
Afferrò prontamente un cornetto tra i denti e lo divorò nel giro di due minuti e bevve di tutta fretta un succo di frutta.
<<Emma fa' piano!>> esclamò Hunter preoccupato. Lui era sempre stato il papà del gruppo.
<<Ho solo 40 minuti per prepararmi! Devo correre!>>
Hunter la guardò scioccato.
<<Girl math.>> spiegò Jenna alzando le spalle.

Emma chiese a Jenna di aggiornarla se fosse successo qualcosa e corse in camera sua a prepararsi. Una volta arrivata in ascensore vide che l'hotel si occupava anche di noleggio auto e moto e lo tenne a mente per un'idea che le stava balenando nella testa.

Jenna e Hunter erano intenti a discutere del loro programma giornaliero quando al tavolo arrivò anche Georgie.
<<Sbaglio o manca qualche testa?>> chiese accomodandosi, indicando il posto vuoto di Emma.
<<È andata a prepararsi Georgie.>> rispose Jenna, col solito fastidio in volto ma mascherato nella voce.
<<Scende dopo?>> continuò.
Jenna posò rumorosamente la tazza di tè sul piattino di ceramica, gesto stizzito che non sfuggì all'occhio attento di Hunter di fianco a lei.
<<No. Rivedrai Emma dopo, nella hall.>> rispose puntandogli uno sguardo severo addosso.
Georgie abbassò lo sguardo e stringendo le labbra ebbe il coraggio di risponderle.
<<Jenna, hai qualche problema con me? Gradirei che me lo dicessi.>>
La mora stava per ribattere, ma Hunter, che conosceva la parte impulsiva della ragazza, intervenne, mettendole una mano sulla spalla.
<<Non credo Jenna abbia problemi con te amico, ma sei troppo apprensivo! Suvvia!>> Esclamò, buttandola sullo scherzo. Si alzò e si mise al posto di Emma, lasciando lo spazio a Jenna di calmarsi.
Hunter, ovviamente dopo Emma, era l'unico che aveva quella sensibilità ed empatia nei suoi confronti. Riusciva sempre a comprenderla anche con un solo sguardo ed era grata al ragazzo, che ormai considerava come un fratello maggiore al quale era fortemente affezionata.

"Lui è rivoltantemente appresivo, ma io?Mi sto comportando da scema?"

Spostò subito lo sguardo sullo schermo del suo telefono che si illuminò. Sperò fosse Emma che le comunicava che stava scendendo. Se fosse stato così si sarebbe alzata di corsa e l'avrebbe raggiunta, senza dire nulla a Georgie. Non avrebbe rischiato di avere il cagnolino dietro che la seguiva per andare dalla sua compagna e assistere al rivoltante spettacolo di lui che ci provava con lei, in maniera scarsa.

Jenna sospirò nello scoprire che il mittente non era chi si aspettava.

EVANS: Jenna, possiamo parlare? Non rispondi ai miei messaggi da giorni. Per favore.

Conobbe Evans in un club di Los Angeles, come aveva già precedentemente spiegato ad Emma.
Lui era lì con alcuni della squadra di rugby e lei era insieme al suo gruppo di amici con cui usciva occasionalmente.
Passarono tutta la serata insieme e tra vari drink e balli pazzi in pista, prima di andare ufficialmente a casa si scambiarono un bacio che Jenna a malapena ricordava.
Il giocatore approfittò dello stato di ubriachezza di Claire, sua amica storica, per convincerla a passargli il recapito telefonico della mora.
Ricordava ancora come la ragazza chiedeva infinitamente scusa per la cazzata fatta.
Ed effettivamente era una grandissima cazzata.
Jenna era brilla e quella sera voleva soltanto divertirsi e provare a distrarsi da pensieri su una certa persona che le oscuravano i ragionamenti.
Il bacio con Evans non significava nulla per lei, ma il ragazzo continuava a farle delle avance, nella speranza di poter ricevere delle attenzioni.
Era un bel ragazzo,
ma Jenna mirava ad altro.

Qualcuno che in quel momento era a poche porte di distanza dalla sua.

I WISH I HAVE YOU - Jenna and EmmaWhere stories live. Discover now