<<Quale vuoi vedere?>> Mi chiese. Si era appropriato del telecomando e si era seduto comodo sul divano ed aveva aperto Amazon prime.
<<Mmh... Sono arrivata... A quella sull'arte.>>
<<Ottimo.>> E premette il tasto della puntata successiva a quella. Partì. Me ne stavo imbronciata. Nella mia testa malata e da scrittrice era tutto sbagliato. Era una farsa. E non mi andava a genio fingere che lui fosse il mio ragazzo, ma non sapevo come esprimere i miei capricci da bambina ricca e viziata. <<Vuoi che ordiniamo qualcosa da stuzzicare?>> Mi chiese. Alla fine, al locale, non avevo mangiato nulla. Forse era per quello che mi sentii subito stanca.
<<A quest'ora?>> Chiesi.
<<Certo.>> Rispose lui tranquillamente.
<<Magari delle patatine fritte e... aranciata.>>
<<Ottimo. Allora due.>>
<<Chiamo io.>> E sbloccai il telefono. <<Arrivano tra una decina di minuti.>> Feci imbronciata e bloccando il telefono.
<<Bene. Fare a botte mi ha fatto venire una certa fame.>>
<<Lo immagino.>> Feci tenendo gli occhi incollati alla scena dell'omicidio. <<In realtà credo solo che ti voglia indagare su Alex delle pizze. Non t'importa che io abbia fame o meno. Ed in più vuoi fare colpo su mio padre.>>
<<Mi addolora,>> cominciò a dire, ed io lo guardai: <<sentire che tu creda questo, Lara. Perché non è così.>>
<<Come vuoi.>> Feci imbronciata e tornando a guardare la TV.
<<Tutto ok?>> Mi chiese Max senza smettere di guardarmi.
<<Sì.>> Feci torva tenendo gli occhi incollati alla TV.
<<A me non sembra.>> Fece lui. Poi, si appoggio' allo schienale del mio comodo e nuovissimo divano, allargò il braccio sinistro e lo stesso dietro di me appoggiandolo sul lungo poggiatesta dietro il mio collo. Allungai gli occhi dietro di me e voltai un poco il capo verso il suo braccio.
Lui teneva gli occhi fissi sulla TV ma poi sorrise e sbottò in un: <<Ti dà fastidio?>> Mi chiese senza guardarmi.
<<Cosa?>> Feci tornando velocemente a guardare la TV a mia volta. Con la coda dell'occhio lo vidi sorridere e scuotere il capo, allorché, infastidita, lo guardai: <<Ti pare normale, tutto questo!?>>
La sua gamba sinistra molleggiava nervosa e lui, sorridendo senza staccare gli occhi dalla TV ammise: <<Sì. Perché non dovrebbe? E poi comincio a trovarlo piuttosto divertente.>>
<<Ma pensa.>> Feci tornando a guardare la TV. <<Chi l'avrebbe mai detto.>> E dopo un attimo aggiunsi: <<Mi ha stupito comunque.>>
<<Cosa?>> Mi chiese lui sistemandosi meglio sul divano, piegando la gamba sinistra e girandosi verso di me.
<<Il fatto che tu... abbia detto a mio padre...>>
<<Oh. Beh, non potevo mica nasconderglielo. Magari l'avrebbe saputo da altri e... non volevo compromettere il buon rapporto che ho con lui.>> Lo guardai quasi addolorata. <<E poi in amore... beh, le sorprese sono necessarie, non credi?>>
<<In cosa!?>> Rinsavii.
Lui scosse il capo ed aggiunse: <<Lara, è... è per finta, d'accordo? E non sarà per sempre, se tu non lo vorrai.>>
<<Se io co..- senti, per me... È già abbastanza che tu sia qui e... Che ti comporti da fidanzato perfetto e tutto il resto. La prossima mossa quale sarà, provare a baciarmi?>>
<<Se proprio desideri...>>
Aprii la bocca e stetti per replicare ma in quel momento suonarono alla porta.
<<Alex delle pizze.>> Esordì il giovane quando Max aprì. <<Ecco a lei.>> Fece passandogli una busta di carta.
Max pagò e poi attaccò bottone con le sue indagini: <<Vieni sempre tu a consegnare a questo indirizzo?>>
<<Sì, signore.>>
<<E... Non hai mai notato nulla di strano?>>
<<No, signore.>>
Potei sentire il tono incerto del ragazzo e così corsi alla porta: <<Grazie mille, Alex e scusa per l'ora tarda.>>
<<Ma figurati, Lara. Buon appetito!>>
Ringraziammo e dopo che Max ebbe chiuso la porta lo attaccai dura: <<Era proprio necessario?>>
<<Sì.>> Fece lui con la solita faccia da schiaffi.
<<Sei insopportabile.>>
<<Ottimo.>> Mi avviavo verso il divano ma quel commento mi fece girare verso di lui e provare un'immensa voglia di prenderlo a schiaffi. <<Mangiamo?>>
Passammo la puntata a sgranocchiare patatine fritte immerse in un mare di ketchup e salsa barbecue.
<<Non ti faranno ingrassare tutte queste patatine?>> Gli chiesi. Alex delle pizze non era tirchio quanto a porzioni. <<Non dovete seguire... Una dieta? O qualcosa del genere?>>
<<Sì beh... Mi tengo in forma. Nel mio garage ho una mini palestra, in pratica.>> Rispose lui convinto. <<Sgarro proprio giusto per il weekend.>>
Accidenti. Un ragazzo dalla condotta immacolata. Non riuscii a non immaginarmelo che si allenava, però. Doveva essere uno spettacolo davvero interessante viste le sue braccia ed il suo fisico tonico ed asciutto.Fu strano ma passammo in rivista quella puntata e la successiva in assoluto silenzio.
<<Facciamo partire la terza?>> Mi chiese.
Erano da poco passate le dieci e mezza.
<<Ma sì, perché no?>> Chiesi allegra.
Quella ero io: il minuto prima poteva darsi che fossi triste e angosciata per la più minima delle cavolate ed il minuto dopo poteva darsi che fossi allegra e spensierata.
<<A meno che...>> corrugai le sopracciglia. <<Non avessi in mente qualcos'altro da fare.>>
Mi accigliai. E decisi di stare al gioco: <<Qualche esempio, sergente?>>
Lui arricciò in dentro le labbra e scosse la testa, ma poi, con un piccolo balzo mi si avvicinò, piegò la testa verso destra e disse: <<Stavo pensando...>> Alzai le sopracciglia. <<Sai di domani mattina, vero?>> Chiese tutto d'un fiato.
Accidenti. La fine del primo trimestre all'Accademia!
<<Ehm... Sì, quella... Cosa voluta da mio padre. Per i cadetti del primo anno.>>
<<Esatto.>> Annuì lui.
<<È alle undici. E seguirà...>>
<<Un buffet.>> Annuii: <<E allora?>> Feci impaziente.
<<Io...>> Fece sbattendo le sopracciglia <<sono in vero disastro agli eventi pubblici.>>
<<Ma tu guarda,>> feci incrociando le braccia. <<non si direbbe affatto.>>
<<Tu dici?>>
<<Certo! Sei... Insomma... Carino e... Hai una bella presenza. E poi ti ricordi le mie amiche? Al locale? Per poco non svenivano quando ti stavo presentando.>>
<<Io ricordo solo come ballavi e che, ad un certo punto... Mi è sembrato quasi...>> Scossi il capo. <<Sarà stata una mia impressione, allora.>> Fece lui scattando su e tornando ad appoggiare la schiena sul divano. Quel ragazzo aveva l'immenso potere di farmelo desiderare ed allo stesso tempo di farmi venire voglia di strangolarlo. <<Sono una frana a parlare in pubblico.>> Fece fissando un punto indefinito sul tappeto davanti a noi e sulla quale avevamo abbandonato le ciabatte.
<<Oh.>> Feci fissando anch'io il tappeto.
<<Ma tu sai scrivere.>>
Tornai a guardarlo. <<Aah, ora capisco: dovrai tenere un discorso.>>
<<Già.>>
<<E vuoi che io ti aiuti a scriverlo, non è così?>>
<<Solo se... Ti va. All'inizio, beh... Non volevo chiedertelo. Non mi conoscevi ancora bene.>>
<<E adesso? Cos'è cambiato?>> Feci.
Lui scosse in maniera impercettibile il capo e disse: <<Sai, cominci a piacermi. Mi rendi più facile il lavoro, e... Non sei una smorfiosa insopportabile come tante altre figlie di comandanti o gente in voga che ho incontrato.>>
<<Lavoro.>> Feci. <<Per te è solo questo, quindi.>>
Piegò la testa di lato: <<Perché, vorresti che fosse qualcosa di più?>>
Mi accigliai e mi alzai dal divano: <<Bene!>> Feci battendo le mani <<direi che la serata volge al termine, per cui...>> Feci indicando le scale con il pollice: <<credo che andrò in camera mia a scrivere un discorso.>>
<<Non ti ho detto su che argomento.>> Disse lui tranquillamente.
<<Incoraggiamento alle nuove reclute.>> Commentai.
<<Buono.>> Fece.
<<E poi ho il tuo numero. Se... Avrò dei dubbi... Ti scriverò.>>
<<E quindi... Adesso che succederà?>> Mi chiese ancora.
Mi voltai: <<Dimmelo tu.>> Feci.
<<Quello che vuoi tu, Lara.>> Rispose in semplicità.Oh, bene. Allora gliel'avrei fatta pagare.
O quello o... c'era un'altra soluzione: l'avrei fatto innamorare di me.