Capitolo 1 - L'UFFICIALE

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Calò un imbarazzante atmosfera, nell'ufficio. E tra di noi. Lui mi guardava bonario, dopo che mi fui voltata. Mi avrebbe lasciato di nuovo sola, quella sera. <<Cosa intendeva dire mio padre?>> Chiesi al ragazzo, con un tono di comando. Del resto era uno dei sottoposti del generale Crowfield, no? E, in fondo, anche il mio.
<<Beh, direi che sia piuttosto ovvio.>> Rispose lui.
Strizzai gli occhi, feci un passo avanti ed ammisi: <<Beh, non sarò poi così tanto intelligente come voi militari, soldato, visto che non ci sono ancora arrivata.>>
<<Sono sicuro che non sia affatto come dite, signorina Crowfield, avete l'aria di una ragazza molto sveglia.>> Ammiccò lui con un veloce sorriso. Sorrisi lievemente, sbattei le ciglia e stetti per replicare ma il soldato propose: <<Vuole che la riaccompagno a casa, signorina Crowfield?>>
Aggrottai le sopracciglia. Fui stupita dell'offerta.
In effetti mi avrebbe fatto comodo. Jacks e la sua banda, beh, mi destava non poche preoccupazioni.
<<Io, ehm... Ma sì. Perché no?>>
Con un cenno della mano mi fece segno di uscire: <<Dopo di lei.>>
Salutammo la segretaria, una donna giovane, seria, una che non si scomponeva tanto facilmente, insomma. <<Cindy, la mia auto è pronta?>> Chiese il ragazzo.
<<Certo, sergente.>>
<<Ottimo.>>
La sua auto? Non so perché ma avevo pensato che mi avesse accompagnato il nostro autista o uno degli altri dell'accademia, a casa.
Scendemmo le scale, attraversammo la hall e fummo fuori. Un'auto vecchio stile era parcheggiata proprio davanti all'uscita. Un "pip- pip" acuto segnalo' che l'ufficiale aveva aperto l'auto con un telecomando. Arrivati davanti alla portiera Max si affrettò ad aprirmi lo sportello, <<Dopo di voi.>> Fece per cortesia.
<<Grazie.>> Feci sorridendo ed aggrottando le sopracciglia. Un vero gentiluomo.
Gettai la mia tracolla sul sedile posteriore destro mentre Max chiuse il portello e mi allacciai la cintura mentre lui sedette al posto dell'autista, chiuse l'auto, che si bloccò automaticamente, posò il telefono su un supporto per auto, mise in moto e partì.
<<Indirizzo?>>
<<Come?>> Feci sovrappensiero.
<<Non penserete mica che conosca l'indirizzo di vostro padre a memoria, signorina.>>
<<Oh, sì, ehm... 312 Street Lane, sergente.>>
<<Oh. Un bell'agglomerato.>> Disse digitando l'indirizzo sul navigatore.
<<Come?>> Ripetei come una stupida.
<<Un quartiere carino. Altolocato, certo ma senza troppe pretese.>>
<<Sì.>> Dissi in tono normale guardando fuori dal finestrino destro.
Partimmo ed attraversammo il paesino. L'accademia era un po' fuori paese ma non ci mettemmo molto ad arrivare a casa.
Nessuno dei due parlò.
Meglio così.
Non avrei saputo che dire, del resto.
L'ambiente di mio padre mi annoiava e non mi diceva granché.
Io amavo scrivere per cui frequentavo librerie, biblioteche di paese o altri luoghi in cui scrittori tenevano presentazioni dei loro libri, cristiani, fantasy o romance, i miei generi preferiti ma nulla di più.
<<Eccoci.>> Disse il militare, fermandosi davanti casa mia. Una macchina della polizia era parcheggiata dall'altra parte rispetto all'entrata.
L'ufficiale scese, e mentre io aprivo lo sportello lui lo spalancò e mi porse una mano per aiutarmi a scendere. Alzai le sopracciglia, sorpresa: <<Non c'è bisogno di tante cerimonie, Max.>> Feci.
<<Credevo le facesse piacere, signorina Crowfield.>> Ribatté lui.
Mi accigliai, presi la sua mano e mi feci aiutare a svendere , trascinando dietro la mia tracolla di scuola. Lui chiuse lo sportello e mentre tiravo fuori le chiavi dalla borsa lo sentii chiudere l'auto alle nostre spalle. Il solito "pip- pip".
Entrai per il cancelletto ed il vialetto, salii i gradini della veranda, mi assicurai che fosse tutto in ordine, infilai la chiave nella toppa ed aprii.
Quando stetti per chiudermi la porta dietro di me mi resi conto che lui mi aveva seguito e se me stava là, nella solita rigida posa tipica dei militari. Solo che aveva incrociato le braccia dietro la schiena.
Aggrottai la fronte. <<Vuoi... Entrare?>> Feci.
<<Certo.>> Fece lui in semplicità, sciogliendosi dalla sua posa e facendo un passo avanti. Mentre chiudevo la porta ed entravamo in casa lui aggiunse: <<Così do' un'occhiata.>>
Corrugai nuovamente le sopracciglia: <<Un'occhiata?>> Chiesi.
<<Beh, porte, finestre...>>
<<Ah!>> Feci ridendo: <<Mio padre.>>
<<Sì beh, meglio controllare che sia tutto a posto.>>
<<Ti ha detto del... come chiamarlo?>>
<<Molestatore che vi dà noia, signorina? Sì.>>
<<Bullo, direi. Frequentiamo la stessa scuola.>>
<<Sì, beh metteremo in ordine anche quella questione.>> Fece in tono tranquillo avviandosi verso la porta finestra che dava sfogo sulla spiaggia verso nord. <<Oh. Vista mare.>> Fece, mettendo la mano sulla maniglia moderna ed aprendo la porta.
<<Già. Uno spettacolo. La spiaggia è privata.>> Spiegai mentre lui controllava la serratura e gli infissi, da fuori. Poi rientrò e chiuse la porta col meccanismo di chiusura e sicurezza.
<<Fantastico.>> Fece. <<È elettronico il sistema d'allarme?>>
<<Sì. Idea di mio padre.>>
<<E uno dei migliori, aggiungerei.>> Disse mentre studiava la scatoletta di sicurezza incollata al muro: <<Di ultima generazione.>>
<<Beh, che ti aspettavi? Mio padre ha... una posizione... Come dire...>>
<<Molto elevata, ma certo.>> Fece lui.
<<Bevi qualcosa?>> Gli chiesi per cortesia, dirigendomi alla cucina a penisola sulla mia destra. Aprii il frigo e tirai fuori la mia aranciata preferita.
<<No, grazie, sono in servizio.>> Fece lui piantandosi sul pavimento del piccolo e rettangolare salotto, allacciando le mani dietro la schiena.
<<È analcolica. Io non bevo.>> Chiarii.
<<Oh.>> Fece. <<In questo caso...>> Slacciò le mani e sì avvicinò lentamente, sedendosi sull'alto sgabello della penisola. Tirai fuori un bicchiere da sotto lo stretto tavolo e glielo porsi, rovesciandogli un po' della bibita nel bicchiere. <<Va bene così, grazie.>>
<<Allora, adesso te ne tornerai in Accademia?>> Chiesi avvicinando il bicchiere alle labbra.
Lui assunse un'espressione corrucciata e ripose: <<Beh, no, signorina Crowfield, resterò qui.>>
<<Qui?>> Feci alzando le sopracciglia, senza capire davvero.
<<Come da ordini di vostro padre.>> Fece.
Prima che potessi chiedere spiegazioni il telefono a cornetta posto proprio dall'altra parte della penisola squillò. Risposi in un attimo.
<<Tesoro? Sei a casa?>> Chiese mio padre.
<<Papà, sì, sono... arrivata poco fa.>> Feci guardando il militare sorseggiare la bibita.
<<Bene. Il sergente Maximus è lì?>> Alzai gli occhi sul soldato, pensando a quanto fosse tremendamente attraente. Mi accigliai: <<Sì, perché? >>
<<Passamelo, per favore.>>
<<Mio padre.>> Feci allungandogli la cornetta.
<<Oh.>> Fece lui di fretta ed alzandosi.
<<Sì, signor generale?>>
Non riuscii a sentire quello che gli disse ma ero super curiosa di sapere quali ordine avesse in mente per lui mio padre e... se ci saremmo rivisti presto.

Max

<<Tutto bene, da quelle parti?>>
<<Sì, generale. Tutto a posto. E in ordine. Nessun problema, generale.>>
<<Ottimo. Senti... ti volevo chiedere... questa sera non tornerò per cena e... mi chiedevo se avessi impegni.>>
<<No, signore, sono libero.>>
<<Ottimo. Perché non ceni con mia figlia, allora? Magari in qualche posto carino o... a casa. Ordinate cinese o quello che vi pare. Magari una pizza.>>
<<Signore?>> Feci aggrottando le sopracciglia.
<<Lascia pure la ricevuta a Cindy e ti farò avere il rimborso.>>
<<Sì, Signore.>>
<<Bene. Passami mia figlia, ora.>>
<<Prego.>> Feci voltandomi e passando il telefono alla splendida figlia del mio capo.

Lara

<<Papà...?>> Chiesi al telefono.
<<Tesoro, ehi, come stai?>>
<<Bene.>> Dissi voltandomi verso il militare. <<Il tuo ufficiale è stato davvero carino, con me.>>
Lui alzò lievemente il capo e si acciglio'. Che non si aspettasse che lodassi le sue "prodezze" col suo capo?
<<Bene, sono contento davvero di sentirlo, vista la mole di tempo che passerete insieme.>>
<<Come!?>>
<<Tesoro, stasera non torno per cena ma... Max resterà con te. Perché non esci con lui e vi andate a mangiare qualcosa al... quel nuovo locale, il...>>
<<Papà, che stai dicendo, perché dovrei..->>
<<Ah, sì, il "Tenente Regency". Beh, è stata una vera furbata aprire un locale esclusivo a tema militare, da parte di Barney. La pensione fa decisamente male a quell'uomo.>> Fece in una risata. <<Anche sul campo di battaglia trovava eccitante l'idea di aprire un locale per giovani,  un giorno e, sue testuali parole "Tenere un po' in riga queste nuove generazioni.">>
<<Papà che stai farneticando, perché dovrei..->>
<<Suvvia, tesoro, ne avevamo parlato, no? Max è il migliore: intelligente, simpatico, riservato...>> <Papà, io..->>
<<Devo andare, ora, il primo ministro mi attende. E non è un tipo paziente. Per qualsiasi cosa chiedi a Max, D'accordo? Ti amo, tesoro.>> E riattaccò.
Uscire con Max? Che gli stava per la testa!?
Guardai l'ufficiale piuttosto interdetta.

La ragazza e l'ufficiale Where stories live. Discover now