CAPITOLO 5 - IL LOCALE

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Accidenti, era vero. Qualcosa che riguardava l'onore o... La professionalità. Ed in più mi ero sbilanciata con quella asserzione.
Lo guardai e lui aveva stampato in volto un'espressione furbetta e scaltra.
Aveva capito.
Anche perché disse: <<Se vuoi che ti inviti a cena possiamo fare un salto in quel nuovo locale, il... >>
<<Oh, sì, quello nuovo.>> Dissi un po' troppo entusiasta, interrompendolo. Poi però mi venne in mente un'altra cosa. <<Aspetta... Che giorno è, oggi?>>
<<Mh?>> Fece lui, già rivolto alla porta.
<<È Venerdì, giusto?>>
<<Se la memoria non m'inganna sì.>> Rispose.
<<Accidenti, me l'ero completamente dimenticata.>> Feci girando sui tacchi e dirigendomi verso l'armadio.
<<Cosa?>> Fece. Aprii di scatto l'armadio e la luce led interna si accese. Mi tolsi il maglione e rimasi con il collo nero che indossavo sotto. Ero un tipo piuttosto freddoloso. <<Hai un appuntamento?>> Mi chiese in tono piuttosto incuriosito che non mi sfuggi' affatto. Mi voltai lentamente verso di lui. <<Sì, beh,>> si affrettò a dire: <<nel caso devo... Devo saperlo. Ti dovrò accompagnare e... Restate nei paraggi.>> Ammise.
<<Stai scherzando!?>> Feci alzando la voce in tono minaccioso.
<<No.>> Disse lui in semplicità.
<<Sto solo uscendo con le mie amiche ed il posto lo sai, per cui... Non vedo come..->>
Fece un passo avanti: <<Dovrò accompagnarti. E restare nei paraggi.>>
<<In divisa!?>> Feci.
<<Beh, no, ho un cambio in auto. Me ne porto sempre dietro un paio.>>
<<Però!>> Esclamai dirigendomi verso la poltrona e togliendomi anche il collo nero. <<Pensi proprio a tutto, tu. Sei un tipo organizzato.>>
<<Deformazione professionale.>> Rispose.
<<Dovrebbero riattivare la leva militare obbligatoria. Ci sono certi ragazzi che non sanno nemmeno in che mondo vivono.>>
<<Hai assolutamente ragione.>> Mi disse dandomi ragione.
Restai in canottiera e reggiseno. Volevo punzecchiarlo per capire... Cosa? Se gli piacevo? Aveva detto che ero carina, per cui... Però, che senso aveva fare colpo su di lui se nemmeno poteva chiedermi di uscire?
<<Ti lascio cambiare.>> Fece. La sua occhiata lanciata verso di me, in canottiera, però non mi sfuggi' affatto. <<Prendo il cambio dall'auto, do' ancora un'occhiata in giro e poi... Posso cambiarmi in bagno?>> Chiese.
<<Oh, ehm... Usa la camera di mio padre.>> Feci dalla cabina armadio. Nel frattempo ero andata a frugare qualcosa di bello e sexy. Non che avessi chissà che. Quando andavo per negozi non riuscivo mai a trovare nulla che mi piacesse. La moda degli ultimi anni non era proprio nelle mie corde. Gli ero passata vicina e sembrò quasi che lui fosse in imbarazzo per cui optai per un vestito spesso e caldo col collo tempestato di payettes, nero e attillato. Sotto avrei messo delle calze super calde.
<<D'accordo.>> Fece chiudendosi dietro la porta.
Bene.
La sveglia segnava le 18: 18 quindi avevo tipo mezz'ora per vestirmi e per fare colpo sul giovane ufficiale e truccarmi. E sistemarmi le lunghe onde dei miei capelli.
Alle diciotto e mezza in punto lui bussò alla porta.
<<Sì?>> Feci, intenta a mettermi l'ombretto.
<<A che ora passano le tue amiche?>> Chiese.
<<Oh, no, ci vediamo direttamente là.>> Spiegai.
<<D'accordo. Quando sei pronta ti aspetto..->>
<<Ci sono!>> Feci. Afferrai la borsa e corsi ad aprire, un po' troppo velocemente.
Lui rimase a dir poco sbalordito.
<<Esci sempre così elegante con le tue amiche?>> Mi chiese interdetto.
<<Beh, chi lo sa, magari potrebbe essere la volta buona che incontri qualche bel ragazzo, no? La mia psicologa dice che potrebbe farmi anche bene mettermi con qualcuno con la testa a posto.>>
Dischiuse le labbra ed ammise: <<Sei... Anche troppo bella. Bellissima.>>
<<Grazie.>> Feci, scuotendo lievemente la testa.
Mi sembrò quasi... così vicini, sulla porta... Ma no, me l'ero solo immaginato. Uscii di colpo e lui mi seguì. <<Bene, chiudo casa e... Direi di avviarci. Hai preso tutto?>> Gli chiesi.
<<Certo.>>
<<Ottimo.>>

La ragazza e l'ufficiale Where stories live. Discover now