10. Malfoy Manor

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Era tutto sbagliato e lui voleva essere escluso da tutto quello.

Era solo un ragazzo, loro erano solo ragazzi ed era tutto sbagliato.

Avvertì i pensieri della madre protendersi attraverso il loro ponte mentale, ma la respinse con ogni energia che aveva. Occluse tutto, non ne voleva sapere niente. Si chiuse sotto spessi strati di magia che lo avvolsero per proteggersi e di conseguenza proteggere loro, anche se avrebbe voluto vederli sparire nel nulla dove erano stati finora.

Nel riflesso dello specchio intravide la figura di sua zia Bellatrix avanzare nel salone attirata da quel trambusto e chiuse gli occhi, sprofondando sempre di più nella sua magia. Doveva serrare tutto, non avrebbe retto anche lei. Si escluse mentre Bellatrix e Lucius si litigavano l'onore di chiamare il Signore Oscuro, i Malfoy avrebbero finalmente avuto il loro riscatto ai Suoi occhi, se fosse stato lui a consegnargli Potter.

Salazar, come si era ridotto! Non che avesse un aspetto decente quando era stato liberato da Azkaban, ma erano mesi che non lo riconosceva più. Era diventato l'ombra di sé stesso, una vaga eco del padre che aveva ammirato prima che si rivelasse quel mezzo uomo. I Malfoy non si piegano davanti a nessuno, gli ripeteva fino a qualche anno prima. Ora poteva considerarsi onorato di fare lo zerbino di un fanatico mezzosangue e aveva costretto tutti loro a quel disonore. Aveva permesso che la loro casa venisse menomata da quella gentaglia. Si chiedeva come sua madre riuscisse ancora a guardarlo in faccia.

Ci fu altro scompiglio, sua zia urlava, gli parve di sentire il suo nome, ma lui continuò a scendere in profondità nei suoi pensieri, aspettando il momento in cui sarebbe sopraggiunto Lui. Magari li avrebbe uccisi tutti e lui non sarebbe stato costretto a fare quello che gli chiedevano. Non poteva denunciarli. Non poteva. Non voleva uccidere Potter. Avrebbe preferito morire dissanguato in quel bagno l'anno prima, piuttosto. Anche Silente glielo aveva detto, lui non era un assassino, non poteva. Non poteva. Non poteva. Non poteva.

Una scossa elettrica lo attraversò lungo la spina dorsale quando sentì il primo strillo e poi un altro, talmente forte che lo raggiunse fino alle viscere della sua mente. Aprì lentamente le palpebre e nello specchio intravide la scena che si stava svolgendo alle sue spalle. Rosso. Vedeva solo rosso mentre Bellatrix si accaniva con le sue Cruciatus contro Hermione Granger riversa sul pavimento, gli altri ostaggi spariti. Chiuse di nuovo gli occhi e provò a occludere, ma quelle urla terrorizzate lo strappavano ogni volta riportandolo in superficie.

«Te lo chiedo un'altra volta! Dove avete preso quella spada? Dove?» un'altra sferzata di magia, un altro strillo.

La stava annientando, se continuava così non sarebbe mai più riuscita a cavarle una sola parola coerente. Le stava spappolando il cervello. Colei che era stata definita la strega più brillante della sua generazione, la stava riducendo in un involucro balbettante. La prima della classe, la più talentuosa, petulante, arrogante, saccente, saputella, pretenziosa, so-tutto-io con la risposta pronta, una compagna di scuola che aveva avuto l'ingrato spiacere di avere davanti per sei anni, una ragazza appena, era sotto le mani di una pazza che l'avrebbe uccisa se non avesse ottenuto le risposte che voleva. O l'avrebbe ammazzata tentando. Era tutto sbagliato, ancora. Stavano sbagliando ogni cosa.

Senza nemmeno rendersene conto aveva sfilato la bacchetta e aperto gli occhi. Appena scorse nello specchio il riflesso della lama di un pugnale mentre Bellatrix si dedicava al braccio della Granger, la sua magia si estese fino a raggiungere la ragazza avvolgendole la mente. La sentì urlare e in modo contorto si convinse che lei era ancora lì, era ancora sana. Le urla erano una prova sufficiente che non l'aveva del tutto devastata. Non ancora.

Spinse affinché non fu totalmente avvoltolato intorno ai suoi pensieri. Stava lottando, nonostante il terrore, sotto ogni stilettata della Cruciatus, continuava a combattere e non aveva alcuna intenzione di soccombere. Doveva mentire sulla spada. Avrebbe protetto Harry e Ron fino alla fine, fino alla sua fine. Quanto erano stati sciocchi tutti e tre a sottovalutare quel rischio. D'altronde come potevano dei ragazzini affrontare la brutalità della guerra?

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