19. Ottobre 2001, Bass Harbor Lighthouse.

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Il ragazzo incrociò le braccia sul petto: «Dove devi andare?»

«Leo Flores mi ha invitato alla sua festa di compleanno.»

«Credevo non ti parlasse più.»

Bevette un lungo sorso di cioccolata, facendo spallucce: «Anch'io. Ma la mia compagna di banco si è fatta scappare una cosa...»

«Cosa?»

Si morsicò la guancia, incerto.

«Che cosa si è fatta scappare la tua compagna di banco, Zayn?» insistette, avvicinandosi.

«Mi hanno invitato solo per sfidarmi a mangiare più dolci che posso. Sanno che mi piacciono e qualche tempo fa dissi di non potermi fermare mai, nemmeno davanti ad un intero vassoio di Oreo. Nessuno mi ha creduto.»

«E tu cosa hai fatto?»

«Io... potrei aver detto che... che... ecco... ho detto che avrei mostrato a tutti loro chi ero e cosa sapevo fare!»

Silenzio. C'erano solo i rumori che erano la colonna sonora di quel posto. Il fischio del vento. Il rombo delle onde. Il tremolio degli infissi spintonati dalla forza violenta della natura. Lo scricchiolio dei mobili e quello delle pareti che si assestavano. Il ronzio del frigorifero. Il ticchettio delle lancette dell'orologio. Lo sgocciolio dell'acqua nei caloriferi. Il proprio respiro nelle orecchie.

Quello di Niall, invece, era silenzioso. Il suo respirare non faceva rumore.

«Ci andrai? Alla festa, intendo... pensi di andarci e accettare la sfida?»

Scosse la testa. «Non lo so.»

«Ti va di ascoltare una storia, Zayn?»

«Mi va sempre di ascoltare una delle tue storie, Niall.»

«Mi sono reso conto di non averti mai raccontato una delle mie leggende preferite. Devo rimediare subito.»

Zayn sorrise. Si raggomitolò sulla sedia e tirò le ginocchia contro il petto. Vi piantò i gomiti e con il mento sorretto dalle mani, attese. Attese che Niall iniziasse a raccontare con la sua voce pacata, il tono tranquillo di chi non ha fretta, bisbigliato, quasi sussurrato come non volesse violentare la religiosità dei suoni del Bass Harbor Lighthouse.

«C'era una volta Tyuk, una splendida fanciulla che trascorreva i giorni ad ammirare il suo riflesso negli specchi d'acqua e a pettinarsi i lunghi capelli neri...»

Quella che gli narrò quel tardo pomeriggio di ottobre, fu la vicenda di come nascono le tempeste.

La tormentata storia di Zena e del suo cuore perduto che gli era stato strappato via dal petto inavvertitamente dalla ragazza della quale si era innamorato, nel tentativo di salvarsi. Un cuore perduto negli abissi che il giovane non smetteva mai di cercare con le braccia affondate nelle acque, increspando il mare e scatenando tempeste e uragani.

Zayn guardò fuori della grande finestra sopra il lavabo. «Quindi è colpa di Zena se sta per scatenarsi una bufera? È colpa sua perché sta cercando il suo cuore perduto?»

«Sì. Forse oggi la mancanza di quel suo cuore è incolmabile. Più di ogni altro giorno. E si trova là fuori con la sua barca a cercarlo.»

Il ragazzino si posò inconsapevolmente una mano sul petto, rassicurato nel sentire il proprio battito picchiare dietro le costole. «Mi farebbe paura.»

«Che cosa?» chiese Niall.

«Incontrare una persona alla quale è stato portato via il cuore.»

«Davvero?» sfilò da dietro l'orecchio una sigaretta e se la portò alle labbra, accendendosela con uno zippo che estrasse dalla tasca posteriore dei suoi blue jeans. «Perché?»

My Forgotten Heart ( Larry / Ziam)Where stories live. Discover now