XIV.

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"Con tutto il mio cuore".
-Arthur Pendragon

Il capitolo che segue è un extra, uno speciale per il giorno di San Valentino. Non influirà sulla narrazione della storia, ma speravo potesse farvi piacere questo piccolo approfondimento. Se non siete interessati, potete saltarlo tranquillamente.
(I fiorellini per questa volta implicheranno il trascorrimento di settimane/mesi, appunto perché altrimenti sarebbe necessario scrivere un libro solo su questi due HAHA. Perciò, eccovi i momenti salienti di questo piccolo grande amore).

CALEB's pov.

5 anni prima...
Il primo anno di Sixth Form, ovvero il College, non stava procedendo secondo i miei piani.
Al termine di quei due anni, avrei voluto trasferirmi in Italia per proseguire gli studi, motivo per cui avevo scelto l'italiano come lingua straniera da studiare durante il mio percorso. Avevo avuto già modo di iniziare durante la scuola secondaria, ma non ero ancora pronto a parlare perfettamente con i madrelingua.

Però Londra era così bella ai miei occhi. Un posto magico dove poter vivere per il resto della mia vita. Ma, dall'altra parte, avevo il mio sogno nel cassetto.

Ero il miglior studente del mio corso, almeno fino a quando l'americano non aveva deciso di avere la media più alta della classe, superandomi. Capivo che per mantenere la borsa di studio dovesse avere voti alti, ma doveva per forza scegliere il mio college per fare il suo stupido anno all'estero?

Come se non fosse abbastanza, lo avevano inserito nella mia classe. E giuro, non lo sopportavo.

Thomas Curry. Se ne andava in giro per i corridoi con quel suo bel visino da bravo ragazzo, sorridendo a chiunque gli capitasse a tiro e facendo cadere tutti ai suoi piedi. Il biondo cenere dei suoi capelli scompigliati, poi, mi infastidiva perché risaltava tra tutte le persone che frequentavano la nostra stessa struttura. Per di più, era uno sportivo e, come tale, davo per scontato che fosse un egocentrico che si dilettava a deridere gli altri. Ma io non glielo avrei permesso. Non con me, per lo meno.

Ma la cosa che più mi urtava, era la sua sola presenza. In particolar modo quando me lo ritrovavo davanti, e non faceva altro che guardarmi.

Quella mattina, me lo ritrovai addosso e, nonostante lui fosse di gran lunga più alto di me, era caduto all'altezza del mio petto. O meglio, i suoi compagni di basket decerebrati lo avevano spintonato per scherzo e io ci ero finito di mezzo. Evitavo il suo gruppetto sin dalla primaria. Erano i soliti a prendere in giro i più deboli e cosa gli avrebbe impedito di farlo anche con me?

« Guarda dove metti i piedi ». Afferrai Curry dalle spalle, allontanandolo dal mio corpo il più in fretta possibile.

« Scusa, amico. Non era mia intenzione ». Non sapevo se mi stesse mentendo, ma non gli credetti ugualmente. Anzi, lo fulminai con lo sguardo prima di voltarmi e tornare sui miei passi, pronto per la prossima lezione.

« Non credi di essere un po' duro con lui, Cal? Se non ricordo male, voleva essere tuo amico ma non gliene hai mai dato maniera ». Edith, la mia migliore amica sin dalla nascita, mi affiancò in un battibaleno. Era la mia consigliera, ma non per questo doveva sempre aver ragione.

A dire il vero, eravamo stati insieme per un periodo due anni fa, ma non è durato. Io e lei funzionavamo solo da amici, non come qualcosa in più. O forse, ero semplicemente io a non andare bene.

Certe volte, mi ritrovavo a fare pensieri su altre persone. Del mio stesso sesso. E non ci capivo più nulla.

Mi sentivo inadeguato, fuori dalla società in cui vivevo. E temevo che i miei genitori potessero avere una reazione negativa a quello che stavo provando.

The last secondWhere stories live. Discover now