XIV.

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"I confini della terra, gli abissi
del mare, l'oscurità del tempo,
tu li hai scelti tutti e tre".
-  Ransom Riggs

Se non ve la sentite, vi conviene saltare questo capitolo. Tratterà di tematiche importanti fino a metà circa, seppur con leggerezza.

 Tratterà di tematiche importanti fino a metà circa, seppur con leggerezza

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Finita la cena, accompagnai Aedus nella sua camera. Mi aveva chiesto compagnia per far addormentare Mael e io, stranamente, avevo acconsentito. Eileen nel frattempo stava lavando i piatti, prima di spostarsi nel suo spazio per studiare un argomento che aveva scordato per il giorno dopo. Non voleva cacciarmi, dopotutto era stata lei ad invitarmi. Ma la salvò il fratello, che ringraziò con lo sguardo.

Mi ritrovai seduta sul letto di una stanza che avevo già visto, seppur attraverso uno schermo. Il suo profumo era ovunque nonostante non vivesse lì da diverso tempo.

« Vado a mettermi il pigiama. Mi guarderesti Mael un attimo? ». Annuì, incrociando le gambe sul lenzuolo per poter giocare con il mini Aedus. Quest'ultimo gattonò fino alle mie gambe, chiedendo di essere preso in braccio. Era già chiuso nella sua tutina verde pastello, pronto per addormentarsi con il ciuccio in bocca. Lo coccolai stringendolo al petto, mentre mi guardava con i suoi occhioni.

Il maggiore tornò pochi minuti dopo, con indosso gli stessi vestiti che aveva durante la nostra videochiamata, quando ormai il piccolino si era addormentato e me lo tolse con tenerezza per portarlo nella culla che aveva spostato nella sua camera. Poi si lanciò al mio fianco, facendomi sobbalzare. Riuscì a prendermi il polso prima di farmi finire con la faccia al suolo. Mi guardò ridendo, tirando affinché tornassi ad avere stabilità.

« Dovrei iniziare a chiamarti idiota. È un aggettivo che ti descrive particolarmente bene ». Scosse la testa appoggiandola poi sul suo braccio piegato.

« Piuttosto, preferisco quando mi chiami scintilla, anche se è imbarazzante ». Assunsi la sua stessa posizione, fissando le mie pupille cobalto nelle sue smeraldo.

Iniziammo a parlare come nostro solito, entrando in un'atmosfera intima che mai avevo percepito prima. Non so come, finii per parlargli di Ilia.

« Sai, lui era l'unico amico che avevo in quel periodo, sai uno di quelli di famiglia che conosci da quando sei piccolo. Kira stava affrontando dei problemi di salute, era chiusa in una clinica per ricominciare a mangiare. Perciò non me la sentivo di appesantirla con i miei. Dovevo esserci per lei, senza dirle nulla. Durante il penultimo anno di liceo ero stata presa di mira da alcuni ripetenti di un'altra classe e avevano iniziato a.. ». Quel discorso era così difficile da affrontare per me, soprattutto perché erano passati pochi mesi da allora, a tal punto che mi bloccai. Solo Kira e Ilia ne erano a conoscenza. La mano di Aedus si strinse alla mia, donandomi la forza adatta a continuare. « Avevano iniziato a prendermi in giro, pesantemente, per qualsiasi cosa gli capitasse a tiro. A volte mi pedinavano fino a casa, o a danza, continuando a deridermi fino a quando non mi rinchiudevo in quelle strutture. Non mi sentivo più al sicuro da nessuna parte e continuò per diversi mesi prima che qualcuno lo sapesse. Poi Ilia è rientrato nella mia vita, e aveva scoperto ogni cosa, promettendo di proteggermi quando mi confidavo con lui ».

The last secondWhere stories live. Discover now