XXII.

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"L'amore è ciò che fa da collante
alle cose che cadono a pezzi".
- Fannie Heather

Dopo aver recuperato le forze, Aedus mi permise di tornare a sorreggermi con i miei stessi piedi, ma non entrarono a contatto con le piastrelle umide della doccia

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Dopo aver recuperato le forze, Aedus mi permise di tornare a sorreggermi con i miei stessi piedi, ma non entrarono a contatto con le piastrelle umide della doccia. Si allontanò, dopo avermi lasciato un casto bacio, per prendere le ciabatte che aveva indossato in precedenza. Si abbassò per infilarmele e mi sarei sentita Cenerentola se solo non fossimo stati entrambi nudi. Ridacchiai guardando la differenza di numero tra i miei piedi da ballerina e i suoi da giocatore di pallacanestro.

« Evitiamo di passarti le malattie di ogni giocatore dei Vertigo ». Sorrise, tornando a sovrastarmi in tutta la sua altezza.

« Preferirei le tenessi tu, visto le condizioni del tuo piede ».

« Non credo mi verrà amputato per un contatto con il suolo di una doccia ». Ridacchiò accendendo il getto d'acqua prima di spingerci entrambi sotto di esso una volta diventato caldo.

Ci prendemmo il nostro tempo, lavando via ogni traccia di sudore, prima di uscire. Mi concesse il suo accappatoio, mentre lui si stringeva in vita un semplice asciugamano.

« Bellissima ». Mi baciò nuovamente, camminando poi per andare a recuperare i miei vestiti. Mentre si piegava, notai che si era messo al polso il nastro con cui mi ero legata i capelli. Come avevo fatto a non accorgermene?

Dopo esserci asciugati, io mi misi nuovamente i miei vestiti e lui indossava quelli puliti appena estratti dal borsone. Poi, si avvicinò ad un angolo dello spogliatoio dove erano presenti delle spine, e attaccò un phone, trascinando a sè una panca.

« Vieni, Nives ». Mi invitò ad accomodarmi davanti a lui, così che potesse accendere l'aria calda. Prese ad asciugarmi ogni singola ciocca bionda, massaggiando la mia nuca con il passaggio dei suoi polpastrelli. Li accarezzava con dolcezza, passando le dita per districarli.

« Da dove sei uscito? Dai miei sogni? ».

Lui rise e io mi riempii di quel suono melodioso. « Semplicemente non ti avevo ancora trovata ».

Quando terminò, sciolse il nastro che avvolgeva il suo polso per rifare il fiocco che reggeva i miei capelli. Afferrava le mie ciocche con una delicatezza che contrastava tutta la sua forza.

Per tutto quel tempo, il mio cuore non aveva smesso di aumentare il suo battito neanche per un secondo. Minacciava di uscirmi dal petto.

Gli baciai il dorso della mano, decidendomi a ricambiargli il favore. In realtà, volevo solo giocare con i suoi ricci scombinati.

« Cavolo, sono già le dieci ».

« Vuoi venire a cena a casa mia? ». La domanda mi uscì spontanea dal petto. Non volevo allontanarmi da lui proprio ora.

« E se invece venissi tu da me? ». Reclinò il capo all'indietro per guardarmi. Io sorrisi e lo baciai. « Il bacio alla Spiderman, il mio preferito da oggi ». Scoppiai a ridere davanti alla sua espressione angelica, quasi bambinesca. Avrei finito per crollare ai suoi piedi.

The last secondWhere stories live. Discover now