I.

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"Di giorno ero la persona che gli altri volevano, ma era col calar dell'albore
che finalmente trovavo una fallace ed effimera pace".
- Anne Evans

Quando varcai la soglia del mio nuovo appartamento nel primo pomeriggio, non potei fare altro che tirare un sospiro di sollievo

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Quando varcai la soglia del mio nuovo appartamento nel primo pomeriggio, non potei fare altro che tirare un sospiro di sollievo.
Erano mesi che lavoravo affinché tutto fosse come lo avevo programmato. Ogni mobile, ogni decoro, ogni minimo dettaglio presente in quella casa era frutto del mio sforzo e della mia voglia di cambiare aria. Inoltre, di lì a poco avrei iniziato l'università di economia. Non era stata totalmente una mia scelta, ma me la sarei fatta andare bene pur di continuare a studiare e ad essere libera.
Certamente, non avevo fatto tutto da sola. Avevo avuto un misero supporto da parte dei miei genitori, assolutamente contrari a quella mia scelta, ma, più di tutti, dalla mia migliore amica, nonché attuale coinquilina e compagna di università.
Difatti, me la ritrovai all'istante davanti agli occhi, intenta a sistemare i suoi averi. Le corsi incontro, abbracciandola piena di gioia.
Non stavo nella pelle per tutto quello che ci stava attendendo nei prossimi mesi.

« Kira, non puoi capire la mia allegria! Sono così felice di poter stare con te ». Mi allontanai appena, il giusto in modo tale che potesse vedere il mio sorriso a trentadue denti. Era l'unica a sapere gli avvenimenti accaduti nel corso della mia vita e, nonostante gli alti e i bassi presenti in ogni tipologia di relazione, c'era sempre stata. Era una ragazza dai capelli corvini corti fino alla spalla, bassina e dalla carnagione chiara. Le labbra carnose e gli occhi scuri. Si truccava da dio e aveva uno stile che invidiavo: sempre elegante e presentabile. Il mio invece variava dal principesco ad uno nettamente più oversize. Eravamo amiche dal primo anno di liceo, e ora stavamo inziando insieme un nuovo percorso.

« Okay, okay, Nives. Direi che l'hai espressa a pieno con tutto questo affetto improvviso ». Si lasciò sfuggire una risata. Sapevo che non era molto propensa al contatto fisico non richiesto, ma con me faceva delle eccezioni. Ogni tanto, almeno. « Direi che è ora di sistemare. Conoscendoti ci impiegherai una vita, perciò inizia a prepararti perché dopo l'aiuto che ti darò dovrai sdebitarti con me e offrirmi come minimo un caffè da starbucks ».

Scoppiai a ridere entrando definitivamente della mia nuova casa. Profumava già di rose e vaniglia, proprio come piaceva a me. Un'aroma dolce che al contempo non era troppo invasivo per l'olfatto.
L'arredamento era molto minimal, quasi elegante grazie all'uso non eccessivo dei colori. Era presente il minimo indispensabile per due persone: due camere, un bagno e una cucina con open space rivolta al salotto dotato di una parete vetrata, la quale si affacciava su una piccola terrazza. La perfezione ai miei occhi.

Mi precipitai nella mia stanza, trascinandomi dietro le valigie che ero riuscita a portarmi dietro. La casa dei miei genitori distava a poco più di un'ora di macchina, di conseguenza avrei potuto tornare a recuperare oggetti dimenticato in qualsiasi altro momento. Nel frattempo però, mi misi subito all'opera insieme a Kira, sistemando ogni oggetto all'interno del mio spazio.

Camera mia era fondamentale per me. Uno spazio tutto mio dove poter fare ogni cosa. Essere me stessa al cento per cento. Era raro che ci facessi entrare qualcuno; doveva essere davvero speciale per poter varcare la porta della mia mente.
Non avevo permesso neanche al mio "fidanzato" di poterci mettere piede. Non se lo meritava. La nostra relazione era molto complicata e piena di problemi, ma dovevo farmela andare bene così. Non potevo lasciare Ilia. Non potevo per nessuna ragione. Dopotutto, stavamo insieme da poco meno di un anno. Lui era più grande di me di qualche anno, ma a volte sembravo io quella più matura della coppia.

Come si suol dire, parlando del diavolo spuntano le corna, perché neanche il tempo di pensarci che sentii il telefono squillare. Non avevo molti amici, e quei pochi che avevo raramente chiamavano a patto che, ovviamente, non si trattasse di Kira. Piuttosto scrivevano un semplice messaggio.
Sospirai, evitando lo sguardo di disapprovazione della mia amica e mi allontanai per rispondere.

« Ciao, bambolina. Sei arrivata a casa nuova? ». Sentii il suo sorriso impertinente anche attraverso quell'aggeggio elettronico. Sapeva quanto odiassi quel nomignolo che mi aveva affibbiato, ma preferiva tormentarmi.
« Ciao, Ilia. Sì, da poco ».
« Quando posso raggiungerti? ». "Spero mai", avrei voluto rispondere. Invece mi mangiai la lingua, contestando ciò che non avrei voluto.
« Vengo io da te, lo sai. Dammi il tempo di sistemare le mie cose e arrivo ».
« Vieni ora. Ho bisogno di te ». Mi morsi le labbra, trattenendo le parole, ma per fortuna la sua frase non era terminata lì. « Per favore. Dopo avrò gli allenamenti e tu inizierai l'università, rischiamo di non vederci per molto ». Come se poi avesse realmente bisogno di me. Però acconsentii ugualmente, accordando sul fatto che sarei arrivata da lui in mezz'ora al massimo prima di attaccare.

« Quando finirà questa storia? ». Mi voltai di scatto, notando Kira intenta ad osservarmi con uno sguardo di rimprovero.

« Sai anche tu che non è così semplice ». Lei di rimando scosse la testa, avvicinandosi per lasciarmi un bacio sulla fronte.

« Ti aspetto per cena, vedi di non mancare o ti vengo a cercare ».

❁  ❁  ❁

Eccoci qua con il primo capitolo. È introduttivo ma nonostante ciò si iniziano a capire i tratti della storia, ma nel prossimo avremo qualche chiarimento sulla relazione tra Ilia e Nives.
Spero che vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate <3

Zara🫶🏻

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