V.

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"Cogliere l'attimo fuggente, o
almeno la sensazione che lascia".
- Monet

Arrivammo alla festa con mezz'ora di ritardo, secondo Kira ci voleva sempre un po' prima che iniziasse il divertimento

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Arrivammo alla festa con mezz'ora di ritardo, secondo Kira ci voleva sempre un po' prima che iniziasse il divertimento. Quella sera era stupenda nel suo vestito nero attillato decorato da qualche taglio sui fianchi, mentre le onde naturali dei suoi capelli le ricadevano dolcemente sulle spalle scoperte. Avrebbe saputo essere provocante anche con uno straccio addosso.
Io, a contrario, ne avevo indossato uno di una tonalità verde pastello che mi stringeva il busto e proseguiva fino a metà coscia. Avevo legato le mie ciocche bionde in uno chignon fissato con il gel a mezza altezza, da cui fuoriusciva un ciuffo sulla fronte. Il trucco si adattava alla tranquillità del mio outfit, allungando con leggerezza la forma dei miei occhi.

Il locale non era poi tanto grande, ma era dotato di una pista da ballo oltre che di un bancone circolare al centro della stanza e dei tavoli rialzati dove potersi riposare. Aveva le luci soffuse, con una decorazione di foglie finte dietro la zona sedute, in parti rettangolari rientranti nel muro dove si leggeva il nome del posto "Bel Air".

Raggiungemmo Caleb, intento a discorrere con uno studente che mi sembrava familiare, ma proprio non ricordavo dove. Molto probabilmente all'interno della mia facoltà.

« Ragazze! Posso presentarvi Alexis Navarro. Attualmente sta frequentando il master in psicologia ma si tratta di una delle ali dei Vertigo ». Il ragazzo in questione si girò verso di noi con un ampio sorriso sul volto mulatto, togliendomi ogni dubbio. L'altezza non ingannava il suo ruolo all'interno della squadra, facendomi presupporre che si trattasse dell'ala grande. La carnagione sui toni del caffè lasciava intendere la sua nazionalità sudamericana, confermata poi dal suo accento spagnolo e, dalla forma degli occhi, si poteva capire che provenisse dall'Equatore. I capelli corti, scompigliati e corvini, gli orecchini che domavano eleganza alla sua figura vestita totalmente di nero. Non era possibile che in quel gruppo non ce ne fosse uno che non fosse bello. Per di più, da quello che avevo inteso, Caleb era amico di tutti.

Strinse la mano ad entrambe con una certa galanteria, una di quelle che non si vedevano tutti i giorni. « Piacere di conoscervi. Non pensavo seguiste le mie partite ». Ridacchiò dopo le nostre presentazioni, infilando le mani nelle tasche dei pantaloni.

« A dire la verità, siamo venute solo alla scorsa amichevole, ma siamo state invitate anche alla prossima. A proposito, complimenti per l'ottimo punteggio ». Risposi sinceramente, prima che la conversazione tornasse su Caleb.

« Se non erro, mi avevi detto che Thomas frequentava l'ultimo anno di Biologia. Come mai non è presente anche lui questa sera?» domandò Kira, probabilmente impaziente di conoscerlo.

« Oh, Thom ha preferito non venire alla festa. Sapete, domani mattina ha un esame e voleva arrivare riposato. Su queste cose è molto diligente ».

Proseguimmo discutendo ancora sul nostro futuro, di chi aveva le idee più chiare, come Alex, e chi invece avrebbe preferito intraprendere altri percorsi, come me. Continuò per svariato tempo, ma sentì il bisogno di rinfrescare le mie corde vocali dopo tutto quel chiacchericcio. « Scusatemi un secondo, vorrei andare a prendermi un drink. Voi volete qualcosa? ». Loro però stavano bene così, perciò mi avvicinai al bancone, attendendo che il barman si avvicinasse per prendere la mia ordinazione, un Sex on the Beach, che arrivò poco dopo. Era il solito che prendevo per iniziare la serata, senza voler esagerare. Mi accomodai per prendere i primi sorsi, in modo da evitare di rovesciarmelo sull'abito pulito.

« Un Old Fashioned, per favore ». Una mano contornata da un orologio si posò vicino alla mia sul bancone, invitandomi a seguirla fino al volto del proprietario. Sussultai notando che si trattasse di Garrick, con il profilo elegante, come il suo ordine, che lasciava ammaliato chiunque si girasse a guardarlo. I nostri occhi si incastrarono in una punta di stupore, e rimaremmo a fissarci per qualche istante, incapaci di realizzare. Lui fu il primo a cambiare posizione, aprendosi verso la mia direzione e sostituendo la mano appoggiata con l'altra. « Finalmente ci rivediamo, nuova recluta ». Mi dedicò un sorriso, portandosi il suo drink alle labbra.

« Eppure, non mi sembravi un tipo da feste universitarie in discoteca ».

« Forse non lo sono, ma fino a prova contraria colui che ti ha servito da bere è il mio amico Michael Reeves, nonché il pivot dei nostri schemi ». Quindi, mi lasciava intendere che quella sera erano presenti la maggiorparte dei suoi compagni di squadra, una sorta di rimpatriata cestistica.

« Se è per questo, non sembri neanche un universitario ». Abbassai la testa per poter sorseggiare la mia bevanda, osservandolo di conseguenza dal basso. Non che prima lo guardassi da un altro punto di vista, dato che probabilmente si avvicinava ai due metri di statura.

« Infatti ho già finito la triennale di economia, Ora lavoro momentaneamente in un ufficio ». Una smorfia prese spazio sul suo viso, probabilmente scontento di quell'occupazione.

« Anche io studio economia ». Mi esaminò un istante attraverso i suoi occhi nocciola. Dopotutto, non aveva fatto altro dall'inizio della nostra conversazione. Non si perdeva alcun mio movimento.

« Non ti ci vedo affatto e tantomeno appari troppo convinta ».

« E tu cosa ne vuoi sapere, Garrick? ». Marcai il suo cognome, sollevandomi di scatto per sostenere il suo sguardo indagatore. Non fu un'ottoma decisione a quanto pare, dato che restai intrappolata tra il suo corpo e il bancone, con un lieve spazio vitale a separare la nostra collisione. Era stato tutto talmente veloce da non aver nemmeno capito quando aveva ruotato lo sgabello per farmi restare di fronte a lui. I nostri nasi erano un passo dallo sfiorarsi mentre i nostri occhi passavano in rassegna quelli dell'altro, studiandosi a vicenda. Si prese il suo tempo per rispondere, assicurandosi di non toccarmi neanche con un solo dito.

« In effetti, non so nulla di te. Potresti almeno regalarmi il tuo nome ».

In quell'esatto momento arrivò Alexis, facendoci tornare in quel locale raffinato. « Io non ho visto niente, continuate pure ». Fece dietrofront con le mani alzate innocentemente, distogliendo l'attenzione di Garrick da me e consentendomi di sfuggire alla sua presa. Mi misi in piedi, lasciando il bicchiere vuoto dove lo avevo ricevuto.

« A quanto pare, non era il momento giusto. Dovrai aspettare ancora ». Sorrisi prima di sorpassarlo, costingendolo a seguirmi con lo sguardo. Con la coda dell'occhio lo notai scuotere la testa, trattenendo un sorriso. Ancora non sapevo che proprio quel sorriso, sarebbe stato la causa della mia rovina.

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Ok, questo capitolo è più corto del solito, ma c'è una buona ragione dietro lo giuro. Nel prossimo vi lascio una sorpresina, ma dovrete aspettare fino a lunedì
Intanto, i nostri due protagonisti iniziano ad avvicinarsi, in un modo o in un altro.
Come sempre, aspetto un vostro riscontro💕

Zara <3

The last secondDove le storie prendono vita. Scoprilo ora