ღ7° Capitoloღ - Sangue

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7. Sangue

Non mi hai ancora mai raccontato qualcosa di te. -commentò incuriosito. La vedeva ancora sottosopra perché col tempo che era passato tra il primo e il penultimo turno non aveva avuto la benché minima idea di spostarsi da quella posizione. Era come se stesse prendendo il sole, ma completamente vestito.
-Forse perché mi odi? -la ragazza lo guardò spostando solo gli occhi verso di lui.
Il ragazzo corrugò le sopracciglia, come se fosse quasi un insulto quello che aveva appena detto. -E questa da dove salta fuori? -
-Ah, perché non è così? -borbottò lei. Nell'ultimo periodo effettivamente era stato anche abbastanza gentile e disponibile rispetto al solito, forse si era leggermente convinto che lei con la famiglia Kamo non c'entrasse nulla e che quello che gli stava nascondendo era puramente per decisione personale e non per un complotto mondiale.
-Ho detto che non mi convincevi, non che ti avrei uccisa volentieri. -
-Non convincere Gojo Satoru è l'equivalente di essere voluta morta. Non fare finta che ora io ti stia simpatica. -
-Ma tu mi stai simpatica. -rispose talmente tanto velocemente che la ragazza rimase sorpresa. -Avevo dei dubbi, niente più. -sventolò una mano per aria e guardò per un momento il campo d'allenamento quando sentì lo sparo di inizio della battaglia che avrebbe concordato chi fosse colui a scontrarsi con uno dei due.
Itadori contro Megumi.
-Te lo saresti mai aspettata? -chiese l'albino, guardando i due ragazzi andare l'uno contro l'altro.
-Un po' sì. Non mi sarei aspettata però Itadori vincere contro Maki. -ridacchiò la ragazza. La quattr'occhi sembrava particolarmente turbata dalla cosa, nonostante sapesse perfettamente che quel ragazzino aveva l'animo condiviso con uno degli stregoni neri più potenti di quell'epoca, era pur sempre uno del primo anno. L'aveva punta estremamente nell'orgoglio.
-Itadori sa il fatto suo, deve solo maturare un po'. - tornò a mettersi col naso puntato verso il cielo e si tolse gli occhiali, mettendoli al fianco del suo volto, coprendoseli poi con l'avambraccio.
-Come mai lo alleni poco? -chiese la ragazza.
-Hm? -
-L'altro giorno quando ci siamo allenati io e Yuji, è stato perché mi ha detto che prediligi l'allenamento con Nobara e Megumi. -
Si formò un sorriso sulle labbra del ragazzo che lei non riuscì subito a decifrare.
-Lo hai sentito anche tu, no? -chiese, facendo emergere uno dei due suoi occhi da sotto la stoffa della divisa, solamente per guardarla in volto. -Itadori è molto più forte di quegli altri due. -
-La sua energia malefica è sicuramente più consistente, il problema è che non ha tecnica e lo sai. -
Di nuovo i loro occhi si incrociarono. Di nuovo quella sensazione così fastidiosa le attraversò tutta la colonna vertebrale. Non capiva se fosse il fatto che sentiva quella sottospecie di radar impiantato negli occhi dell'uomo o se semplicemente fosse lui che le dava quella sensazione.
-Infatti su quella stiamo migliorando, con Todo è riuscito a imparare il lampo nero. - tornò a nascondere le sue due perle azzurre e la ragazza lo ringraziò mentalmente. Da una parte le faceva piacere guardarlo negli occhi, semplicemente per sentirsi di stare parlando con una persona normale; dall'altra la sensazione che davano era veramente scomoda.
-Sì, con Todo, non con te. -lo beffeggiò, incuriosita della reazione di lui.
-Ha bisogno di un amico che gli insegni sul campo in parità, se ci fossi io tutta l'attenzione del nemico sarebbe volta su di me. -sbuffò. Non controbatté semplicemente perché si sentiva più stanco del dovuto. Portare gli occhiali lo stancava ormai quasi quanto non portarli affatto, avrebbe dovuto portare la benda con sé, soprattutto in un caso come quello dove c'erano tantissime energie malefiche in azione sul campo e i suoi occhi gli mandavano segnali continui.
Effettivamente stare con lei però, che la nascondeva alla perfezione, non lo rendeva poi così stanco. Sembrava quasi di stare con un umano qualunque, privo completamente di energia malefica. I suoi occhi non lanciavano alcun tipo di segnale o di informazioni. Era semplicemente la calma più assoluta.
-Onesto. -rispose semplicemente lei, senza aggiungere nient'altro riguardo quell'argomento.
Notò solo in quel momento gli occhiali di lui così vicino a lei e li prese automaticamente tra le mani, senza pensare. Se li rigirò un po' tra le dita, guardandoli attentamente e provando persino a metterseli davanti agli occhi per capire cosa potesse vedere realmente. Nulla. La risposta era nulla.
Era come avere letteralmente un vetro dipinto di nero sugli occhi. La differenza tra la benda e quegli occhiali era solamente lo spazio ai lati che gli permetteva di vedere il mondo reale.
-Allora possiamo tornare all'argomento iniziale. -con un colpo di schiena, si tirò a sedere e incrociò le gambe tra di loro per stare più comodo. -Raccontami qualcosa. -
Lei lo guardò stranita, gli allungò gli occhiali che lui prese volentieri e si mise sul naso.
-Davvero ti interessa? -
-La smetti di fare la noiosa? -si lamentò lui, sbuffando sonoramente di quella diffidenza.
In realtà lui poteva dire ben poco, essendo che era stato il primo ad essere diffidente nei suoi confronti.
Stette per dire qualcosa ma si fermò improvvisamente. Vide le labbra del ragazzo incurvarsi verso il basso e digrignare i denti.
Cosa era quell'improvvisa aura malefica?
Si girarono entrambi verso i ragazzi e ancora prima che potessero muovere un solo dito nel campo ci fu un'enorme esplosione.
Sentì la mano di Gojo circondarle il braccio e in un attimo si ritrovò dalla parte opposta del campo, vicino ai ragazzi che nel frattempo erano stati spazzati via da quell'onda d'urto.
-Che diavolo è stato? -Megumi cercò di coprirsi gli occhi dalle polveri delle macerie.
-Ragazzi, state indietro. -la voce di Gojo si abbassò di un bel po', dando l'impressione di essere ancora più serio.
Hayami raggiunse il suo fianco e lui la guardò di sottecchi. Con un veloce gesto della mano si tolse gli occhiali e li gettò in mano a Nobara, che nel frattempo si stava cercando di togliere un pezzo di vetro che si era conficcato nella sua gamba.
-Intendo anche te. -disse il ragazzo mentre la polvere che si diradava. Si stava scrocchiando ad uno ad uno le dita delle mani.
-Ti devo ricordare che sono un livello speciale? -detto questo, scrocchiò il collo con un colpo secco e scomparve dalla vista dell'albino.
Subito dopo, la polvere si diradò completamente e, davanti a s'è, si pararono una maledizione e un umano o, meglio, uno stregone.
-Ancora te! -si lamentò Gojo non appena riconobbe quella testa a vulcano che si ritrovava quel nanetto. -Stai diventando noioso. -
Hayami si fermò a guardare quello stregone dai due codini. Quell'aura malefica la conosceva perfettamente. Si mosse leggermente, giusto per girarsi verso di lei, ma scattò subito all'indietro, sapendo già cosa avrebbe fatto.
-Kisei! -chiamò a voce alta quel nome, facendo passare la mano dalla spalla al polso. Sotto le sue dita comparve una creatura molto simile ad un riccio di mare che svolazzò al fianco della ragazza. Quella creatura, dotata di occhi grandi come quelli di un cerbiatto, la guardò in attesa di un qualsiasi ordine.
Gojo la stava guardando nonostante avesse addosso sin da subito Jogo. Non appena aveva liberato quella creatura e, di conseguenza, la sua energia malefica, aveva rivolto tutta la sua attenzione a lei.
Non aveva ancora capito che tipo di tecnica usasse lei, soprattutto dopo aver sentito la conversazione che aveva avuto con Noritoshi. Sicuramente alla base c'era la manipolazione del sangue del clan Kamo, eppure non capiva in cosa differisse così tanto da renderla uno stregone di livello speciale.
Non appena lo stregone dai codini si girò completamente, dalle sue mani partirono degli spuntoni condensati di sangue, diretti esattamente verso la ragazza.
Non disse nulla, il suo piccolo insettino si parò davanti a lei e sembrò farle da scudo per suo solo volere.
-Non è da un po' che non ci vediamo? -sorrise il ragazzo, divertito dal fatto che la ragazza usasse quella sottospecie di animaletto. -L'ultima volta non avevi quel bagaglio. -
-Che vuoi da me Choso? -ringhiò la ragazza, infastidita dalla sua presenza. Schivò uno degli spuntoni di sangue per un pelo. Doveva avvicinarsi.
Con un colpo di gamba, riuscì a recuperare un bel po' di terreno avvicinandosi alla sua figura e, solamente per un pelo, non riuscì a toccarlo.
Il ragazzo ne approfittò immediatamente prendendola per un braccio, scaravoltandola per terra. Non fece neanche in tempo a riaprire gli occhi che Choso stava per trafiggerla di nuovo, questa volta allo stomaco.
Rotolò sul fianco e schivò il colpo nuovamente, appoggiò la mano sulla spalla del ragazzo e gli salì sulla schiena. Circondò uno dei suoi pugni nell'aura malefica e puntò alla sua testa.
Il colpo andò a segno, peccato che aveva coagulato tutto il sangue nella parte colpita e, di conseguenza, aveva sentito poco e nulla.
Degli spuntoni uscirono improvvisamente dalla sua schiena, trafiggendo il ginocchio, il fianco e uno dei palmi della ragazza.
Dolore. Dolore lancinante è quello che sentì.
Strinse i denti con tutta la sua forza, tentando di resistere e fare forza per allontanarsi da lui nuovamente.
Lo aveva toccato.
-Ningyo. -pronunciò esattamente quando riuscì finalmente a sfilare i paletti nei punti colpiti e allontanarsi abbastanza per riuscire ad avere un leggero vantaggio. Peccato che il suo ginocchio non resse sotto il suo peso e finì a terra a gattoni.
Choso provò a muoversi verso di lei ma non riuscì. Aveva sentito qualcuno o, meglio, qualcosa entrare nella sua pelle e andare in profondità.
Non capiva. Lui conosceva perfettamente il potere della ragazza. La manipolazione del sangue era sua esattamente come ogni membro della famiglia Kamo. Era stato uno scandalo non appena aveva manifestato i suoi poteri. Era un potere talmente tanto potente, tanto macabro, che tutti ambirono per un periodo di ottenere la sua completa fiducia e di manovrarla a loro piacimento.
Peccato che non avevano capito che tipo di carattere avesse quella bambina che sembrava così tanto innocente.
Eppure lei non la utilizzava. Avrebbe potuto ucciderlo in qualsiasi momento e utilizzare la sua tecnica, eppure sembrava starlo evitando apposta e a tutti i costi.
Quell'animaletto che aveva evocato gli era entrato in corpo e gli stava impedendo di muoversi. Era come se lo avesse paralizzato completamente.
Guardò la ragazza cercare di alzarsi a tutti i costi, ma quel maledetto ginocchio non riusciva a tenere su l'intero peso. Notò solamente in quel momento che il sangue che avrebbe dovuto essere a terra non c'era.
Aveva utilizzato la manipolazione del sangue, ma solamente su di lei.



꧁Kissing Your Eyes ꧂ 「Gojo Satoru」Where stories live. Discover now