ღ26°Capitoloღ - L'inizio

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26.L'inizio

31 ottobre 2018
19.12

Pov Hayami

-Stai scherzando, spero. -
Yaga fece ciondolare la testa di un lato, con le braccia intrecciate al petto. Le sue labbra erano una linea orizzontale. Sembravano completamente scomparse.
La tensione nell'aria era palpabile, il silenzio era il protagonista.
-Purtroppo no, Hayami. -sospirò il capo. La sua gamba faceva su e giù ritmicamente in modo fin troppo nervoso.
Non lo avevo mai visto preoccupato in quel modo.
Alcuni avevano il respiro pesante, altri non riuscivano a stare fermi e continuavano a spostare il peso del corpo da una gamba all'altra, altri battevano ripetutamente
Avevano attaccato, alla fine lo avevano fatto davvero. Si erano approfittati della notte di Halloween per rinchiudere la maggior parte delle persone all'interno della metropolitana di Shibuya.
Un velo era calato nel centro del quartiere, intrappolando la maggior parte dei cittadini all'interno e l'istituto era stato immediatamente messo in allarme.
Yaga, subito dopo, aveva radunato tutti noi superiori per spiegarci la situazione. Ad una prima occhiata sembrava veramente critica la situazione.
Mi girai verso l'unico che avrebbe potuto realmente calmarmi ma, quando lo individuai, sentii come un pilastro crollarmi addosso.
Era nelle stesse condizioni di Yaga.
La sua benda ricopriva la maggior parte del viso, ma la smorfia che stava facendo e i pugni serrati non promettevano nulla di tranquillo.
-Come ci muoviamo? -chiese Nanami, facendosi avanti. Era l'unico in quel momento a ragionare in modo lucido.
Il preside si grattò la nuca nervosamente, muovendosi sulla sedia in modo morboso. Ero convinta che neanche lui sapesse esattamente cosa dire.
-Per il momento direi di seguire e andare raggiungere gli assistenti stregoni, loro vi diranno cosa fare in base alla situazione. -
Ijichi era già là? E perché noi eravamo ancora qua?
-E gli studenti? -chiesi, preoccupandomi immediatamente di loro e della loro incolumità.
Se era davvero una situazione così tanto pericolosa, allora loro sarebbero stati in gravissimo pericolo.
-Verranno con noi. – Mei Mei prese parola, mettendosi una mano sul fianco, sicura della sua affermazione.
A me parve una pazzia.
-Ti pare? -alzai forse un po' troppo la voce per la sorpresa e tutti si girarono verso di me.
-Hayami, ha ragione. -fu Satoru questa volta a parlare. Era stato zitto fino a quel momento, ovviamente doveva interrompere il tutto per ammonirmi.
-Eh? Ma se è come dic-
-Stanno cercando Satoru. -interruppe Yaga.
L'intera stanza calò in un silenzio ancora più agghiacciante di quello di prima. Non riuscii a decifrare la reazione dell'albino, ma non mi sembrò particolarmente sorpreso.
-Che stai dicendo? -mi feci ciondolare e guidare dalla gravità. Speravo seriamente di aver capito male, anche se il silenzio in quella stanza raccontava tutt'altro.
-Tutti coloro che sono stati rinchiusi all'interno del velo sono stati avvisati che finché non arriverà "Gojo Satoru", allora non potranno essere liberati. -
Strinsi i denti. Volevano lui, era palese. Volevano isolarlo da tutti per fare in modo di avere anche il più piccolo vantaggio possibile.
Sudavo freddo.
-Non ti preoccupare, lo sai com'è Satoru. -
Parlò come se il ragazzo appena nominato non fosse a qualche metro più lontano da lui. Davvero voleva mandarlo in pasto a quelle maledizioni?
Diedi voce ai miei pensieri, ma venni immediatamente zittita.
-Hayami, dovresti essere grata che abbiano chiesto di Satoru e non di Itadori. A quest'ora saremmo condannati. -alzò la voce e si alzò in piedi, come per dare l'impressione di prevalere su di me.
Voleva sottomettermi al suo pensiero e io non potevo fare altro che ascoltarlo. Nessun'altro sembrava intenzionato a stare dalla mia parte. Lanciai un'ultima occhiata all'albino, sperando che venisse in mio soccorso, ma tutto quello che vidi fu un muro.
Mi morsi la lingua per non proferire altra parola e guardai in basso, stringendo i pugni.
-Bene, potete andare. Dobbiamo essere veloci. -
La stanza si svuotò in poco tempo, Yaga sembrò essere diretto in infermeria con Shoko mentre tutti gli altri nell'armeria.
Erano davvero pronti alla battaglia.
Io, invece, ero ancora ferma al fatto che volessero buttare l'albino come se fosse carne da macello.
-So quello che stai pensando, l'ho deciso io. -il ragazzo si avvicinò, tenendo rigorosamente le mani in tasca.
La sua voce era piatta, nessun sentimento trapelava da essa e la mia unica via di comunicazione visiva era ostruita dalla benda nera.
Non sembrava intenzionato a togliersela.
-Hai davvero intenzione di andare là sotto? -la mia voce uscì più bassa di quello che mi aspettavo realmente. Fu quasi un sussurro. Non riuscii neanche ad alzare la testa per guardarlo in viso. Sapevo di avere la sua completa attenzione, ma il solo pensiero di incontrare quella benda nera mi metteva angoscia.
-Hayami, se è me quello che vogliono. -lasciò la frase in sospeso, forse perché non voleva realmente pronunciarla, forse perché voleva che la finissi io nella mia testa.
-Se è questo quello che vuoi. -sospirai, combattuta. Il pavimento non era mai stato così tanto interessante.
Si posizionò davanti a me, mi sfiorò delicatamente il mento per condurmi lentamente il viso verso l'alto.
I ciuffi che prima oscuravano la mia visione scivolarono lentamente all'indietro, solleticandomi le guance.
Con una mano si era abbassato la benda al collo, facendo così scontare i nostri sguardi tra loro.
Un brivido percorse la mia intera spina dorsale quando sentii tutte le sue emozioni esplodere.
In quel momento lo vidi davvero. Vidi quel Satoru che tutto il mondo conosceva.
Finalmente era apparsa la figura che tutti ammiravano e aspiravano a diventare.
Era immenso.
Stare al suo cospetto non era mai stato così difficile. Mi sentivo così piccola, così inutile rispetto a lui.
La luce nei suoi occhi sembrava completamente sparita, quella piccola scintilla che mi piaceva così tanto non esisteva più e aveva lasciato spazio alla più completa durezza.
Era particolare, Satoru. Un minuto prima poteva scherzare sulle situazioni più pericolose e mortali, un minuto dopo lo ritrovavi nella più terribile consapevolezza di quel pericolo.
-Sarà pericoloso, lo sai vero. -
Notai solo in quel momento che la mia schiena si era raddrizzata automaticamente, come un soldato che risponde al suo comandante.
Eppure davanti avevo più una divinità che un comandante, o almeno, quella era la mia sensazione davanti a lui.
-Se tu cadrai, io cadrò insieme a te. -mentalmente dissi quelle parole in un sussurro, eppure la mia voce le pronunciò chiare e sicure. Era un giuramento quello che stavo facendo.
Aggrottò le sopracciglia e il suo sguardo divenne improvvisamente preoccupato.
-Hayami... -
Alzai una mano davanti al suo viso per farlo fermare. Voleva farmi desistere, ma niente e nessuno ci sarebbe mai riuscito. -O così o niente. -
Si morse leggermente il labbro inferiore, come stesse valutando quella possibilità.
-Non dovresti essere preoccupato, Gojo Satoru non cade mai. -provai a sorridere, anche se in quel momento avrei voluto più fare il contrario.
Vidi un chiaro lampo passare nei suoi occhi.
Un lampo di vita.
-Che stupida. -sospirò trattenendo una risata.
Fece il gesto di tirare su la benda nuovamente, ma la mia mano lo fermò prima che potesse riuscire a coprirsi.
La posai sopra la sua, fermando il movimento. Mi alzai sulle punte dei piedi e posai un bacio delicato sopra uno dei suoi occhi.
Mi allontanai leggermente per guardarlo meglio in viso. -Ti prego, stai attento. – mi resi conto solo dopo che il mio tono era praticamente una supplica diretta a lui.
Mi sfiorò l'orecchio con le dita, affondandole poi tra i miei fili neri. Sentii subito dopo le sue labbra schioccare sulla mia fronte.
Fu di una delicatezza paurosa.
-Anche tu. -






꧁Kissing Your Eyes ꧂ 「Gojo Satoru」Where stories live. Discover now