Capitolo 11

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Quel giorno lasciai che Harry portasse Lily allo zoo. Avevo bisogno di prendermi una pausa, dovevo staccare la spina e occuparmi delle mie faccende. Quando finii di farmi la doccia, andai in camera e rovistai nell'armadio per cercare dei vestiti. Mi misi dei jeans neri, una maglietta bianca e le mie converse bianche. Sistemai i capelli e li raccolsi in una coda alta, andai al piano inferiore, presi il telefono e le chiavi e uscii di casa. Decisi di andare al parco, cosa che non facevo spesso, ci andavo solo per chiarirmi le idee...e, quella volta, dovetti pensare a quello che mi disse Taylor.

Voglio che tu e tua figlia, prendiate il primo aereo, per qualsiasi parte del mondo e che spariate dalla sua vita.

Quelle parole rimbombavano nella mia mente, in continuazione, e la faccia minacciosa di Taylor compariva nella mia testa.
La paura che potesse portare via mia figlia mi stava mangiando viva, e non lo sopportavo. Non aveva alcun diritto di fare così e, se amava veramente Harry, doveva fargli vedere sua figlia e non allontanarla.
Mentre passeggiavo per il parco, vidi i bambini che giocavano con i loro genitori. Ridevano, scherzavano, sorridevano e nessuno di loro aveva la faccia triste. Erano tante famiglie con i loro bambini. Erano uniti. Erano insieme. Erano quelle cose che io ed Harry non saremo mai! Pensai.
Osservai i bambini correre per il prato, quando notai un bambino, seduto, su una panchina che teneva, in braccio, un bambino molto piccolo, forse era il suo fratellino. Subito mi domandai dove fossero i loro genitori, ma non mi preoccupai. Sicuramente sarebbero tornati a prenderli.
A distogliermi da quei pensieri fu il mio telefono che cominciò a squillare e, quando lo presi, lessi il nome di Louis.

-Ciao Louis!- risposi.

-Ciao Erin...ehm...ti andrebbe di prendere un caffè?- chiese.

-Ehm...okay...dove sei? Così vengo a prenderti-

-Voltati- ordinò, mi voltai e lo vidi. Riattaccai, andai verso di lui e lo abbracciai.

-Cosa ci fai qui?- chiesi sorridendogli.

-Dovrei farti anch'io la stessa domanda- rispose facendomi ridere. Propose di andare da Starbucks, la nostra caffetteria preferita, e così facemmo. Una volta arrivati ci sedemmo e ordinammo quello che volemmo.

-Allora- sospirai -cosa racconti?- chiesi e appoggiai i gomiti sul tavolo.

-Devo ammettere che, senza i tour, mi sento un'idiota- disse ridacchiando.

-Perché?!- risi.

-Perché non so cosa fare e. ogni giorno, mi sembra di impazzire...ma, da una parte, lo capisco. Ci sono tre matrimoni in corso- in fondo aveva ragione, ci sono troppe cose da fare, e se ci sono anche i tour di mezzo, s'impazzirà.

-Aspetta...tre matrimoni? Non erano due?- chiesi confusa a Louis.

-Oh...bhe...- si strofinò la nuca – ci sono Niall e Kate...Harry e Taylor...e infine- si fermò e prese un respiro profondo -io e Eleanor- restai a bocca aperta dalla sua confessione.

-O mio dio!- urlai e mi sentii un po' in imbarazzo perché tutti mi stavano fissando come se fossi pazza -non ci credo...vi sposate?!- la mia felicità era al settimo cielo, per questa notizia.

-Beh...ti ho chiamato per questo...non le ho ancora chiesto niente, e vorrei che mi aiutassi a scegliere l'anello- disse arrossendo.

-Non devi chiedere Louis!...O mio dio, non posso credere che ti vuoi sposare!- mi alzai, andai da lui e lo abbracciai. Restammo a chiacchierare per ben tre ore prima di uscire e andare verso la gioielleria più vicina. Louis provò vari anelli, sul mio dito, dato che io e Eleanor avevamo la stessa taglia. Ne scelse uno e si mise d'accordo con la commessa per il ritiro. Andammo a fare una passeggiata per la città chiacchierando e ci ricordammo dei vecchi tempi. Passammo davanti al parco e notai che il bambino, di quattro ore prima, era ancora seduto su quella panchina, con in braccio l'altro bambino. Mi resi conto, di aver smesso di camminare, quando Louis agitò la mano davanti alla mia faccia-

-Hey...cosa ti prende?- distolsi lo sguardo dal bambino e guardai Louis.

-Niente, stavo solo vedendo una cosa...ehm...che ne dici se andiamo a casa mia? Harry e Lily dovrebbero ritornare fra poco- dissi e lui annuì. Non so il perché ma avevo un brutto presentimento. Come se qualcosa di brutto stesse per accadere.

***

Louis se ne era andato dopo che, Lily ed Harry, tornarono.

-E poi abbiamo visto i leoni che stavano per mangiare papà...- la bambina era contenta di essere andata allo zoo, con il padre. La prima volta che ci andò, andò con Liam e Matt, ma non era la stessa cosa andarci con il proprio padre. Stavamo cenando, Harry si era fermato con, e in quel momento mi sentii come se fossimo, veramente, una famiglia. Una famiglia unita. Una famiglia felice.

-Non è vero. Mi ha solo mangiato il gelato- Harry sembrava un bambino. Lily rise quando Harry le fece il solletico sulla pancia, e fece ridere anche me. Quando finimmo di cenare, sparecchiai la tavola e misi i piatti nella lavastoviglie. Andammo tutti a tre in soggiorno, Lily continuava a raccontare dello zoo, e mi piaceva, perché sapevo che si era divertita. Harry prese, in braccio Lily, e la cullò come se fosse un neonato e, in quel momento, mi pietrificai. Il dolore cresceva nel mio corpo e delle lacrime stavano riempiendo i miei occhi.

Neonato.

In braccio.

Il bambino della panchina.

-Cos'hai Erin? Sei pallida- disse Harry, posando Lily a terra.

-Harry prepara la macchina- mi alzai velocemente e presi il telefono.

-Che succede?- chiese preoccupato.

-Harry cazzo prepara la macchina!- gridai, senza badare alla presenza di mia figlia. Andai in camera e in fretta mi misi i jeans. Andai in soggiorno, infilai le scarpe, presi il cappotto e uscii di corsa. Fuori trovai Liam, preoccupato, sicuramente lo aveva chiamato Harry.

-Liam, ti prego tieni d'occhio Lily, torno subito- senza aspettare una sua risposta, mi avviai verso la macchina ed entrai.

-Parti! Muoviti parti!- urlai, di nuovo, e lui partì a tutto gas. Ero disperata. Per tutto il giorno avevo visto quei due bambini, su quella panchina, e sapevo che stava stava per accadere qualcosa di bruto ma non ci feci caso. Sono una persona orribile pensai.

-Harry presto, accellera! Vai al parco! Ti prego muoviti!- gli urlai perché i sensi di colpa mi stavano divorando, le lacrime cominciarono a scendere e il battito del mio cuore accelerava, sempre di più.

-Mi vuoi spiegare cosa ti prende?!- gridò. Chiaramente lui era confuso, ma non potevo dargli spiegazioni. Arrivò davanti al parco e si fermò, precipitai fuori e corsi. Sentii Harry correre dietro di me, corsi più che potevo per raggiungere quella panchina, le lacrime mi offuscavano la vista ma corsi lo stesso. Da lontano potei vedere quella panchina, loro erano lì, sdraiati. Corsi, ancora più veloce, per raggiungerli. Mi abbassai per vedere le loro facce, avevano gli occhi chiusi le labbra del bambino più grande erano viola.

-Hey piccolo...piccolo, svegliati- cominciai a scuoterlo, ma lui non si muoveva -Harry presto vieni!- gridai. Harry era rimasto indietro, ma era abbastanza vicino da sentirmi. Presi, in braccio, il neonato e Harry, quando arrivò, prese il bambino e il suo zaino.

-Presto dobbiamo portarli in ospedale- dissi agitata.

***

-Aiutateci!- entrai in ospedale e, dottori ed infermieri vennero a prendere i bambini che tenemmo in bracco. Vennero portati via con una barella, volevo andare con loro ma i dottori me lo impedirono e ci condussero in una sala d'attesa completamente vuota.

-Come facevi a sapere che c'erano dei bambini in quel parco?- Harry alzò la voce e faceva avanti e indietro, passandosi un mano fra i capelli.

-Ti prego non parlare!- gridai. Le lacrime scendevano ancora e il dolore non voleva svanire. Avevo paura che capitasse qualcosa a quei bambini e, se gli fosse successo qualcosa, non me lo sarei mai perdonato. Vidi tutto sfuocato e all'improvviso il buio.

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