Capitolo 7 (Raphael - Presente)

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La scrivania era diventata un cimitero di matite. Nemmeno una si era salvato dal mio nervosismo di quel giorno. Da quando avevo messo piede in ufficio non avevo fatto altro che far schioccare legno e far finire schegge nei miei palmi. Quando le vittime sacrificali in legno erano terminate (con mio enorme disappunto) ero passato alle penne. Già tre avevano fatto una brutta fine, tra cui una stilografica che avevo pagato un mucchio di soldi e per cui Samael mi aveva preso in giro quando l'avevo tolta dalla confezione.

«Tu mi fai paura, Raphael cazzo! Hai speso tremila dollari per una penna!»

«Hai per caso un utilizzo del denaro migliore da suggerirmi?»

«No, ho almeno tremila utilizzi migliori del denaro da suggerirti. Il più ovvio: prendi lo yatch, metà del corpo di ballo della Bonne Soirée e scopa.»

Col cazzo che gli avrei detto di aver distrutto quella penna!

Tra le schegge di legno e le macchie di inchiostro (rompere penne si era rivelata un'idea sbagliata sotto molti punti di vista) giacevano tutti i documenti di cui mi sarei dovuto occupare quel giorno. Non avevo combinato niente per ore, nonostante avessi saltato il pranzo e infranto la mia autoimposta regola di non fumare in ufficio per non sprecare tempo prezioso e sapevo che avrei continuato a non combinare niente.

Digrignai i denti. Mi servivano solo altre cose da rompere.

Di solito non era così difficile tenere sotto controllo la rabbia, ma di solito non cenavo con la mia ex, che entro poche settimane avrebbe sposato mio padre.

Il rumore e il bruciore alla mano arrivarono insieme. «Ah, merda!» Una scheggia di legno si era infilata al centro del palmo. Forse avrei dovuto limitare gli scatti di violenza a una zona più sgombra della scrivania, il punto era... che non ce n'erano.

Sospirai, senza fare nemmeno una piega quando estrassi la scheggia, che lasciò appena una traccia di sangue.

Cazzo, quella settimana era stata estenuante e quelle ultime ore un vero e proprio inferno. Ciò che sarebbe successo d'ora in avanti, si prospettava molto peggio dell'inferno.

Lanciai un'occhiata all'orologio che avevo al polso e chiusi gli occhi per trattenere l'ennesima martellata alle tempie. Mancavano ancora ore all'apertura del Cove e non ero certo di poter resistere così tanto. Avevo bisogno di scaricare la tensione e potevo farlo solo all'interno di un ring, e dopo tra le cosce di qualche cameriera. Alla fine di ogni incontro non dovevo fare altro che scegliere chi portarmi nello spogliatoio. E nemmeno fuori dal Cove mi mancava la scelta. Se avessi voluto, avrei potuto chiamare la nuova segretaria, quella che di solito mi infastidiva così tanto perché non perdeva mai occasione di sospirare ogni volta che le passavo davanti, e cominciare a scaricare un po' di tensione proprio lì su quella scrivania, tra i cadaveri di penne e matite.

Non. Fare. Stronzate.

Mi avvertì il mio inconscio, che al momento aveva molto più giudizio di me. 

Altra regola autoimposta: niente sesso con i dipendenti. 

Ero un avvocato, cazzo, sapevo benissimo a cosa sarei andato incontro se avessi fatto una cazzata del genere. Nessun grado di nervosismo mi avrebbe spinto a perdere la testa in quel modo. Non mi rimaneva altro che mantenere la calma e tenere duro fino all'orario di apertura del Cove.

Era da quella mattina che tentavo di mantenere la calma e a un certo punto avevo creduto che bastasse spegnere il cellulare e ignorare tutti i messaggi e le chiamate dei miei fratelli.

Che cazzo pretendono che faccia?

Credevano che il pensiero di Arielle che sposava Xander non mi mandasse fuori di testa? Dannazione, durante la notte avevo persino preso in considerazione l'idea di allontanarmi per un po' da Mistfold. Avevo già aperto una valigia quando mi ero reso conto che non potevo abbandonare i miei fratelli in quel momento. Michael aveva bisogno di me e Gabriel e Samael... be', con loro non si poteva mai sapere, il pericolo era sempre dietro l'angolo. Samael poi nell'ultimo anno si era particolarmente impegnato a far salire i nostri livelli di preoccupazione da uno stato di allerta massima a quello di calamità naturale. La cosa affliggeva Michael in modo particolare. Non potevo lasciarlo da solo a gestire tutto quello.

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