trei - restaurante

506 13 2
                                    

Sarebbe stato bello avere mia madre accanto in un momento così brutto,quelle battutine abbastanza schifose.
<< Cone stai bambina mia? >>
Disse abbracciandomi e stringendomi forte.

<< Io bene,ho provato a chiamarti ma nulla,come sta papà? >>
Dissi.
<< Papà sta bene.Io ero al centro commerciale. >>
E per questo non mi aveva risposto?
Strano,molto strano.
<< Come mai sei venuta a quest'ora? >>

Domandai in cerca di una risposta,era la prima volta che venisse così presto.
<< Volevo solo venirti a trovare,le cose non hanno molto bene. >>
Adesso ho capito perchè fosse venuta,i soldi che dovevo darle.

<< Mamma al lavoro non mi stanno pagando,hanno detto che... >>
Dovevo trovare una scusa e subito.
<< Cosa? >> Disse lei incredula,Jacob mi doveva pagare!Doveva farlo o lo avrei letteralmente fatto in 2.

<< ...che devo fare un lavoro anche in cucina e mi pagherà,molto.Ma non sa ancora quando. >>
Speravo che mia madre ci credesse,non volevo farla fessa,ma neanche dirle che mi prostituvo per soldi.

Per questo motivo non volevo vestiti da troia in casa mia oppure fare sesso qua.
Non doveva saperlo e nemmeno sospettarlo,sarebbe stata delusione per lei.E non volevo staccare i ponti con la mia famiglia.

<< Va bene,comunque.Verso le 21:00 vorresti venire al ristorante qui vicino.Cena di famiglia. >>
Quella sera non pensavo di avere impegni quindi accettai.

Subito dopo la riposta chiuse la porta ed se ne andò con la sua macchina.
Una domanda mi sorge spontanea però,perchè andare al ristorante pur avendo problemi di soldi?
Ovviamente non le avrei detto nulla.

Passai le ore facendo il mio 2° lavoro.
In realtà non era proprio un lavoro ma amavo farlo.
Scrivere.
Era il mio modo per liberarmi da tutto e da tutti senza avere pensieri per la testa.
La mai storia parlava di una ragazza giovane.

Che fin da bambina ha avuto problemi famigliari ed economici.
Così per ripulire il nome della ua famiglia decise di unirsi alla mafia,anche se il suo sogno era diventare militare.

La sua famiglia non è molto gentile con lei,ma non sa che lei è riuscita a togliere fango dal loro nome.

Dopo aver scritto un capitolo intero da circa duemila parole,mi preparai pensando ancora una volta all'insulto di quel ragazzino.
Era strano che un ragazzino fosse educato così.

Indossai un vestitino rosa che arrivava fino a metà coscia,con delle spalline sottili e scollato davanti.
Non volevo qualcosa di elegante ma nemmeno qualcosa di casual,dopo tutto era una cena di famiglia.

Uscì dal mio appartamento ed andai al ristorante qui accanto.
<< Avrei una preno- >>
In quel momento sentì uan mano sulla spalla,era mio padre.
<< Ciao papà >> Lo abbracciai.
<< Il nostro tavolo è la giù. >>

Dietro di lui vedi subito arrivare mia madre.Presi posto sulla sedia alla sinistra del tavolo.
<< Siete pronti per ordinare? >>
Sentì la presenza del cameriere dietro di me.

<< Mi può chiamare il capo? >>
Che voleva dire al proprietario mio padre.
<< Subito. >>
Dopo tre minuti tornò con Vincent.
No.
Non mi dite che quello era il proprietario.

<< Vorrei sapere la specialità del giorno. >>Perchè non chiederlo al cameriere?diamine papà.
Nel mentre che loro parlavano osservai il soffitto.Era ricoperto di fiori,penso che alcuni fossero veri ed altri a led.
Una vera bellezza,com'era possibile che non avevo mai notato questo ristorante?

<< Tu? >> Disse mia madre.
Diamine non ero sul filo del discorso.
<< Io cosa? >>
Facevo di tutto pur di non perdermi meglio occhi di Vincent.
<< Cosa ordini? >> Ora si che avevo capito.
<< Bistecca,al sangue. >> Dissi.

Dopo di ciò Vincenti si girò e se ne andò,dopo avermi sfiorato la coscia con la sua mano destra.
Dannazione,in quel momento mi girai per guardarlo.
Si girò anche lui guardandomi con i suoi occhi marroni,i miei occhi preferiti d'ora in poi.

Il resto della serata passò velocemente,con i miei genitori parlavo del lavoro,finchè non arrivò il conto.
124 $.
<< Gaspare 80 $ sono i nostri. >>
Dissero cercando i soldi nel portafoglio,finchè non si intromise il cameriere.

<< La cena è già stata pagata. >>
I miei genitori si guardarono per poi chiedere:
<< Da chi? >>
<< Dal proprietario,il signor Vincent Ellis. >>
Forse avevo capito.
Forse avevo capito tutto.

Voleva che andassi al letto con lui,cazzo.
<< Scusi potrei parlare col
proprietario? >>
Dissi cercando una scusa per parlarci e guardare la sua faccia perfetta ancora una volta.

<< Certo,mi segua. >>
Mi alzai e mi rivolsi ai miei genitori.
<< Voi intanto tornate a casa,devo chiedere solo una cosa. >>
Il perchè?
Seguì il cameriere fino ad una porta,bussai.
<< Avanti. >>
Entrai ed il cameriere se ne andò.
<< Non me lo aspettavo. >>

Disse alzandosi dalla sedia per venire verso di me.
<< Perchè hai pagato? >>
<< Casomai offerto,il ristorante è
mio. >>
<< Va bene,ma dimmi perchè? >>
Dissi riformulando la domanda.

<< Vuoi scopare,un pompino?cosa vuoi per aver pagato senza che te lo chiedessi. >>
Lui si avvicinò ancora di più,così che i nostri corpi si toccassero.
Diamine quanto era alto.

<< Niente di tutto questo.Volevo solo farlo.Sei di mia proprietà. >>
Ero cosa?
<< Non è vero,tutti fanno qualcosa per aspettarsi qualcosa in cambio. >>
<< Volevo solo avvisarti di che cosa di aspettava dopo aver accettato il contratto. >>

<< Ma- >>
Non mi fece parlare.
<< Ci vediamo domani. >>
Mi fece l'occhiolino.
Diamine che sexy quest'uomo.
Decisi di avvicinarmi ancora si più.

<< Grazie Vincent. >>
Dissi guardandolo negli occhi.
Mi girai,subito dopo mi afferrò il braccio catapultandomi sul suo petto.
<< Oh,iubita mea. >>
Che cosa aveva appena detto?

Mi strinse a se circondando la mia vita col suo braccio.
Lo guardavo ancora.
Cazzo,lo sapevo.
Ti avrei amato,Vincent.

Dopo di questo scappai.
Uscì dalla stanza pensando a lui.
Corsi a casa e mi gettai sotto le coperte





⬇️

( 946 parole )
Come vi sembra?

Oh iubirea meaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora