XV

29 5 0
                                    


Oliver parte 1

Oliver, nato a Lecce, proveniente da una famiglia più che benestante, era conosciuto principalmente per due ragioni.

1 : La villa immensa, con giardino, piscina, fontana, alberi ben curati,  e statue, in cui viveva. ( E dove quindi avrebbe potuto organizzare fantastiche feste) 

2: La perfetta ed impeccabile educazione.

I genitori,  ovviamente, lo mandarono a scuola, in una delle migliori e delle più conosciute.

Il piccolo, non era ancora pronto a tenere alto il nome della famiglia,  ma dopo le raccomandazioni dei genitori, cercò di fare il suo meglio pur di non deluderli.

A parte questo, sperava anche, con tutto se stesso, di poter fare amicizia, ma nessuno se non qualche ragazzino, di sfuggita, gli rivolgeva la parola.

Insicuro e spaventato, credeva di essere il problema.

Le maestre gli avevano detto così.

Quindi, credette alle loro parole.

"È colpa tua se non hai nessuno, devi socializzare ed essere meno… cattivo." 

"Come puoi pretendere di avere un amico se sei sgarbato ed egoista!?" 

"Chi vuole sedersi con Oliver? Nessuno? Vedi? Non ci vogliono stare con te." 

Più gli anni passavano più credeva di aver sbagliato tutto.

Ci aveva provato, ad essere più "dolce", ma niente poteva cambiare il loro pensiero su di lui.

"Devi essere più buono e servizievole per avere degli amici, non egoista o persino cattivo." Gli aveva consigliato la maestra.

Ma lui non si riteneva cattivo o egoista.

Semplicemente, non era un tipo di molte parole.

Ad esempio: 

"Mi passi la gomma?" 

"Mhm"

Risposte inutili, veloci, evitava un presunto dialogo.

Peccato però che se non parli o non sei sempre entusiasta  in qualsiasi situazione, sei egoista e cattivo. 

O almeno, questo era quello che tutti loro credevano. 

Per un lungo periodo decise di non pensarci, ma passare l'infanzia solo, non lo avrebbe di certo reso felice.

Riprovò di nuovo, arrivato in quinta elementare e finalmente qualcosa cambiò.

Gianni, un bambino felice ed iperattivo, iniziò a far parte della sua vita, in una giornata fredda di dicembre.

Il Natale era ormai alle porte, nessuno credeva potesse arrivare un nuovo alunno, poi invece,  tutti si ricredettero; proprio quando arrivò lui, dai capelli rossi e dalle infinite lentiggini rosse sul volto. 

La maestra, di fretta, gli chiese di sedersi. 

Non vi era nessun posto libero se non quello accanto a Oliver.

Dopo poco i due si misero a parlare.

"Come mai arrivi ora?" 

"Mi sono trasferito da poco…senti ma qui com'è il Natale? Ci sono feste o cose simili, nelle piazze principali? " 

"Oh beh, qualche volta." 

"Posso usare i tuoi colori?Mia mamma non è riuscita a comprarmi tutto." 

"Certo." 

Gli passò i colori, ed entrambi , si misero a disegnare. 

Non era sua abitudine prestare le proprie cose agli altri, perché credeva che gliele avrebbero rovinate, ma aveva intenzione di riprovarci.

SimbiosiWhere stories live. Discover now