XIII

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Iuri

Iuri, era sempre stato considerato "diverso."

Dai capelli biondi ma dalla ricrescita nera, dagli occhi marroni e dal modo di vestire ambiguo: larghe magliette e strani pantaloni.

Proveniente da un paese sperduto, Iuri, dovette trasferirsi con la sua famiglia, quando era ancora un piccolo bambino, proprio a Lecce, laddove all'età di 16 anni avrebbe incontrato Ares ed Aslan.

I genitori un po 'sperduti ma sicuri di avere un figlio "inutile ed insignificante." decisero di fargli continuare gli studi, ecco che arrivarono le medie, che per lui furono un vero e proprio cambiamento radicale.

Nuove facce, nuove critiche, nuovi insegnanti e nuovi interessi.

Non appena mise piede in classe, gli venne assegnato un soprannome "Frocio." Ma d'altronde, era già abituato ad essere chiamato così solo grazie al padre.

Per due lunghi anni, cercò di passarci sopra, poi decise di cambiare radicalmente, cercando di assomigliare agli altri, a tutti coloro che lo definivano diverso.

Ma la domanda è...

Quando qualcosa o qualcuno è diverso o strano?

Non è qualcosa di soggettivo?

Definisci qualcosa come: diverso o strano , solo quando non capisci a pieno cosa ci sia dietro, quell'oggetto o corpo.

Non riesci proprio a spiegartelo, così inizi a considerarlo, ambiguo, strano, diverso.

Vestiti a tinta unita.

Camicia azzurra.

Camicia bianca.

Maglia bianca.

Maglia grigia.

Pantaloncini neri.

Pantaloni neri.

Capelli più corti e solo castani.

Ben presto raggiunse il suo obiettivo, essere parte di qualcosa, di un gruppo.

Diversamente da come immaginava il biondo, di soli 13 anni, nessuno di loro era davvero interessato a lui, o almeno, erano più interessati a spingerlo sulle droghe, sulle donne e sull'alcool.



Sempre più distaccati, i genitori, avevano ormai smesso di pensare a lui, alla sua condotta, ai suoi movimenti o qualsiasi suo comportamento.

Disperso, insicuro, ma volenteroso di essere ammirato, ben presto, si lasciò trasportare nel cerchio.

3 maggio 1982

Iuri, immerso tra i pochi vestiti del suo armadio, rovistava, per trovare una camicia pulita.

"Eccola" Mugugnò dopo averne annusata una.

Si fece la doccia, si mise il deodorante, tolse persino i peli sotto le ascelle.

Felice e pronto ad una serata "da sballo" uscì di casa chiudendosi la porta alle spalle e incamminandosi tra gli alberi.

La strada sterrata, proprio davanti i suoi occhi lo condusse fino alla villa, in cui, da lì a poco avrebbe incontrato i suoi "amici" .

Seduto a terra, osservava le stelle.

1...2...3...6...8...14...

"Iurii." Una voce familiare arrivò sino al suo orecchio.

"Ciao." Parlò il biondo, alzandosi.

Nicolas, alto, dai capelli ricci e mori, con degli occhi azzurri riconoscibili anche a kilometri di distanza, si avvicinava a lui con un sorriso sul volto.

SimbiosiWhere stories live. Discover now