Capitolo 14: sono solo affari

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Pov Kujo Sara

Mi trovavo con Keqing e Cyno davanti alla mia signora e come al solito assieme a lei c'era l'alta sacerdotessa. Odio questa cosa, mi dà fastidio. Sono anni al servizio della Shogun eppure non mi degna mai di un complimento, non mi sorride, non mi elogia. Invece con quella volpe del cazzo ci passa tutto il tempo! Una volta le ho persino seguite e ho scoperto perché la Shogun se la teneva sempre appresso e il motivo non era solo la sua carica di consigliera. Quei gemiti, loro che si toccano, ogni volta ribollivo di rabbia. 

Ma questa volta io porterò al termine il compito finale, quello che mi permetterà di chiedere alla mia signora tutto ciò che volevo e io so  già cosa volevo.

- Mia signora, come suggerito la scorsa volta, abbiamo trovato una fonte che ci guiderà verso i dissidenti - annunciai nel mio solito tono freddo e autorevole. La Shogun rimase perplessa al mio annuncio, posso capirla, è difficile credere di aver trovato subito la chiave per vincere.

- Sara quei dissidenti ci sono sempre sfuggiti, cosa ti fa pensare che questa volta funzionerà? - mi domandò la mia signora. - Perché so di non poter fallire - risposi ferma, ferrea nelle mie convinzioni. Lei mi guardò e annuì con la testa senza perdere il suo solito sguardo freddo. 
- Mi fido di te, sei il mio generale dopotutto. Quel gruppo di dissidenti sta rompendo lo status quo perfetto che io stessa ho giurato di preservare, perché Inazuma è la nazione dell'eternità. Ma dove si vuole perfezione si finisce sempre per trovare imperfezioni. Le loro azioni non solo disobbediscono alle mie leggi, ma cosa peggiore le suggeriscono alle altre persone creando piccoli gruppi che osano rispondermi. Per fortuna tali gruppi sono pochi e i miei samurai li dissipano facilmente - 

La sua figura come al solito era divina, austera, potente. Io volevo restare affianco a quella figura, sotto la sua luce, toccare la sua luce. Un pensiero come il mio sarebbe stato giudicato volgare e inaccettabile, per questo tentavo di reprimerlo. MA più lo reprimevo e più mi nasceva forte il desiderio.
- Se riuscirai ad arrestarli e a portarli al mio cospetto esaudirò ogni tua richiesta - disse la mia signora. In quel momento rischiai di avere un infarto, il mio cuore aveva sussultato così forte che il suono del battito sarebbe potuto riecheggiare per tutta la sala. - Q-questo mi lusinga mia signora. Mi muoverò subito allora. La vostra vittoria e la vostra sola soddisfazione sono l'unica cosa che desidero - dissi chinando il capo e poggiando la mano sul cuore. In quel momento sentì come uno sguardo su di me, rialzai il capo e vidi la Grande Sacerdotessa sorridermi maliziosa, come se mi stesse leggendo la mente.

Finita la riunione dissi agli altri di prepararsi. Keqing, la mia migliore amica, si avvicinò a me e mi sorrise come suo solito. - Allora siamo finalmente pronti no? - disse aprendo il discorso. - Finalmente prenderemo quei malfattori e tu potrai finalmente ottenere il grado di comandante supremo, come hai sempre voluto no? -  - Quel titolo è solo formativo, un modo per dire che sei un generale le cui gesta verranno raccontate quanto quelle della shogun, ma di per sè non è nemmeno un titolo se ci pensi - risposi io. - Si ok, però sarai super stressata, che ne dici se dopo andiamo a prenderci del tè? Che ne dici? -. Io e Keqing ci siamo conosciute grazie alle nostre famiglie che si sono unite dinasticamente, in effetti saremmo quasi cugine se non fosse che lei viene da un ramo più lontano della famiglia. Ci siamo sempre allenate insieme e usciamo ogni sabato a fare compere o a bere un tè. Devo ammetterlo, se non fosse per lei io mi sentirei terribilmente sola e soprattutto non avrei scoperto i miei gusti per le donne. Lei è una brava ragazza e sposarla magari porterebbe onore e prestigio alla famiglia, ma il mio cuore non appartiene a lei e non voglio vivere per sempre con una che non amo. 

- Generale, mi concede un minuto del suo tempo? - la voce della Grande Sacerdotessa proveniente dalle mie spalle mi chiamò e io risposi - certamente. Di che deve parlarmi? - - Non qui. In privato, per favore - io non mi feci domande e la seguì lasciando Keqing alle prese con l'esercito. 
- Allora di cosa volevate parlarmi Grande Sacerdote- - lei mi bloccò al muro e mi prese il mento tra le sue mani odoranti di fiori di ciliegio. - Io so cosa desideri. So che richiesta vuoi fare alla Shogun - il mio viso era totalmente rosso. - D-di che parla? - - Oh andiamo pensavi che non avessi sentito i tuoi passi quella sera? I tuoi sandali fanno troppo rumore, anche quando non vuoi - CAZZO! - Quando avrai portato quei malviventi a Baal tu le chiederai le sue attenzioni. Vuoi che ti sorrida, ti accarezzi e ti tocchi - mentre diceva queste parole mi alzò il lembo bianco del mio vestito mostrando la maglietta aderente nera che mostrava le dimensioni del mio seno.
- Le tue tette sono davvero belle, ma non quanto quelle di Baal - lei iniziò ad accarezzare il mio seno. Stavo evaporando, volevo la smettesse. - Però non pensare che te la lascerò. Sai che è una richiesta sbagliata - la Grande Sacerdotessa tolse le mani dal mio seno e poi se ne andò, ma non prima di voltarsi e farmi quel suo solito sorriso del cazzo. 

Ritornai dal mio plotone e subito ordinai di partire. Non volevo pensare a quello che mi aveva detto, lei non è nessuno per dirmi cosa fare! Io sono il generale dell'esercito di Inazuma e lei la Grande Sacerdotessa, non ha potere su di me, non decide per me, non è la Shogun.
Cyno si avvicinò a me e mi chiese di cosa vessi parlato con la Grande Sacerdotessa. Chiesi come facesse a sapere del nostro colloquio e lui mi rispose che glielo aveva detto Keqing, la guardai male. - Niente. Solo alcune faccende riguardo la Shogun, ma nulla di utile alla nostra missione. Segui gli ordini, ora, e fa meno domande. E tu, Keqing, vedi di tenere per te certi argomenti. Non puoi spifferare tutto a tutti - dissi in tono rigido - Ma Cyno è mio amico e il tuo vice, ha diritto ad essere informato - - questa volta no e ora in marcia -.

Arrivammo a un piccolo villaggio di campagna e lì sapevo chi avremmo trovato. Dissi ai miei soldai di restare fermi e di aspettarmi lì. 

- Avanti signori! Venite a comprare i prodotti di Dori. Meraviglie mai viste e ottimi set da tè tradizionali! Ho tutto e dappertutto!! Medicine? Ve le procuro! Nuove tazzine da tè? Eccone una di fattura divina! - mi avvicinai alla bambina in modo che mi notasse. - Oh gentile cliente cosa desidera? - - Informazioni -. Il suo volto  si fece bianco dalla paura e la sua sicurezza svanì come polvere al vento.

Chinai il mio sguardo su di lei e la guardai seria. - So che i dissidenti vengono da te. Ho avuto una soffiata e so che fornisci loro le provviste ogni volta che te lo chiedono. - - c-certo, ma mica lo faccio gratis. No prendertela con me sono solo affari - - Affari. I tuoi affari potrebbero fallire immediatamente e in questo momento. Tutta la merce che porti è illegale e per questo dovresti finire subito in prigione. In realtà hai violato così tante regole che la prigione non basterebbe -.
La piccoletta mi guardò preoccupata - t-tu non sai niente. Non hai niente per dirmi queste cose? - urlò lei spaventata, era chiaro che l'avessi messa all'angolo. 

- oh e invece ti conosco Dori - - no! nessuno mi conosce! - - credi che non sappia della tua storia? Dori, la piccola bambina dei grandi magazzini. Nata in un famiglia povera che non si poteva permettere le medicine per la sorella ormai morta di malattia e da quel momento sei diventata la mercante che sei adesso. Hai iniziato a fare soldi, illegalmente, solo per permettere alla tua famiglia di vivere bene -. Lo sguardo di Dori era totalmente scosso, come se le avessi rubato il diario segreto. Colpita e affondata. Poggiai le mani sul bancone e guardai la piccola negli occhi. 
- Ascoltami bene. Se ci aiuterai ad acciuffare quei dissidenti, so che sei in contatto con loro e viceversa, allora non ti farò arrestare, al massimo ti sequestro la merce che possiedi, tutta,  non andrai in prigione e non darai vergogna alla tua famiglia. Ci stai? - lei tremava, le stavo proponendo una scelta difficile. - i-io, n-non so - - Andiamo. Che devi a quei dissidenti? Che hanno mai fatto per te? Non sei costretta a preoccuparti per loro. Credimi nelle prigioni staranno bene - lei mi guardò ancora indecisa, ma sentivo che avrebbe accettato la mia proposta. - Allora? - domandai - accetto -, sorrisi e le strinsi la mano. 

- Non te la prendere, sono solo affari - dissi e lei mi domandò - Cosa vuoi che faccia? -




Spazio autore

Eccomi ragazzi.

Perdonate se la storia ha degli errori grammaticali. Oggi è una giornata no e perciò mi sono sentito pesante nel scrivere, ultimamente mi sta capitando anche nel disegno. Mi sento male.

Comunque questo arco precederà l'ultimo arco degli eventi precedenti al grande evento. Si in questa storia avverrà un grande evento, se non lo aveste capito (eppure l'ho voluto lasciar intendere nei capitoli precedenti). Controllate il countdown perché si stanno formando gli eventi che faranno nascere i nostri quattro eroi, ma anche l'evento che sconvolgerà tutta Teyvat come non la si era mai vista.

Saluto i miei amici perché ho bisogno di farlo @Kkaru-san, @holy_sug4r, @scarafaggiio e @xXNaTsUki005Xxx. Tanti baci vi mando. ANDATE A LEGGERVI LE LORO STOREI!!!!!

Genshin impact: Elemental EmpiresWhere stories live. Discover now