Capitolo 11

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Mi sveglio sentendomi osservata ed effettivamente appena apro gli occhi vedo due pozzi neri guardarmi mentre mi accarezza i capelli.
Io:"Buongiorno." Dico stropicciandomi gli occhi.
C.R:"Stessi vizi di quando eri in IPM eh?" Chiede ridendo sotto i baffi.
Io:"E anche stesso cuore." Dico dandogli un leggero bacio a stampo per poi abbracciarlo e appoggiare la testa nell'incavo del suo collo.
C.R:"Amore mio, ti devo parlare." Mi stacco da lui e annuisco ingoiando un groppo di saliva.
C.R:"Ieri ho litigato con mio padre prima di venire qua. Mi ha raccontato di quello che è successo dieci anni fa, di quando sei andata a casa sua per cercarmi e lui ti ha cacciata. Ne ho parlato con Edoardo e mi ha detto che lui lo sapeva, ma mio padre lo ha minacciato di uccidere Ciruzzo se avesse parlato. Io ed Edoardo in realtà abbiamo parlato anche di altro, ci siamo stancati di fare questa vita di merda, vogliamo uscirne amore mio, vogliamo metterci a posto, finire gli studi e trovare un lavoro onesto. Io però ho bisogno di te per farlo, ho bisogno del tuo aiuto, da solo non ce la faccio." Vedo alcune lacrime scendere dai suoi occhi e sono come mille coltellate al petto per me, così prontamente gli prendo il viso tra le mani e le tolgo.
Io:"Dieci anni fa, quando sono andata da tuo padre, avevo appena rischiato il primo aborto spontaneo. Milos e Luigi ancora dovevano sistemarsi ed io non sapevo da chi andare, volevo dirti tutto, volevo che sapessi che stavo aspettando nostro figlio, poi avresti scelto tu se starmi accanto o meno, non pretendevo niente ma dovevo dirtelo. Tuo padre mi ha aperto la porta, si è subito accorto della pancia e non mi ha nemmeno fatto entrare, tu però eri in casa ed io lo so perché sentivo la tua canzone preferita animare tutto quanto. Mi ha fatto andare fuori e mi ha espressamente detto che non mi sarei dovuta far vedere mai più, non ero ben accetta e sicuramente quel bambino non era figlio tuo, mi aveva dato della zoccola, come se potessi andare con qualcun altro oltre te. Mi ha detto che non sarei mai stata una Ricci, che in IPM ha fatto il teatrino davanti a voi per farvi stare tranquilli, ma così come Edoardo non sarà mai uno di voi, io non sono da meno. Mi ha anche detto che se fossi tornata, si sarebbe preso il bambino e se fosse stato maschio l'avrebbe cresciuto lui mentre se fosse stata femmina l'avrebbe uccisa, in quel momento è arrivato Edoardo, aveva sentito tutta la conversazione e ha provato a difendermi, ma come sai tuo padre ha minacciato suo figlio e quindi io me ne sono andata. Da lì in poi non ho più visto Edoardo, solo qualche messaggio saltuariamente, non ho più visto nessuno finché non mi sono trovata vicina di casa Milos e Luigi e allora mi hanno aiutato loro, ma io ho sempre avuto bisogno solo di te, di nessun altro. Non te ne farei mai una colpa amore mio, tu non c'entri niente, non hai scelto tu di nascere in quella famiglia ed è ovvio che ti aiuterò ad uscirne, tu sei tutta la mia vita Ciro ed io non ti lascerò mai più solo." Ormai stiamo piangendo come due bambini, ci teniamo stretti l'un l'altra sapendo che, anche se abbiamo amici che ci vogliono bene, a questo mondo possiamo fare affidamento solo su di noi in modo reciproco.
C.R:"Io te lo giuro che non sapevo niente, non ti avrei mai lasciata da sola, sono dieci anni che mi sento in colpa per averti abbandonata quel giorno che teoricamente dovevo uscire, sono dieci anni che mi sento in colpa per questo e non sai quanta merda ho mandato giù per cercare di nascondere il tutto, ma ora sono qua e non farò lo stesso errore due volte." Gli lascio un bacio sulle labbra per poi chiedergli una cosa che non avrei mai pensato di chiedere.
Io:"Denuncerai tuo padre?" Lui mi guarda dritto negli occhi per capire se sono seria o se l'ho chiesto tanto per, così quando capisce che sono seria sospira e risponde.
C.R:"Ci ho pensato, infondo in questi anni a me non ha fatto fare niente d'illegale, ma prima devo parlare con Edo perché non posso mettere la mano sul fuoco pure per lui." Annuisco semplicemente per poi tornare con la testa sul suo petto, beandomi finalmente del suo profumo in casa nostra.



Ad ora di pranzo mi ritrovo a preparare 1kg di spaghetti dato che Edoardo ha affermato "Io ho fame, mangerei anche il tavolo, per favore non farmi stare a stecchetto".
Io non penso di mangiare, non ho proprio fame, Ciro invece fortunatamente ha deciso di farlo.
E.C:"Ma tu non mangi?" Chiede Edoardo inarcando un sopracciglio e guardandomi male notando che a tavola ho apparecchiato per due.
Io:"Mangio uno yogurt tranquillo."
C.R:"Nemmeno a colazione hai mangiato e nemmeno ieri sera dato che hai dormito."
Io:"Siete qua per parlare di altro, non della mia alimentazione, quindi mangiate questi benedetti spaghetti che altrimenti si fanno una merda e non rompete a me e al mio yogurt."
Loro mi guardano male ma alla fine fanno come dico io.
C.R:"Edo ascolta, io vorrei denunciare mio padre, però devo sapere se tu in questi anni hai fatto qualcosa di male perché non voglio trascinare a fondo pure te." Vedo Edoardo rifletterci su ed alla fine, fortunatamente, nega con la testa.
E.C:"No, non mi ha fatto fare niente, principalmente controllavo e basta."
C.R:"D'accordo allora finiamo di mangiare e andiamo." Annuiamo tutti e due e così, un'ora dopo ci ritroviamo in macchina per andare in caserma.

Agente:"Buongiorno, avete bisogno?" Dato che i due fessi non rispondono ci penso io.
Io:"Sì, vorremmo fare una denuncia." L'agente ci fa strada verso un ufficio per poi sedersi dietro una scrivania.
Agente:"Chi volete denunciare?"
C.R:"Agente io sono Ciro Ricci e vorrei denunciare mio padre, Salvatore Ricci."
X:"Ciro? Sei tu?" Ci giriamo tutti e tre e vediamo una signora di mezza età.
C.R:"Lei chi è?" Chiede guardando la signora in divisa.
X:"Sono Debora, tua madre."

Le forme dell'amore 2/Ciro RicciWhere stories live. Discover now