Capitolo 6

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Il giorno dopo la sveglia suona decisamente troppo presto considerando che non ho chiuso occhio, so che sono una dottoressa e che dovrei gestire meglio la mia salute, ma ovviamente quando si tratta di lui non riesco a gestire bene mai niente.
Mi alzo assonnata e mi butto direttamente in doccia, dopo essere uscita mi guardi allo specchio e ho un aspetto decisamente orribile quindi mi aiuto con del trucco per nascondere le occhiaie.
Scendo a fare colazione per poi prendere la borsa e andare a prendere Simone da Edoardo dato che devo portarlo a scuola.

Dopo una decina di minuti arrivo sotto casa Conte e suono il citofono, ho portato la colazione anche a loro per sdebitarmi.
Carmela:"Margherì entra!" Mi richiama Carmela e mi sveglia dai miei pensieri, così le sorrido ed entro in casa.
Io:"Buongiorno ragazzi, ho portato la colazione!" Non faccio in tempo a finire la frase che due braccia mi avvolgono e mi stringono forte.
E.C:"Mi sei mancata tanto."
Io:"Mi sei mancato anche tu fratellone."
Carmela:"Siete così belli, sono così innamorata della vostra amicizia!" Ha gli occhi lucidi ed io non so come reagire, so solo che mi pento di aver abbandonato Edoardo in questi anni.
Io:"Ma i bambini?" Chiedo guardandomi intorno.
E.C:"Ora arrivano."
Simone:"Mamma!" Mi giro a sentire quella vocina.
Io:"Ciao amore mio, hai fatto il bravo?" Chiedo prendendolo in braccio.
Simone:"Ho fatto il bravissimo! Posso tornare sempre qua il fine settimana?" Mi prega con gli occhi ed io non riesco a resistere, ma non posso decidere solo io.
Guardo Edoardo che fa "sì" con la testa e sorrido.
Io:"Va bene puoi stare con zio Edoardo e zia Carmela, però ora vestiti che ti devo accompagnare a scuola e devo andare in ospedale."
E.C:"Ma no lo accompagno io, tanto devo portare pure Ciruzzo."
Io:"Ma non voglio disturbarti ancora."
E.C:"Margherita sono dieci anni che voglio essere disturbato da te, fammi recuperare il tempo perso con mio nipote." Non so come prendere quest'affermazione, è un mix tra un rimprovero e un po' di malinconia.
Annuisco abbassando la testa, infondo non posso che dargli ragione.
Io:"Va bene allora io vado in ospedale, ci vediamo stasera? Venite a cena da me?"
E.C:"Certo, a stasera." Saluto lui, Carmela ed i bimbi e mi dirigo in ospedale.


Infermiere:"Buongiorno dottoressa, oggi abbiamo tre nuovi ricoveri e il dottor Sterpi ha bisogno di un consulto a medicina interna."
Io:"D'accordo, appena posso vado. Chi sono i ricoveri?" Indosso il camice e mi disinfetta le mani per poi andare in reparto seguita dall'infermiere.
Infermiere:"Uno è un signore che soffre di appendicite, non è troppo grave quindi deve decidere lei se è operabile o no, poi c'è una ragazza con i legamenti rotti e infine una signora che sta seguendo la chemioterapia, non sta funzionando quindi devono valutare l'intervento."
Io:"Okay, cominciamo dall'ultima, stanza 328." Entro nella stanza e per poco non ho un mancamento.
P.V:"Non ci credo, Margherita!" Mi ritrovo la direttrice dell'IPM davanti agli occhi ed in un secondo mi ritrovo catapultata indietro di dieci anni.
Io:"Non ci credo, direttrice!"
P.V:"Dai sai che puoi chiamarmi Paola, sono passati un sacco di anni. Sei diventata una dottoressa, sono così fiera di te!"
Io:"Non si preoccupi, la farò guarire, glielo prometto ma ora guardiamo le analisi."

Dopo aver visitato tutti i pazienti torno nel mio studio, non posso credere che la donna che mi ha tenuto sotto la sua ala per due anni ora abbia la sua vita nelle mie mani. Ovviamente mi ha chiesto di tutti gli altri ragazzi ed io mi sono sentita in colpa a mentirle ma se le avessi detto che non tutti hanno cambiato vita come lei ha provato a farci fare sarebbe rimasta delusa da sé stessa e l'ultima cosa che volevo era darle una delusione.
Dopo qualche minuto in cui rifletto da sola, sento squillare il telefono e rispondo senza nemmeno vedere chi sia.

Io: Pronto?
Maestra: Buongiorno signora Saggese, guardi che Simone ha la febbre, ho già chiamato Milos e Luigi ma sono a lavoro e non possono venire. Lei può venire?
Io: Assolutamente, mi dia un quarto d'ora e sono là.

Chiamo il dottor Capasso e gli chiedo se può darmi il cambio, lui fortunatamente accetta ed io corro a scuola da mio figlio.

Io:"Eccomi, ho fatto il prima possibile."
Maestra:"Non si preoccupi, gli abbiamo dato un thè caldo e ora sta dormendo ma sarebbe meglio portarlo a casa." Ringrazio le maestre e prendo in braccio Simone per poi adagiarlo in macchina.
Una volta arrivati a casa lo metto a letto e gli metto le pezze fredde sulla fronte, nonostante io sia medico evito di imbottirlo di medicinali, è piccolo.
Già che sono a casa inizio a sistemare per stasera e mando un messaggio anche a tutti gli altri per invitarli a cena, mi sembra giusto.

Alle 20 in punto sono tutti in casa, Simone sta meglio quindi ci ha raggiunti a tavola.
C.D.S:"Allora piccolino hai la febbre?" Chiede Carmine accarezzandogli il viso.
Simone:"Sì zio, però ora mi sento meglio. Mamma, ma dov'è Ciro? Io voglio vedere anche lui." Gli occhietti gli diventano lucidi ed io mi scambio un veloce sguardo con gli altri, prendo un respiro profondo e rispondo.
Io:"Amore vuoi che lo chiamo?" So già che mi pentirò, ma non posso dire di no a lui.
Mio figlio annuisce felice ed io mi alzo da tavola per prendere il cellulare.

Tremo al solo pensiero di doverlo chiamare per chiedergli una cosa simile, ma mi faccio coraggio e cerco il suo numero in rubrica.
Dopo pochi squilli risponde, è sorpreso.

C.R: Margherita? È successo qualcosa?
Io: Ciao Ciro, nono è tutto a posto, volevo chiederti se ti andasse di passare a casa, sai siamo tutti qua e manchi solo tu..

Lascio in sospeso la frase e lui dopo attimi di silenzio che sembrano interminabili accetta, così attacco e torno dagli altri.
È ufficiale: non mi libererò mai di Ciro Ricci.

Le forme dell'amore 2/Ciro RicciWhere stories live. Discover now